L'analisi della situazione congiunturale internazionale e italiana presentata oggi dall'Associazione Ligure Commercio Estero (ALCE) in occasione della sua assemblea annuale, svoltasi presso la sala della Piramide dell'Agenzia delle Entrate di Genova, sottolinea le notevoli difficoltà attraversate nell'ultimo anno dalle economie occidentali, soprattutto quelle europee e tra queste, in particolare, da quella italiana.
Nella sua relazione all'assemblea, di cui riportiamo una sintesi, il presidente dell'ALCE, Vittorio Doria Lamba, ha riassunto i fattori principali che hanno determinato l'ulteriore peggioramento della situazione economica e i riflessi che tale trend negativo ha avuto sui traffici e sulle attività del commercio con l'estero nazionale e ligure. Negli scambi con l'estero lo scorso anno l'Italia ha registrato un calo rispetto al 2002, mentre la Liguria ha mostrato una crescita dello 0,6% considerata da ALCE «di tutto rispetto».
Vittorio Doria Lamba ha evidenziato le possibilità di sviluppo che hanno di fronte Genova e la Liguria nonostante lo scenario negativo. Genova - ha ricordato - è stata scelta per ospitare il primo polo nazionale dell'alta tecnologia. La Liguria ha inoltre straordinarie potenzialità turistiche. Il presidente dell'ALCE ha sottolineato anche il ruolo giocato dai porti liguri che - ha detto - sono «strumenti decisivi per lo sviluppo economico».
Associazione Ligure Commercio Estero Assemblea Generale Ordinaria dei soci 2004
Sintesi della Relazione del Consiglio
A livello Internazionale l'anno 2003 e questa prima metà del 2004 sono trascorsi all'insegna della instabilità, sull'onda delle crisi politiche e dei conflitti che hanno caratterizzato alcune delle aree più calde del globo. Su un piano meramente economico alla crescita dell'economia statunitense non è corrisposta una ripresa delle altre zone economiche mondiali: se il Giappone fatica a riprendersi dalla crisi che ne ha caratterizzato i primi tre anni di questo millennio, l'Europa Unita soffre a causa di un clima di incertezza diffuso soprattutto nei consumatori e della mancanza di riforme capaci di fronteggiare la debolezza del sistema economico europeo.
Dal canto proprio l'Italia risulta il paese che, a livello comunitario, pare soffrire maggiormente le ripercussioni di un ciclo economico sfavorevole: economia stagnante, pressione fiscale in aumento, conti pubblici in disordine: la frenata dell'economia italiana è tutta nelle cifre presenti sui conti economici nazionali. Il declino economico e strutturale dell'Italia si riflette inoltre sulla quota dell'export italiano rispetto al commercio mondiale che in otto anni si è ridotta di un terzo, passando dal 4,5% del 1995 al 3,0% del 2003. Preoccupa anche la produzione industriale che nell'ultimo triennio si è complessivamente ridotta del 3%.
Ma la fiacchezza del complesso sistema italiano sta anche nella sindrome di nanismo che sembra affliggere il Made in Italy, cui sì aggiungono gli scarsi investimenti compiuti nell'innovazione, l'inflazione più alta nell'area dell'euro e, in ultimo, lo squilibrio dei conti pubblici.
Passando brevemente al commercio estero, che interessa particolarmente l'attività ella nostra associazione, l'Italia è costretta a segnalare un arretramento rispetto al 2002: per le esportazioni italiane, scese complessivamente del 4%, il bilancio risulta ancora una volta negativo. Dal punto di vista territoriale l'andamento è risultato sfavorevole in tutte. le ripartizioni, con l'eccezione delle regioni insulari che hanno registrato una discreta crescita. Ma la tendenza del commercio estero italiano ha mostrato nei dati complessivi del 2003 una marcata debolezza in entrambi i flussi dell'interscambio. La posizione competitiva del Made in Italy è, inoltre, minacciata dalla crescente penetrazione delle merci provenienti dalla Cina sulle principali piazze mondiali, che insidia il nostro paese soprattutto nell'offerta dì prodotti a basso contenuto tecnologico. Ne è risultato un forte ridimensionamento del surplus commerciale, sceso ad appena 1,1 miliardi di euro, il saldo più modesto dall'ormai lontano 1992.
Scendendo nel dettaglio dell'analisi delle condizioni generali di salute dell'economia della Regione Liguria, sì riscontrano numerose analogie tra il sistema imprenditoriale locale e le strutture della maggior parte delle economie avanzate: il processo di riduzione e selezione delle imprese tocca anche il tessuto regionale, soprattutto a causa della crescita di nuovi giganti industriali extra europei capaci di coniugare la qualità in aumento dei prodotti ai vantaggi dell'innovazione tecnologica. A livello congiunturale però la Liguria inizia a mostrare i primi segnali della ripresa, dopo alcuni anni caratterizzati da contrazioni consistenti del Pil. Il commercio estero in particolare è cresciuto dello 0,6% una performance di tutto rispetto se si considera la situazione generale dell'economia italiana.
Tuttavia negli ultimi anni gli imprenditori liguri si sono trovati a fare fronte a nuovi ostacoli e vinicoli alla penetrazione dei mercati, da imputare ad eventi esogeni (l'allargamento ad Est dei mercati, la presenza simultanea di una serie di nuovi attori molto dinamici e capaci) ma anche alle difficoltà di applicare l'innovazione ai propri processi industriali e agli elevati costi di informazione e formazione cui sono esposti quotidianamente.
