I porti commerciali minori francesi della costa atlantica, che non godono dello status di "porto autonomo", hanno progressivamente accresciuto il loro volume di traffico negli ultimi trent'anni, passando dai 30 milioni di tonnellate di merci movimentate complessivamente nel 1970, a circa 50 milioni di tonnellate nel 1980, per arrivare agli attuali 69 milioni di tonnellate. Ma è cresciuta anche la loro quota di mercato del traffico portuale francese, che è passata dal 14% nel 1970 ad oltre il 20% nel 2000. Un'analisi di Christophe Parreau, elaborata per l'Institut Supérieur d'Economie Maritime (ISEMAR), rileva come - senza il traffico di idrocarburi, riservato per il 90% ai grandi porti di Marsiglia, Le Havre, Nantes e Dunkerque - la quota di mercato dei porti minori francesi dell'Atlantico salga in questo caso ad un terzo del traffico portuale complessivo. Parreau ha comunque precisato che il porto d'interesse nazionale di Calais, che beneficia degli effetti del traffico attraverso il canale della Manica, ha assorbito in gran parte l'incremento di traffico riferito ai porti "non autonomi".
L'analisi rileva inoltre come i porti minori del versante atlantico non mostrino né strategie commerciali aggressive né l'espressione di chiare iniziative locali. Secondo Parreau, l'inevitabile adattamento del settore del trasporto marittimo ad un contesto liberalizzato ha condotto oggi l'insieme dei porti commerciali in una situazione nella quale gli interessi locali e regionali cedono il passo via via a strutture di dimensione nazionale ed internazionale. «Questo carattere esogeno delle decisioni relative alla vita e all'economia dei porti - viene sottolineato - non è necessariamente del tutto nuovo, tuttavia si accresce e accelera, in particolare in alcuni di questi porti secondari». Le decisioni sono assunte soprattutto dalle grandi compagnie armatoriali, che scelgono in quali scali portare i loro servizi feeder. A Bordeaux - viene ricordato - i feeder MSC, CMA CGM e OOCL-MISC, e a Brest i feeder della Maersk, garantiscono lo sviluppo di flussi containerizzati. A La Rochelle, invece, il servizio European Feeder Line (EFL), frutto di un'iniziativa locale, è tuttora molto precario: a quattro anni dal suo avvio non ha ancora raggiunto il suo pareggio economico e rimane soggetto all'assistenza delle comunità regionali per la prosecuzione della sua attività. Infine il fallimento di collegamenti ro-ro realizzati su iniziativa locale a Lorient o a Bayone (la linea Lorient-Gijón avviata nel 1991, la Lorient-Casablanca del 1996 e la Bayone-Southampton dell'autunno 1999 hanno cessato l'attività dopo un solo mese dall'inaugurazione) dimostrano la difficoltà dei porti di medie dimensioni di inserirsi in filiere più remunerative non disponendo di sostegni finanziari sufficientemente solidi che permettano di operare nuovi servizi per il tempo necessario a stabilire una vera corrente di traffico.
Parreau osserva inoltre come si stia verificando una razionalizzazione nelle diverse categorie degli operatori portuali. Un esempio per tutti è fornito dal gruppo Bolloré, che ha esteso le sue attività a tutti i settori portuali e trasportistici attraverso le sue filiali, tra cui la Saga Terminals Harbour, la SCAC, la Delmas e la SDV.
Questo quadro induce Parreau ad affermare la necessità di sostenere a livello regionale le attività dei porti minori, come è accaduto con il Conseil Général de Seine-Maritime nel caso del collegamento attraverso la Manica con Dieppe, o come hanno fatto le autorità locali fornendo il loro supporto a La Rochelle.
Evolution du trafic des ports autonomes et autres ports français depuis 1970
| 1970 | 1980 | 1990 | 2000 |
| MT | % | MT | % | MT | % | MT | % |
P.A. | 189 | 86,3 | 273 | 85,5 | 238 | 80 | 270 | 79,6 |
Non auton. | 30 | 13.7 | 46 | 14,5 | 60 | 20 | 69 | 20,4 |
Non auton. hors Calais | | | 40 | 12,5 | 44 | 14,7 | 37 | 11 |
source DTMPL et Le Marin
Le vracs agro-alimetaires dans l'activité des ports moyens atlantiques en 1998
PORTS | T.T* | V.A.A.* | %V.A.A. | %V.A.A. hors hydrocarbures |
Brest | 2273 | 658 | 28,9% | 52,1% |
Lorient | 2383 | 1107 | 46,4% | 73,7% |
La Rochelle | 6828 | 2858 | 41,8% | 65,2% |
Rochef-Tonnay | 1129 | 640 | 56,7% | 57,6% |
Bordeaux | 8681 | 2918 | 33,4% | 63,7% |
Bayonne | 4362 | 1458 | 33,4% | 40% |
Source Le Marin
* milliers de tonnes
| TT = frafic total
| VAA = Vracs agro-alimentaires
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