Nel corso del convegno "Limiti allo sviluppo economico della Lombardia a causa della inadeguatezza delle infrastrutture. Conseguenze sul mondo della logistica" organizzato da ALSEA (Associazione Lombarda Spedizionieri e Autotrasportatori), che si è svolto lunedì scorso all'Hotel Excelsior Gallia di Milano, il presidente di ALSEA, Aldo Da Ros, ha sottolineato la criticità del sistema dei trasporti in Lombardia, dove le infrastrutture sono largamente sfruttate oltre la loro capacità, con il conseguente rallentamento e la progressiva paralisi dell'economia lombarda e dell'intero Paese.
Nel suo intervento Eugenio Muzio, amministratore delegato di CEMAT, presidente della UIRR (International Union of combined Road-Rail transport companies) e del Propeller Club di Milano, ha rilevato il grave deficit strutturale delle ferrovie italiane e la necessità di investire nel trasporto combinato, modalità fortemente utilizzata nel resto dell'Unione Europea e che potrebbe risolvere almeno in parte il problema della mobilità delle merci, se esistessero strutture adeguate. Muzio ha evidenziato come, nonostante l'Italia sia stato il primo paese Europeo a comprendere l'importanza strategica degli interporti, alle idee non siano seguiti i fatti, in particolar modo in Lombardia dove non esistono interporti e dove a Segrate pur sussistendo la possibilità di movimentare ben 16 treni al giorno per il trasporto combinato, in pratica se ne movimentano solo due per carenze infrastrutturali esterne all'interporto.
Giovanni Leonida, responsabile del Centro Studi Confetra, ha illustrato una serie di proposte per snellire il traffico in attesa che i 54 interventi previsti dall'intesa generale quadro sottoscritta lo scorso 11 aprile fra governo e Regione Lombardia possa essere attuata.
Betty Schiavoni, amministratore delegato di Freschi e Schiavoni Spa, ha elencato le difficoltà che i trasportatori italiani incontrano nell'attraversamento delle Alpi, difficoltà non solo di carattere economico (tassa di transito in Svizzera) e burocratico (ecopunti in Austria) ma anche di carattere estremamente pratico, come l'assistenza al personale di guida durante le soste forzate ai valichi alpini. Ha inoltre evidenziato come l'Unione Europea poco o nulla faccia per sostenere e per difendere la mobilità del trasporto italiano attraverso i valichi alpini.
Nell'intervento conclusivo il sottosegretario di stato al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paolo Uggè, ha sottolineato come il problema che ci si trova ad affrontare oggi sia una situazione di emergenza nata dall'incapacità di affrontare anni fa - in un quadro non ancora d'emergenza - quello che sarebbe stato il futuro dei trasporti. Ciò che resta da fare - secondo Uggè - è considerare la drammaticità della situazione ed affrontare con piccoli interventi l'immediato per evitare l'aggravarsi del problema "trasporto merci", in attesa di poter realizzare nei prossimi 10 anni le opere infrastrutturali necessarie.