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I porti italiani sono importanti incubatori di ricchezza e di gettito fiscale
Lo sottolinea uno studio condotto da Certet Bocconi, che evidenzia come gli scali non drenino risorse pubbliche
1 marzo 2007
e non drenano risorse pubbliche. Lo sottolinea uno studio, , di cui pubblichiamo una sintesi, che è stato condotto da Certet Bocconi e che è stato presentato oggi a Milano nella sede della Camera di Commercio alla presenza dei tre presidenti delle Autorità Portuali, Genova, La Spezia e Savona.

Infatti - rileva lo studio - ogni singola nuova infrastruttura produce per lo Stato un gettito fiscale in grado di garantirne l'ammortamento in tempi compatibili con la finanza di progetto e anche di generare ricchezza in modo permanente per il sistema paese.

I soli tre porti liguri producono ogni anno quasi quattro miliardi di euro di gettito fiscale, l'equivalente di una media manovra finanziaria, con un incremento del 26,5% fra il 2005 e il 2006. Una quota consistente di questo gettito è assicurata dai terminal container: basti pensare che la sola entrata in servizio del terminal container di Vado produrrebbe per lo Stato un maggiore gettito per 546 milioni di euro.

Risulta quindi drammatico il bilancio dei danni prodotti dal dirottamento delle merci destinate al mercato italiano e sbarcate nei porti del nord Europa. A fronte di merci importate attraverso il sistema portuale ligure per un valore complessivo di 22,3 miliardi di euro (7,9 miliardi trasportati in container), risulta plausibile - secondo lo studio di Certet Bocconi - che circa il 70% delle merci destinate al nord Italia sbarchi in altri porti comunitari : la perdita di gettito all'agenzia delle dogane è stata di 570 milioni di euro, quella relativa alle tasse portuali di 143 milioni; mentre la perdita di gettito Iva è pari a qualche miliardo di euro all'anno.

La ricerca evidenzia inoltre come da tempo i principali paesi europei abbiano dotato i loro porti di autonomia finanziaria, rovesciando l'approccio che tende a sopravvivere in Italia: i porti sono quindi una risorsa e non un costo.

 


Sintesi del Rapporto Certet:
"Le sfide dei porti liguri: sviluppo dell'intermodalità e della logistica,
autonomia finanziaria e promozione del ruolo dei privati negli investimenti"


 

Il ruolo dei porti liguri




Traffico Container nei principali porti italiani (*1000 TEU)


