Ieri, presso l'Hotel Hassler di Roma, nel corso della presentazione della manifestazione SITL Italia (Settimana Internazionale Trasporti e Logistica) che si svolgerà a Verona dal 24 al 26 ottobre prossimi, si sono tenute due tavole rotonde che hanno riunito i rappresentanti di tutte le categorie che fanno parte della filiera logistica (porti, terminalisti, interporti, autostrasporto, ferrovia, aereo, aereoporti).
Al confronto hanno partecipato Assoporti, Federagenti, Assiterminal e Confitarma per il settore marittimo, Cna Fita, Anita e la Consulta dell'Autotrasporto e della Logistica per il trasporto su gomma, Enav, Enac e Assaeroporti per il trasporto aereo oltre ad Assologistica, Uir (Unione interporti) e FS cargo per il trasporto ferroviario e gli operatori della logistica.
Il vice direttore di "Finanza&Mercati"
Oscar Giannino, moderatore dell'incontro, ha sollecitato il dibattito chiedendosi perché la maggior parte degli investimenti non sono andati verso i porti e l'autotrasporto, ma piuttosto sull'alta velocità e altre infrastrutture che meno rispondono alle reali esigenze del mercato, che 80 volte su 100 sceglie la gomma.
L'economia dei trasporti in Italia - è stato rilevato - è caratterizzata dalla presenza di imprese di piccole dimensioni, troppi finanziamenti parcellizzati e scarsamente finalizzati ad incentivare comportamenti responsabili, carenza di regole chiare ed efficaci per stabilire un regime di corretta competizione. Queste in estrema sintesi le risposte che però su un punto nodale sembrano voler convergere: nella riorganizzazione dell'intero sistema mancano precise ed efficaci azioni e soprattutto sono venuti a mancare le risorse necessarie a contrastare l'azione di Paesi competitors come Spagna, Germania e Olanda.
In Italia, se il settore aeroportuale registra un significativo aumento del traffico merci, in quantità non eccessive rispetto alle altre modalità, come il mare e la terra, ma evidenziando una linea di tendenza importante, ben diverse sono le note che riguardano gli altri comparti. Le ferrovie, ad esempio, hanno registrato un calo delle tonnellate trasportate nel corso del 2005, in un paese, unico in Europa, che ha liberalizzato il trasporto ferroviario consentendo l'ingresso delle compagnie straniere. E mentre il commercio mondiale continua a crescere, i porti concorrenti come Rotterdam (+14%) e spagnoli (Valencia e Barcellona,+10%) si sviluppano tumultuosamente, a fronte di una flessione allarmante degli scali italiani (-3 %).
Le soluzioni prospettate nel corso dell'incontro sono chiare: investimenti mirati su alcuni porti strategici , incentivazione della modalità marittima mirata ai produttori di merci, creazione di un "Ministero del Mare" con cui dialogare ed operare, favorire l'aggregazione delle piccole imprese di autotrasporto, organizzare un offerta commerciale delle ferrovie più adatta alla clientela, investire nella formazione di quadri e dirigenti specializzati nella logistica come fanno altri paesi europei.