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Domani verrà presentato il Piano Operativo Triennale 2001-2003 del porto di Bari
Il documento sottolinea la necessità di dotare lo scalo di un container terminal, per recuperare i traffici (200mila teu l'anno) che attualmente partono dal mercato pugliese verso i porti di Salerno e Napoli
12 dicembre 2000
Domani il presidente dell'Autorità Portuale di Bari, Tommaso Affinita, presenterà il Piano Operativo Triennale 2001-2003, lo strumento di programmazione nel quale l'ente portuale ha individuato le principali direttrici di sviluppo del porto di Bari. Il documento contiene anche proiezioni di più lungo periodo che delineano il futuro dello scalo pugliese.
Il POT sottolinea anzitutto l'importanza del sistema-Puglia nel contesto del Mezzogiorno e l'esigenza di un'organica politica infrastrutturale per il Sud, con la mobilitazione di adeguate risorse finanziarie per evitare che - sottolinea l'ente portuale - il passaggio che si preannuncia sul terreno istituzionale verso un assetto federale conduca ad una accentuazione del divario a danno del Sud, condannandolo ad una irrimediabile condizione di subalternità. Viene quindi ribadita la necessità di effettuare uno sforzo straordinario per l'ammodernamento ed il potenziamento dei sistemi a rete, dalle ferrovie, alle strade, dalle telecomunicazioni alla logistica dei trasporti, ed anche per l'innovazione tecnologica ed una formazione professionale mirata alle più avanzate metodologie gestionali.
Il documento rileva che, in questo contesto, la portualità meridionale e quella pugliese in particolare è chiamata a svolgere un ruolo essenziale, essendo situata nel punto di intersezione tra grandi direttrici di comunicazione intermodale come il Corridoio Adriatico ed il Corridoio n. 8 che, attraverso l'Albania, si proietta fino al Mar Nero. Nello stesso tempo la portualità pugliese, secondo l'ente portuale, deve candidarsi ad intercettare gli imponenti flussi di traffico che scorrono lungo le rotte da Suez a Gibilterra e che sono diretti ai mercati europei e nord-americani. E' considerato inoltre importante il ruolo che le regioni meridionali possono svolgere nei confronti dei Paesi emergenti della fascia nord-africana e medio-orientale, che tentano di uscire da condizioni di sotto-sviluppo ed a raccordarsi sempre più strettamente con l'Europa.
Nella prima parte del Piano si analizzano le prospettive di realizzazione del Corridoio Adriatico e dei Corridoi trans-europei, alla luce anche di importanti iniziative politiche come i progetti di sviluppo dei Balcani da parte degli Stati Uniti, la recente Conferenza di Ancona tra i Paesi adriatici, il Patto di stabilità per i Balcani che, nel recente summit di Zagabria, ha lanciato una forte iniziativa per la ricostruzione post-bellica.
In una prospettiva di più lungo periodo si colloca poi l'allargamento dei confini dell'Unione Europea. e l'integrazione dei Paesi dell'Est europeo nell'area comunitaria, un processo che viene considerato decisivo per il porto di Bari, perché verrebbe meno tutta quella serie di vincoli e controlli - e quindi anche di barriere fisiche - riguardanti attualmente il traffico con destinazione o provenienza extra-comunitaria.
Nel definire lo scenario di riferimento vengono poi evidenziati altri due aspetti di grande rilievo per il presente e per lo sviluppo futuro del porto: le grandi opportunità offerte dal mercato crocieristico, che nel Mediterraneo sta registrando ritmi di crescita particolarmente sostenuti, e le possibilità legate al cabotaggio adriatico e allo short sea shipping intra-mediterraneo.
La seconda parte del Piano operativo analizza l'andamento dei traffici nel triennio appena trascorso, evidenziando il forte trend di crescita in particolare nel movimento passeggeri.
I dati essenziali sono evidenziati nelle tabelle che corredano il Piano operativo: i circa 600.000 passeggeri del '97 sono diventati nel 2000 circa 1.200.000 con un primato acquisito da Bari in Adriatico; di essi 110.000 sono i crocieristi con previsioni di crescita per la prossima stagione.
Nel settore del traffico merci si registra nel 2000 un +38% sul '97, ed un +22% sul '99, per un volume complessivo di 3.000.000 di tonnellate.