Porto




2000


2001


2002


2003


2004


2005


05/04


05/00


Arco del Nord Tirreno




2.949


3.054


3.081


3.208


3.388


3.527


4,1%


19,6%


Genova




1.501


1.527


1.531


1.606


1.619


1.625


0,4%


8,3%


La Spezia




910


975


975


1.007


1.040


1.024


-1,5%


12,5%


Livorno




501


502


520


541


639


658


3,0%


31,3%


Savona




37


50


55


54


90


220


144,4%


494,6%


Arco del Nord Adriatico




685


692


695


638


676


724


7,1%


5,7%


Trieste




202


198


181


118


175


198


13,1%


-2,0%


Ancona




84


90


94


76


41


64


56,1%


-23,8%


Venezia




218


246


262


284


291


293


0,7%


34,4%


Ravenna




181


158


158


160


169


169


0,0%


-6,6%


Porti del Centro-Sud




687


769


853


899


816


834


2,2%


21,4%


Napoli




397


430


444


433


348


374


7,5%


-5,8%


Salerno




276


321


375


417


412


418


1,5%


51,4%


Civitavecchia




13


16


22


25


36


32


-11,1%


146,2%


Bari




1


2


12


24


20


10


-50,0%


900,0%


Porti di transhipment




2.678


2.700


3.555


4.121


4.525


4.537


0,3%


69,4%


Gioia Tauro




2.653


2.488


3.009


3.149


3.261


3.161


-3,1%


19,1%


Taranto




3


186


472


658


763


717


-6,0%


23800,0%


Cagliari




22


26


74


314


501


659


31,5%


2895,5%


Fonte: Elaborazioni CERTeT su dati delle Autorità Portuali
  • Nel 2005 ben il 48,7% della merce containerizzata importata dall'Italia è transitata dai porti liguri.
  • Si calcola che il valore del traffico containerizzato in ingresso nei porti di Genova, La Spezia e Savona è stato pari a 7,9 miliardi di euro nel 2005.
  • Nel caso delle rinfuse energetiche, emerge come il sistema portuale ligure abbia importato risorse energetiche per un valore complessivo di 5,5 miliardi di euro.
  • Il valore complessivo dei cereali e dei prodotti ortofrutticoli importati dal sistema portuale ligure si aggira intorno agli 1,1 miliardi di euro.
  • Infine, l'importazione di merci diverse attraverso i porti liguri ha raggiunto un valore pari a 7,8 miliardi di euro.
  • Complessivamente, il volume totale di merci importate nel 2005 dal sistema portuale della Liguria raggiunge un valore di 22,364 miliardi di euro.
  • Le attività portuali italiane sono una delle principali voci a credito, con un valore delle esportazioni dei servizi portuali pari ad oltre 2,7 miliardi di Euro l'anno di cui circa il 13% grazie al sistema portuale ligure, quota che sale al 15% se si aggiungono le commissioni per agenti o spedizionieri.


 

Il gettito fiscale generato dai porti di Genova, La Spezia e Savona


I porti liguri hanno un'elevata valenza commerciale: la vicinanza di Genova, La Spezia e Savona alle aree a maggiore densità industriale del Paese e conseguentemente alle aree a maggior densità di consumo (Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna in primo luogo, ma anche Veneto e Toscana) fanno dei rispettivi porti una primaria porta d'ingresso per molteplici categorie di beni, la cui importazione si traduce in entrate fiscali - in termini di IVA, dazi, accise ecc. - che hanno un peso assolutamente rilevante nell'ambito del bilancio dello Stato.

Sommando tra loro la totalità dei diritti doganali riscossi dalle tre Agenzie delle Dogane, il gettito fiscale complessivamente generato dai porti liguri passa tra il 2002 e il 2005 da 3,126 a 3,954 miliardi di euro, con un incremento del 26,5%
.

Peraltro non tutte le merci sbarcate nei porti vengono contestualmente sdoganate, bensì parte di esse pagano i diritti doganali in altre province che non sono quelle liguri: in prossimità delle aree a maggiore intensità di consumo e là dove vi è la dotazione di strutture logistiche avanzate che permettano di rendere più efficiente il processo di distribuzione della merce (come gli interporti): è il caso di Rivalta Scrivia in Piemonte, Milano in Lombardia e Bologna in Emilia Romagna.

 

CIO' CHE PERDIAMO



Inoltre, una percentuale rilevante delle merci destinate ai mercati di consumo del Nord Italia transiti dagli scali del Nord Europa, si configura come una perdita di gettito Iva certamente delle Agenzie delle Dogane competenti nelle province dove i porti italiani sono localizzati, ma anche dello Stato nel suo complesso.

La normativa tributaria europea definisce espressamente che i diritti di confine - e quindi i dazi - siano riscossi dal Paese in cui le merci vengono immesse all'interno del territorio comunitario. Tale riscossione confluisce per il 25% nelle casse del Paese in questione, per il restante 75% confluisce, in qualità di "risorsa propria", nelle casse comunitarie.


Considerando plausibile il fatto che circa il 70% delle merci destinate al Nord Italia sbarchi nei porti nord-europei,
la perdita di gettito delle Agenzie delle Dogane liguri nel 2005 è stata almeno pari a 570 milioni di ' tenendo conto solo dei dazi all'importazione mentre quella relativa alle tasse portuali è stata almeno pari a 143 milioni ' ,per quanto concerne la perdita di gettito Iva, la questione è molto complessa e di difficile valutazione, ma l'ordine di grandezza del mancato introito per l'erario nazionale è pari a qualche miliardo di Euro ogni anno.

