Il consiglio della Confederazione Italiana Armatori (Confitarma) ha preso ieri in esame la legge finanziaria 2003 e i suoi riflessi sul futuro della flotta e dei marittimi italiani. Nel corso della riunione - ha spiegato oggi Confitarma - «sono state messe in evidenza le questioni della navigazione di cabotaggio, aggravate quest'anno da una cattiva situazione economica che ne amplia i problemi di competitività, e la necessità di una politica che favorisca il trasporto marittimo e le autostrade del mare». Sotto questo profilo, al fine di ridurre i costi del cabotaggio, il consiglio della confederazione armatoriale ha ribadito «l'opportunità di consentire alle navi iscritte nel secondo registro italiano di operare nei traffici tra porti nazionali, come avviene nell'Europa settentrionale e come richiesto da tempo dalla Confitarma». «Con la fine dell'anno - hanno rilevato i rappresentanti dell'industria italiana della navigazione - i costi sono invece destinati a crescere, in quanto verranno meno gli sgravi contributivi, rinnovati solo per il 2002».
Il consiglio di Confitarma si è detto fiducioso nella consapevolezza del governo e delle forze parlamentari che le imprese di navigazione nazionali svolgono un ruolo cruciale ai fini dello sviluppo economico generale ed ha auspicato scelte legislative tali da consentire all'industria marittima di procedere nei propri piani pluriennali di crescita. «D'altro canto - ha ricordato il presidente di Confitarma, Giovanni Montanari - il presidente del Consiglio ha manifestato nel nostro incontro di giugno l'espressa volontà di risolvere i problemi dell'industria italiana della navigazione».
In apertura di riunione Montanari ha ricordato Antonio d'Amico, scomparso il 2 settembre scorso, sottolineandone oltre alle indubbie capacità di armatore, il grande spirito associativo e il costante contributo all'azione e all'unità della Confederazione, osservando inoltre come «il suo modo di essere, apprezzato oltre che dagli amici anche da tutti coloro che con lui si rapportavano, gli hanno consentito di essere interlocutore stimato e privilegiato delle più alte autorità del mondo istituzionale, politico, economico e sociale del Paese». |
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