Oggi Assologistica ha reso note le conclusioni dell'assemblea dei terminalisti portuali che fanno parte dell'associazione, svoltasi giovedì scorso a Milano, nelle quali vengono esaminate le cause del calo dei traffici da/per i porti italiani, in particolare di merci unitizzate e containerizzate, in controtendenza rispetto alla crescita dei competitori europei.
I terminalisti di Assologistica individuano nel mancato approfondimento dei fondali portuali una delle cause determinanti della riduzione dei traffici. «È assolutamente prioritario - rilevano - dare certezza alle compagnie di navigazione della capacità dei porti italiani di approfondire i fondali dimensionandoli alle diverse necessità delle più di mille navi ordinate ai cantieri mondiali». Assologistica sottolinea la necessità di «aprire un confronto interministeriale sull'argomento finalizzato alla assunzioni di determinazioni anche con carattere di eccezionalità» ed evidenzia come sia indispensabile «che il nuovo governo risolva questioni aperte da tempo e solo apparentemente marginali, quali l'assoggettamento ad IVA dei canoni demaniali e l'allargamento ai porti commerciali della "Direttiva Seveso"». «Questo impegnativo quadro di temi da affrontare - secondo i terminalisti - potrebbe lasciare poco spazio per avviare una riflessione ed assumere decisioni riguardanti la revisione della legge 84/94 di riforma dei porti che potrebbe essere avviata successivamente».
In merito alla decisione del nuovo governo di insediare un ministero dei Trasporti ed un ministero delle Infrastrutture, i terminalisti di Assologistica auspicano che «lo "spacchettamento" delle competenze, prima unificate nel ministero delle Infrastrutture e Trasporti, abbia un effetto moltiplicatore delle energie al servizio del sistema logistico-portuale italiano coerente con il suo peso nell'economia del Paese e dell'Europa». Inoltre «condividono la richiesta delle Autorità Portuali di avere certezze dei flussi finanziari per investimenti infrastrutturali per l'immediato attraverso la cancellazione dei noti limiti di spesa e dal 2007 attraverso il riconoscimento di meccanismi responsabilizzanti di autonomia finanziaria».
Inoltre Assologistica suggerisce che divenga strutturale il tavolo ministeriale, avviato in occasione della discussione della direttiva sull'accesso ai servizi portuali e del "green paper" comunitari. «Quel tavolo - osserva l'associazione - si è rivelato utile nel passato e potrà esserlo maggiormente per il futuro per definire posizioni condivise dal governo e dagli operatori, su questioni fondamentali per il futuro del settore sulle quali è avviata una discussione a livello comunitario. Tra queste le linee guida sugli aiuti di Stato per le infrastrutture portuali, il costo delle infrastrutture portuali in concessione agli operatori privati, i contenuti della revisione del Libro Bianco sulla politica dei trasporti, la soluzione ai temi sollevati dal Libro verde sulla politica marittima licenziato il 7 giugno scorso dalla Commissione Europea, la definizione dei contenuti di una eventuale nuova direttiva sull'accesso ai servizi portuali dopo la bocciatura delle prime due». A questo proposito Assologistica annuncia di aver definito con Feport, l'associazione europea dei terminalisti portuali, una propria posizione che farà pervenire al governo.