Il gettito fiscale generato dai terminal container di Genova, La Spezia e Savona


Sulla base dei dati di traffico del 2005, è stato stimato il gettito dei diritti marittimi e dell'Iva all'importazione associato ai terminal VTE e SECH di Genova e LSCT della Spezia; inoltre, è stata valutata un'ipotesi del gettito che deriverà dalla realizzazione del nuovo terminal container di Vado Ligure.

I due terminal container di Genova e il terminal container della Spezia movimentano
merci intorno alle 18 milioni di tonnellate, che, a fronte delle 88,5 milioni di tonnellate complessivamente movimentate dai porti liguri nel 2005, rappresentano una quota di circa il 20%. Ciononostante, il contributo degli stessi alla formazione del gettito fiscale è in proporzione molto superiore. I diritti marittimi ammontano a 17,714 milioni di euro, ovvero il 34,5% dei diritti marittimi generati dal sistema portuale ligure nel 2005 (51,417 milioni di euro).

Analogo è il contributo alla generazione del gettito Iva: il valore elevato delle merci tipicamente soggette a containerizzazione ai fini del trasporto, unito al fatto che tali merce, per le loro caratteristiche, sono soggette quasi totalmente alla massima aliquota Iva prevista dalla normativa (20%) fa sì che l'Iva all'importazione generata dai tre terminal sia pari a 1,141 miliardi di euro nel 2005, ovvero il 34,3% dell'Iva complessivamente generata dal sistema portuale ligure nel 2005 (3,327 miliardi di euro).

L'entrata in esercizio del nuovo terminal container da 750 mila Teu a Vado Ligure, garantirebbe
, dopo l'entrata a regime prevista per il 2021, un maggior gettito per lo Stato di 546 milioni di euro, di cui 6 milioni corrispondono a maggiori diritti marittimi e 540 milioni a maggiore gettito Iva.

 




Fonte: Elaborazioni CERTeT su dati delle Agenzia delle Dogane e delle Autorità Portuali


 



Fonte: Elaborazioni CERTeT su dati delle Agenzia delle Dogane e delle Autorità Portuali


 



Fonte: Elaborazioni CERTeT su dati delle Agenzia delle Dogane e delle Autorità Portuali


 



 

 

I porti come catalizzatori di servizi per la logistica


I porti rappresentano un fattore determinante nello sviluppo economico territoriale, e per poter essere valorizzati è necessario un cambiamento nell'approccio all'organizzazione logistica sia a livello portuale che a livello territoriale, attraverso un elevato livello d'integrazione tra strutture portuali e i terminal terrestri. Lo sviluppo dei servizi logistici presso i terminal stessi e la spinta verso i trasporti combinati avrà un ruolo essenziale per la competitività dei porti italiani nei confronti dei loro concorrenti nordeuropei e mediterranei, in particolare per accrescerne la penetrazione sui mercati del Centro e dell'Est Europa.

Le ipotesi di realizzazione di nuove infrastrutture
di collegamento con i porti (ad esempio Terzo Valico, Pontremolese, Corridoio Adriatico), sebbene siano fondamentale per cogliere le possibilità di sviluppo, sono in grado di generare effettivi impatti sull'organizzazione e sui flussi di traffico solo nel lungo periodo (oltre il 2015).

Sono quindi necessarie delle soluzioni che permettano una fluidificazione dei flussi ed una riduzione dei costi del trasporto da e per i porti nel breve periodo, agendo attraverso forme di modernizzazione del servizio di trasporto.
I soggetti che risultano in grado di promuovere iniziative di questo tipo sono le Autorità Portuali e gli Enti Locali.

