Lo scorso anno gli infortuni sul lavoro nei porti italiani sono aumentati del 40% rispetto al 1996 e dall'inizio del 2005 sono cinque i lavoratori deceduti nei porti. Del notevole aumento degli incidenti nei porti si è parlato oggi alla Spezia nel corso del convegno «Sicurezza del lavoro nei porti: le risposte ad una crisi» promosso da Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti.
Il numero degli infortuni tra i lavoratori dei porti italiani, secondo i dati dell'Inail, è salito da 1.009 nel 1996 al 1.438 nel 2004, con una crescita superiore al 40%. «E il numero - sostengono i sindacati - è sbagliato per difetto in quanto, per stessa ammissione dell'Inail, il sistema di rilevamento adottato non consente di verificare tutte le imprese portuali».
Per far fronte alla crescita degli infortuni i sindacati chiedono il completamento del quadro normativo con l'emanazione dei decreti sulla formazione e sul controllo dei mezzi previsti dal decreto legislativo n. 272 del 1999. Particolare importanza riveste per i sindacati la costituzione e l'attivazione dei comitati di igiene e sicurezza previsti, seppur in forma facoltativa, dallo stesso decreto. Completare il quadro normativo, in ogni caso, è ritenuto da Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti «necessario ma non sufficiente, molte altre sono, infatti, le concause della crisi del sistema di prevenzione».
«Il governo - affermano i sindacati - non si può chiamare fuori e le stesse Autorità Portuali non possono considerare esaurite le funzioni di vigilanza e controllo che gli competono, specialmente all'atto delle autorizzazioni. È necessario un unico modello di formazione per i lavoratori, applicabile in forma omogenea in ogni porto nazionale. Infine serve un cambio di orientamento che consenta di destinare una consistente quota di risorse economiche per lo sviluppo delle azioni di prevenzione. Pensiamo al concreto ed effettivo funzionamento dei comitati di igiene e sicurezza; a massicce campagne di prevenzione; alla formazione dei lavoratori, dei datori di lavoro, dei preposti e dei funzionari di vigilanza di tutte le pubbliche amministrazioni; alla manutenzione dei piazzali, degli impianti di illuminazioni, dei mezzi di sollevamento e di trazione delle attrezzature di banchina, e a tutto ciò che rende il lavoro più sicuro».