La European Intermodal Association (EIA) attende con trepidazione la pubblicazione del Libro Bianco della Commissione Europea sul riassetto della politica dei trasporti, prevista per la fine di questo mese. L'associazione auspica ovviamente che l'esecutivo europeo promuova il trasporto intermodale, che dovrebbe essere «la priorità delle priorità». Lo ha detto il segretario generale dell'EIA, Claude Fiquet, intervenendo alla conferenza "Collaborative logistics in CEEC", che si è svolta a Praga il 21 e 22 giugno scorsi.
Secondo Fiquet lo sviluppo del trasporto intermodale dovrebbe essere sostenuto con la creazione di un apposito fondo, con la promozione di una vera rete di trasporto transeuropeo e con l'incentivazione delle innovazioni.
Nella sua relazione il segretario generale dell'EIA ha ammesso le qualità dell'autotrasporto, che è «economico, affidabile, flessibile, integrato e dinamico». «Per 0,8 euro a chilometro potete andare ovunque», ha spiegato Fiquet, ricordando però che «l'autotrasporto è politicamente ed ecologicamente dalla parte sbagliata, e gli economisti sanno che in verità l'autotrasporto non paga la sua percentuale dei costi che causa». I costi esterni determinati dall'attività del trasporto merci - ha sottolineato - «è stimata in oltre 530 miliardi di euro, di cui la strada è responsabile per il 91,5%, il trasporto aereo per il 6,1%, le ferrovie per l'1,9% e le vie d'acqua per lo 0,5%. Aggiungendo la congestione integriamo una variabile mal definita: 700 miliardi di euro, in parte dovuti a perdite di tempo, in parte perché, per esempio, l'inquinamento atmosferico aggiunge elementi negativi. Ciò interessa soprattutto il trasporto aereo e stradale. E di gran lunga di più il trasporto stradale. Fino al 2010 i costi esterni cresceranno del 42%, secondo studi dell'Unione Europea».
«Nei porti container - ha aggiunto Fiquet - circa il 17% dei contenitori sono attualmente trasportati via ferrovia. Dieci anni fa questa percentuale era intorno al 26% (dati di MDS Transmodal, 1996). La quota delle ferrovie relativa ai carichi nazionali a lunga distanza si è ridotta fino a meno del 15%. In molte industrie in sviluppo, e nelle aree dove è richiesta distribuzione di elevata qualità, le ferrovie sono ora assenti».
In questa situazione - ha spiegato - è auspicabile l'adozione da parte dell'Unione Europea delle misure indicate dall'EIA. Secondo Fiquet anche le nazioni candidate ad entrare nell'UE dovrebbero essere valutate in questo contesto. «Sembra che un approccio di sviluppo strutturato dell'intermodalismo nel Centro Europa, e in particolare nei confronti delle cinque nazioni candidate a far parte dell'UE - la Repubblica Ceca, l'Ungheria, la Polonia, la Slovenia e l'Estonia - debba essere di interesse per chiunque» e che sia di interesse comune che «in questi cinque Paesi, ma non solo in questi cinque Paesi, sia evitato uno sviluppo anarchico del trasporto terrestre, dato il "collasso" delle società ferroviarie in questo contesto economico. Ed è inoltre di interesse per l'Unione Europea, perché il trasporto intermodale è parte consistente della sua politica».
Fiquet ha quindi sollecitato le nazioni CEEC (Central and Eastern European Countries) affinché assumano iniziative per adeguare la loro organizzazione e le loro infrastrutture al livello comunitario, in particolare nel settore del trasporto intermodale. Queste azioni - secondo l'EIA - potrebbero essere promosse con la realizzazione di «una partnership pubblico-privata che possa assumere la forma di impresa nell'ambito delle normative commerciali, avendo una doppia attività: da un lato l'attività pubblica di gestione di una serie di dati sul trasporto intermodale, dall'altro svolga un'attività commerciale per vendere nell'Europa Centrale ed Orientale servizi di ingegneria, di formazione e di insegnamento nell'ambito del trasporto intermodale». A questo progetto, denominato CEEID, dovrebbero partecipare partner dell'Europa Centrale ed Orientale, banche (Banca Europea per gli Investimenti, Banca Mondiale, ecc.), enti di formazione, membri dell'EIA, l'International Union of Railways (UIC) e soggetti del mondo marittimo. |
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