Il Piano Operativo Triennale individua il punto debole del porto nella mancanza di un traffico per container, nonostante le grandi potenzialità del mercato pugliese dal quale partono 200.000 teus all'anno per gli scali di Salerno e Napoli. Lacuna che dovrà essere colmata. Per recuperare parte di questi traffici sono però necessari spazi e banchine adeguate e l'ente portuale ribadisce l'esigenza di effettuare il completamento dell'area di Marisabella, ritardato da traversie giuridico-amministrative. L'authority - sottolineando le continue sollecitazioni rivolte al ministero dei Lavori pubblici, responsabile dell'appalto, per superare le difficoltà ed arrivare ad una rapida ripresa dei lavori - ricorda comunque che sono state fornite assicurazioni circa il riavvio delle opere nel primo semestre del prossimo anno.
Secondo l'Autorità Portuale questa struttura consentirebbe al porto di proporsi sui mercati internazionali per l'attivazione sia di un grande container terminal che di un'area per lo stoccaggio di autovetture.
In attesa del completamento dei lavori, l'ente portuale intende comunque avviare l'attività sull'area già realizzata e proporla subito come terminal-auto sia in esportazione (la Fiat di Melfi è a pochi chilometri ed esporta prevalentemente la sua produzione verso Grecia e Turchia) che in import per le autovetture provenienti soprattutto dal Far-East ma anche dalla Turchia e dirette al mercato italiano od europeo.
Nel frattempo inoltre, si sta provvedendo ad arricchire Marisabella di adeguati collegamenti intermodali attraverso il progetto (42 miliardi di lire di spesa) di raccordo con l'asse viario Nord-Sud e con il Parco Nord delle Ferrovie.
Questo intervento si colloca nella massiccia politica di investimenti infrastrutturali previsti per i prossimi anni, per un ammontare di 125 miliardi di lire.
In tema infrastrutturale negli ultimi tre anni sono stati realizzati il radicale ammodernamento della stazione marittima, il recupero della Palazzina Piloti e della Casa del Portuale, la bretella stradale di fuoriuscita dal porto, il nuovo posto di ispezione frontaliero con la prevista sopraelevazione, l'illuminazione e gli impianti a rete delle banchine e dei piazzali della Mezzaluna.
Con il programma per i prossimi anni, che comprende il completamento di Marisabella, si intendono effettuare interventi destinati a cambiare il volto del porto con la realizzazione della nuova Darsena di Ponente, del Terminal Crociere, dell'allargamento del molo S. Cataldo da destinare al cabotaggio e di tre nuovi sporgenti per aumentare le possibilità di attracco dei traghetti.
Il Piano operativo affronta poi ulteriori aspetti della vita dello scalo, quali la valorizzazione del beni demaniali - i cui canoni sono cresciuti in questi anni da 385 milioni del '96 ai 1.500 del 2000, con un trend di ulteriore, forte crescita - le iniziative promozionali, la riorganizzazione del supporto tecnico-operativo, il riordino del lavoro portuale.
A quest'ultimo riguardo, trovandosi di fronte al delicato passaggio relativo al recepimento delle innovazioni introdotte dalla recente legge n.186, l'ente portuale sottolinea la complessità delle problematiche, «che andranno affrontate con equilibrio e senso di responsabilità al duplice scopo di tutelare al meglio i lavoratori portuali ma di assicurare al tempo stesso la crescita competitiva del porto che è la condizione imprescindibile per dare redditività alla imprese e quindi mantenere ed accrescere i posti di lavoro».
Infine il piano operativo dedica attenzione ad alcune linee di sviluppo di più lungo periodo in particolare per quanto riguarda l'integrazione tra porto e città, considerata come un'occasione di comune crescita. Nel presupposto di potersi espandere presto nella nuova area di Marisabella e di dotarsi inoltre della nuova Darsena di ponente e del Terminal Crociere, si ipotizza l'apertura di un segmento del porto verso la città, per tutta l'area contigua al Borgo antico, in modo da realizzare un grande spazio a destinazione multi-funzionale valorizzando ad esempio il Palazzo della Dogana, recuperando gli edifici ex-Cianciola, e il molo Borbonico, ipotizzando un approdo turistico per la nautica da diporto nella vecchia Darsena.
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