In questo contesto le Autorità Portuali italiane hanno promosso varie iniziative fra le quali:
  • Partecipazioni in società ferroviarie
  • Protocolli d'intesa ed accordi con Trenitalia, RFI, Enti Pubblici Locali, Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e società private di gestione di servizi ferroviari o di centri logistici.
  • Costituzione o partecipazione in società di promozione dell'intermodalità e della logistica
  • Acquisizione di aree dedicate ad attività logistiche
  • Acquisto di mezzi di manovra o di trazione ferroviaria


 

Effetti fiscali dei diversi sistemi di tassazione in vigore nei porti spagnoli, francesi e liguri: una simulazione.


I principali aspetti che emergono dalle analisi condotte circa l'ammontare di gettito fiscale che le navi in ingresso nei diversi porti generano sono i seguenti:
  • il sistema di tassazione italiano genera un gettito complessivo inferiore rispetto ai sistemi spagnolo e francese
  • alle Autorità Portuali italiane spetta una quota ridotta del gettito complessivo, cosa che non avviene in Spagna e Francia


Il primo aspetto conferma l'inadeguatezza del sistema di tassazione attualmente in vigore nell'ordinamento italiano. Importi unitari dei diritti marittimi non aggiornati, unitamente ad uno sbilanciamento del sistema di tassazione verso i canoni demaniali, fa sì che il prelievo fiscale legato ai traffici marittimi sia limitato e inferiore rispetto alle altre realtà europee.

Il secondo aspetto mette in evidenza un'ulteriore problematica dell'ordinamento italiano, vale a dire quella relativa alla ripartizione del gettito dei diritti marittimi tra Stato e Autorità Portuali. Ciò riduce drasticamente le risorse finanziarie a disposizione delle Autorità Portuali e rende queste ultime maggiormente dipendenti dai finanziamenti statali, ostacolando la programmabilità della gestione.

 

Gli investimenti nei porti liguri: un confronto con le tasse introitate


La comparazione con le principali realtà a livello europeo, hanno messo in chiara luce come le Autorità Portuali italiane siano dotate di risorse finanziarie di natura corrente che appaiono inadeguate rispetto a quelle che sono le reali esigenze di crescita. Lo sviluppo delle attività portuali si trova così a dipendere fortemente dai trasferimenti dello Stato in conto capitale, cui vengono demandati i compiti di coprire gli investimenti in infrastrutture, impianti e macchinari, le opere di dragaggio ed altri interventi e manutenzioni straordinarie. Tale contesto ha l'importante conseguenza di limitare l'autonomia di gestione e la capacità di programmazione delle Autorità Portuali.
  • autofinanziamento e fonti private contribuiscono in modo marginale alla realizzazione degli investimenti: mediamente, tra il 2002 e il 2005, queste due voci coprono il 9% del fabbisogno
  • ;
  • i contributi pubblici in conto capitale hanno un peso molto maggiore in ogni anno di osservazione: mediamente, tra il 2002 e il 2005, questa voce copre il 91% del fabbisogno
  • .


I contributi pubblici
in conto capitale, ovvero la fonte dalla quale attualmente dipende il futuro dei porti, subiscono forti variazioni nel corso del periodo di osservazione. Il loro valore oscilla infatti, senza una logica apparente, tra un minimo di 23 milioni di euro nel 2003 e un massimo di 246 milioni nel 2004.

In definitiva, la realtà attuale fa emergere l'immediata necessità di dotare le Autorità Portuali di risorse finanziarie più adeguate al rilancio infrastrutturale di cui i porti necessitano e di garantire a tali risorse maggiore continuità e stabilità.

La prima strada percorribile in tal senso è fare in modo che le Autorità Portuali siano messe nella condizione di autofinanziarsi. Ciò è possibile tramite un incremento delle entrate correnti che, garantendo maggiori flussi di cassa, permetta alle Autorità Portuali di aprire linee di credito bancarie in grado di alimentare piani di investimento pluriennali.

