L'Autorità Portuale di Venezia è entrata nella compagine sociale della Interporto di Venezia Spa, società a partecipazione maggioritaria privata in cui figurano anche gli altri principali enti pubblici locali: Regione Veneto, Provincia, Comune e Camera di Commercio di Venezia. L'authority portuale detiene l'1% del capitale, con un'opzione per raggiungere quota 10%.
L'interporto - ha spiegato l'amministratore delegato della società, Eugenio De Vecchi - «con ingenti investimenti è in piena fase di sviluppo con strutture dedicate a nuove tipologie merceologiche». La struttura - ha precisato è «l'indispensabile elemento catalizzatore, di razionalizzazione e di coordinamento dei trasporti, in particolare su gomma e su rotaia, che sarà in grado di polarizzare nuove correnti di traffico non solo per e dal nostro Paese, ma soprattutto da altri grandi mercati come sono quelli del nord, del centro e dell'Europa dell'est che oggi, con crescente interesse, guardano alla portualità adriatica e mediterranea».
De Vecchi ha sottolineato la necessità di una sempre più stretta collaborazione tra terminalisti e operatori economici del porto di Venezia con il loro interporto di riferimento, che non si pone - ha specificato - come un nuovo "concorrente", ma come una struttura aperta a tutti gli operatori e polivalente al servizio del traffico e del trasporto. «Ci pare il caso, in questo senso - ha detto - che sia giunta l'ora di far sistema, nono solo per valorizzare questa infrastruttura che di per sé potrebbe già rappresentare il cardine di una grande piattaforma logistica al servizio del porto e delle industrie del suo hinterland, ma anche per ottenere nuovi, ancorché indispensabili, elementi di competitività nello sviluppo del trasporto intermodale che fa capo a Venezia e che proprio in Adriatico dovrebbe poter contare su una piattaforma logistica degna di questo nome». «L'Interporto di Venezia, nella sua funzione di supporto ai terminal portuali e per lo sviluppo dell'intermodalità - ha aggiunto De Vecchi - rappresenta un importante nodo logistico e di interscambio che oggi può proporsi - anche se con la necessità di acquisire nuove aree contermini - non solo per la movimentazione dei mezzi, ma anche come area per l'insediamento di significative presenze imprenditoriali per nuove lavorazioni o stoccaggio di merci. Sviluppare la funzione interportuale di Porto Marghera significa, dunque, offrire importanti chances di sviluppo non solo all'area, ma anche allo short sea shipping e, con il previsto incremento del cabotaggio, allo sviluppo dell'autostrada del mare».