A questa perdita di competitività corrisponde inoltre una oggettiva difficoltà delle nostre imprese nell'accesso al credito ed ai servizi ad esso correlati, dovuta essenzialmente all'allontanamento dei centri direzionali dei maggiori istituti dalla Regione e dalla crescente burocratizzazione del sistema, che oggi impedisce agli operatori locali di raggiungere in modo tempestivo ed unitario le informazioni necessarie alla propria attività nel contesto internazionale. Pur in presenza di uno scenario tendenzialmente negativo, Genova e la Liguria hanno di fronte un'occasione ghiotta di rilancio: innanzitutto il riferimento va al rinnovato ruolo di Genova nelle politiche nazionali legate alla posizione competitiva del Paese: si pensi alla scelta della città di Genova per ospitare il primo polo nazionale dell'alta tecnologia, o ancor alle straordinarie potenzialità del turismo regionale (che rappresenta una quota considerevole del Pil Liguria) e delle produzioni tipiche, che sotto la lente di Genova Capitale della cultura ha un'opportunità ancor più forte di evidenza.
Si consideri inoltre il ruolo economico giocato dal porti della regione, che hanno chiuso il 2003 con chiari progressi nella movimentazione merci e persone ed annunciano un 2004 ancora in crescita. Naturalmente il ruolo di supporto è affidato alle dogane, che costituiscono tuttora un neo ed un elemento parzialmente distorsivo dei traffici e del sistema commerciale a causa di un apparato che tarda a rinnovarsi e seguire i dettami della competitività cui sono sottoposti gli operatori.
Emerge inoltre la necessità di adeguare il sistema infrastrutturale, ferroviario e stradale, per soddisfare la pressante domanda di intermodalità e razionalizzare tutto il sistema viario e del trasporto della regione: su questo fronte il primo passo è stato compiuto con l'accordo di programma per la realizzazione del "Terzo Valico" Genova-Milano e il potenziamento del nodo ferroviario del capoluogo. In sostanza, alla luce di questi dati è essenziale una ridefinizione dei ruoli di tutti i soggetti impegnati nella crescita economica della Regione: se da una parte si assiste alla presa di coscienza degli imprenditori sull'importanza della collaborazione e dell'adozione di strumenti nuovi a favore dell'internazionalizzazione, dall'altra è compito dei governi escogitare nuovi metodi in grado di garantire la competitività dell'economia locale e predisporre un sistema di strumenti ed organismi volti ad agevolare il cammino delle imprese locali, facilitandone il cammino verso l'innovazione tecnologica e scientifica, che oggi divengono sinonimo di competitività.
Il 2003 ed il 2004 per l'Associazione sono stati importanti anni di crescita e consolidamento della propria funzione di riferimento per il sistema imprenditoriale ligure operante con l'estero. Innanzitutto è importante ricordare l'ultimo evento in ordine cronologico che ha visto impegnata l'associazione: il primo convegno internazionale ligure sul commercio estero, tenutosi tra il 21 e 22 maggio nella prestigiosa sede di Palazzo San Giorgio, appuntamento che l'Alce si augura possa divenire una piattaforma programmatica e un nuovo percorso costante di comunicazione tra enti, istituzioni, aziende. II 2003 ha rappresentato inoltre una tappa fondamentale della crescita dell'associazione anche a livello locale: la conferma di un posto permanente nel Consiglio della Camera di Commercio di Genova costituisce un riconoscimento importante all'attività svolta dall'Associazione, che in 60 anni di storia ha saputo guadagnare una posizione preminente attorno ai tavoli istituzionali più importanti. Sulla scia dell'anno trascorso, Il 2004 si è aperto all'insegna delle migliori intenzioni: è allo studio un programma di Marketing Associativo che prevede una serie di azioni rivolte alle imprese ed alle istituzioni interessate. Altro riconoscimento all'attività svolta negli ultimi anni è stata l'affiliazione di ASSOCAF e ASSOLAPIDEI, una innovazione assoluta nella storia dell'associazionismo ligure: l'integrazione delle due importanti associazioni di settore all'interno dell'Alce costituisce il primo capitolo di un progetto che prevede la cooptazione di un numero sempre maggiore di enti e comitati di categoria, che contribuiranno alla costruzione un polo associativo coeso nell'adozione di una politica di difesa e promozione strategica delle imprese operanti con l'estero. Inoltre, nel quadro delle innovazioni apportate alla struttura dell'Alce, è da segnalare la creazione di nuove Commissioni in seno alla Giunta, aperte non solo ai Consiglieri ma per la prima volta anche alle rappresentanze e delegazioni degli Associati, ed in particolare l'attivazione di una Commissione Import/Export, una Commissione relazioni Esterne, ed una Commissione Sindacale, che verranno ingrate nell'immediato futuro da una Commissione Portuale e Doganale e da una Commissione Rapporti con le Banche, Credito e Assicurazioni. Un accenno infine al cambio di sede dell'Associazione, che proprio in questi giorni trasferisce i propri uffici nella prestigiosa cornice di Piazza San Matteo nel Centro storico di Genova.
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