La devoluzione della totalità dei diritti marittimi riscossi nei porti rappresenterebbe un primo e significativo passo in tal senso, generando risorse aggiuntive di natura corrente e fortemente correlate con i traffici marittimi per diversi milioni di euro. Prendendo a riferimento l'ultimo anno di osservazione e prevedendo una completa devoluzione dei diritti marittimi di competenza dello Stato in favore delle Autorità Portuali, le risorse che a queste ultime attualmente derivano dalle diverse forme di tassazione sui traffici marittimi verrebbero più che triplicate. Le entrate delle Autorità Portuali liguri passerebbero infatti da 15,4 a 51,4 milioni di euro.

A fronte di 3,954 miliardi di euro tra Iva, dazi, diritti marittimi e altre imposte incassati dalle Agenzie delle Dogane delle tre province, i 15,4 milioni di diritti marittimi di competenza delle Autorità Portuali hanno un peso che si aggira intorno allo 0,39%.


La seconda strada percorribile per fare in modo che le Autorità Portuali siano dotate di risorse adeguate alle necessità di sviluppo infrastrutturale e maggiormente stabili e continue, è quella di creare le condizioni politiche e sociali che permettano un maggiore coinvolgimento dei soggetti privati, siano essi terminalisti o compagnie armatoriali, negli investimenti infrastrutturali nell'ambito portuale e nell'ambito logistico a servizio dei porti.

Gli investimenti in alcune realtà europee


Ciò che emerge dai dati è così riassumibile:
  • nei porti europei le risorse per gli investimenti,
  • a parità di movimentazione, sono mediamente più elevate che nei porti liguri;
  • nei porti europei le risorse si caratterizzano per una stabilità molto maggiore che nei porti liguri;
  • nei porti europei, e in particolare in quelli spagnoli, tende a prevalere il ruolo dell'autofinanziamento, mentre è pressoché nullo nei porti liguri;


Considerando la media dei valori registrati negli ultimi due anni osservati, i porti spagnoli dispongono mediamente di oltre 4 euro per ogni tonnellata movimentata da destinare annualmente agli investimenti, ovvero un valore doppio rispetto alla disponibilità media dei porti liguri: 2 euro per tonnellata.

La voce mutui e altri debiti finanziari è pressoché inesistente nei porti liguri, mentre ben più cospicuo è il ricorso dei porti francesi e soprattutto spagnoli a capitale di debito: Nei porti di Barcellona, Valencia e Marsiglia i mutui rappresentano circa il 23% delle risorse complessivamente disponibili; nei tre porti liguri tale valore si avvicina allo 0,02%.

 

 

APPENDICE

COME ORGANIZZARE LE RISORSE E UNA CONCLUSIONE



Il finanziamento di nuovi terminal container: autonomia finanziaria e partenariato pubblico privato


Sono state svolte alcune simulazioni relative al finanziamento di nuovi terminal attraverso lo sfruttamento del partenariato pubblico-privato, con l'obiettivo di stimare l'entità delle risorse finanziarie aggiuntive di cui dovrebbe godere l'Autorità Portuale al fine di poter contribuire a fondo perduto all'investimento privato per la costruzione e gestione di un nuovo terminal, determinando in tal modo un incremento di redditività tale da rendere l'operazione appetibile per il terminalista.

Tale valutazione ha comportato la definizione di tre diversi scenari:
  1. il primo scenario
  2. ripercorre la situazione delineata nella proposta di Legge Finanziaria per il 2007, vale a dire il trasferimento della totalità dei diritti marittimi in capo alle Autorità Portuali;
  3. il secondo scenario, oltre a prevedere il trasferimento dei diritti marittimi, ne ipotizza l'incremento pari al 60%
  4. del loro valore unitario secondo gli standard emersi dall'analisi di benchmark in relazione ai porti spagnoli
  5. il terzo scenario
  6. - in aggiunta allo Scenario 1, ma in alternativa allo Scenario 2 - ipotizza il trasferimento parziale di una quota del gettito IVA sulle importazioni che si prevede si genererà nel terminal in esame


