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Nuova ipotesi di ampliamento a mare del porto di Genova Voltri
Prevista tra un anno la definizione dell'apposito accordo di programma. Concluso il progetto esecutivo, il nuovo terminal container, che avrà una capacità di movimentazione di 800mila teu, sarà realizzato in cinque anni
26 giugno 2002
L'Autorità Portuale di Genova presenterà oggi pomeriggio al Comitato Portuale la nuova ipotesi di progetto per l'ampliamento a mare del porto di Voltri. Si tratta di un aggiornamento dell'intervento previsto dal piano regolatore portuale che tiene conto delle nove prescrizioni previste all'atto dell'approvazione del piano da parte della Regione Liguria.
La nuova ipotesi - presentata questa mattina in anteprima alla stampa dai vertici dell'ente di Palazzo San Giogio - prevede, in ambito portuale, la rotazione di 7° del molo di sottoflutto posto in corrispondenza del confine occidentale del porto di Genova. Tale rotazione consentirà di prevedere un allungamento della diga di 216 metri inferiore a quello ipotizzato in precedenza. Inoltre la nuova ipotesi di ampliamento è compresa in un completo riassetto dei collegamenti ferroviari e stradali effettuato anche con interventi sul tessuto urbano circostante che prevedono l'ampliamento delle aree verdi e di quelle ad uso cittadino. In particolare è stato ipotizzato un nuovo accesso viario alle aree portuali, con la demolizione del viadotto esistente, che parte dal casello autostradale e compie un tortuoso percorso ad "s", e con la realizzazione di un nuovo viadotto con un andamento più lineare. Il nuovo progetto prevede anche lo spostamento a mare dell'asse viario dell'Aurelia, che sarà posizionato a ridosso della nuova bretella ferroviaria Voltri-Ovada-Alessandia e dell'attuale parco ferroviario, permettendo così la riconversione della fascia di confine con la città che prevede l'inserimento di una nuova fascia verde posta di fronte alle ville che caratterizzano quest'area del ponente genovese.
Il nuovo terminal, che disporrà di 1.050 metri lineari di banchine con fondali di 18 metri e di una superficie totale di 350.000 metri quadrati, avrà una capacità di movimentazione annua di 800.000 container da venti piedi. Un incremento della capacità che l'authority portuale ritiene indispensabile per rispondere al previsto incremento della domanda. «Siamo partiti - ha detto il presidente dell'Autorità Portuale, Giuliano Gallanti - dall'esigenza di garantire opportunità di sviluppo al porto di Genova nei prossimi anni. Abbiamo deciso che l'ampliamento è giusto e necessario facendo riferimento alle prospettive disegnate a livello europeo». «Nei prossimi anni, e a partire dal 2003 - ha spiegato - si amplierà il mercato europeo, soprattutto verso Est». Questo nuovo mercato - ha precisato - «farà riferimento principalmente al sistema portuale del Nord Europa»; ma con la forte crescita in atto delle economie asiatiche è previsto anche «un aumento esponenziale dei traffici Far East - Europa». Rispetto a questi ultimi il Mediterraneo è baricentrico. L'ampliamento dello scalo di Voltri consentirà al porto di attrezzarsi per rispondere a questa crescita dei traffici. «Le ipotesi di ampliamento già previste dal piano regolatore portuale - ha sottolineato Gallanti - sono state inoltre confermate dalla richiesta avanzata dalla Maersk». La compagnia di navigazione danese, leader mondiale nel settore container, ha recentemente sondato la possibilità di insediare un proprio terminal dedicato nel porto genovese. «Ci hanno detto - ha ricordato Gallanti - che pensano di dotarsi di un terminal nel Mediterraneo perché ritengono che il Nord Europa non sarà in grado di smaltire tutti i traffici».
Parlando dell'iter che la nuova ipotesi progettuale dovrà affrontare, Gallanti ha detto che «ora partiranno gli studi per verificare che le nove prescrizioni siano soddisfatte. Questo lavoro si concluderà con un accordo di programma tra Regione, Provincia e Comune. Dovremo poi, come previsto, presentare la proposta progettuale alla commissione di Valutazione d'Impatto Ambientale». Il presidente dell'authority portuale prevede che l'accordo di programma potrà essere realizzato tra circa un anno.
Il segretario generale e il direttore allo Sviluppo dell'ente portuale, Fabio Capocaccia e Luigi Barone, hanno illustrato nel dettaglio il riassetto dei collegamenti ferroviari e stradali e delle parti urbane. In particolare - ha detto Barone - gli studi già effettuati dimostrano che l'impatto sull'ambiente sarà molto limitato. Il progetto garantirà inoltre una sensibile ricaduta occupazionale, con un totale di 3.600 nuovi addetti, di cui 600 diretti, 1.800 nell'indotto diretto e 1.200 nell'indotto allargato.
L'attuazione del progetto richiederà cinque anni a partire dalla conclusione della progettazione esecutiva. I costi previsti, per gli interventi nelle aree portuali, sono di circa 200 milioni di euro. Gallanti ha ipotizzato un intervento degli operatori privati, ancora da valutare rispetto alle normative vigenti, ma che potrebbe essere previsto sotto forma di "oneri di portualizzazione". Quest'ultimo tema - ha spiegato - «si pone già in altri porti, come ad esempio ad Anversa con l'ingresso di PSA».
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