La simulazione relativa ha preso in esame un terminal standard con le caratteristiche riportate di seguito.
  • Periodo di cantiere pari a 3 anni e costi di costruzione pari a 250,0 M', di cui 150,0 M' relativi alle infrastrutture, 50,0 M' relativi alle opere complementari e 50,0 M' relativi alle sovrastrutture per complessivi 450 metri di nuova banchina.
  • Valore residuo economico dell'opera pari a 80,0 M'.
  • Capacità massima del terminal pari a 500.000 TEU, equivalenti a 4,4 Mtonn effettivamente movimentate, sfruttata per 2/3 nel primo anno di esercizio e saturata dopo una fase di ramping della domanda di 5 anni.
  • Gettito dell'IVA valutato in relazione a un valore medio della merce pari a 709 '/tonn, per una quota di import pari al 45% del totale complessivo della merce movimentata e un'aliquota media pari al 20%.


-Il primo scenario
che prevede il trasferimento integrale della titolarità dei diritti marittimi all'Autorità Portuale, consente di stimare in 56,0 M' la capacità di indebitamento aggiuntiva di quest'ultima (pari al 22% del costo di investimento complessivo). Tale valore, portato proporzionalmente in detrazione dei costi di investimento a titolo di contributo a fondo perduto, consente di portare la redditività del terminalista privato fino al 2,6%, risultato tuttavia inferiore anche alla più bassa delle minori delle soglie di redditività richieste per l'effettivo coinvolgimento dell'attore privato.

-Nel secondo scenario,
tuttavia, si osserva come la capacità di indebitamento aumenti significativamente, sino a raggiungere il valore di 89,6 M' (pari al 36% del costo di investimento complessivo). In questo caso, portando nuovamente tale grandezza in riduzione proporzionale dei costi di investimento in capo al terminalista a titolo di contributo a fondo perduto, anche la redditività dell'attore privato aumenta sino a raggiungere un valore del 3,9%, attestandosi nuovamente al di sotto della soglia minima di redditività.

-Nel terzo scenario
, in cui il gettito IVA è preso in considerazione in alternativa all'incremento del valore unitario dei diritti marittimi si evidenzia come il trasferimento di una sua quota minima in capo alle Autorità Portuali consentirebbe di portare la redditività complessiva del terminalista oltre la soglia più alta di remuneratività postulata come eventuale obiettivo da raggiungere.

Infatti, il soggetto privato potrebbe contare su una redditività del 20% qualora la compartecipazione diretta dell'Autorità Portuale salisse fino al livello garantito da un trasferimento del gettito IVA pari all'3,97% che porterebbe la capacità di indebitamento a 213,2 M' (pari all'85% del costo di investimento complessivo). Naturalmente, obiettivi meno ambiziosi in termini di redditività per il terminalista conducono a quote di trasferimento del gettito IVA inferiori: in particolare, è stimato un trasferimento minimo dell'3,59% per determinare una redditività pari al 15%, del 2,88% per determinare una redditività del 10% e soltanto dello 1,38% per determinare una redditività pari al 5%.

In conclusione si è ampiamente dimostrato che il 10% del gettito generato da un'infrastruttura quale quella di un terminale contenitori ,impegnato per 15 anni,permette il suo completo finanziamento senza il ricorso ai fondi ordinari di bilancio.
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Nuove sanzioni dell'UE per proibire l'uso di navi e porti per il trasporto di droni e missili prodotti dall'Iran
Bruxelles
Masucci confermato presidente dei Propeller Clubs italiani
Genova
Nuovo mandato per il triennio 2024-2027
I marittimi della Galaxy Leader sono in ostaggio da un anno
Londra/Hong Kong
Platten (ICS): è inaccettabile; l'umanità prevalga e vengano immediatamente rilasciati
MSC applicherà un rincaro dei noli per i trasporti marittimi dal Far East al Mediterraneo
Ginevra
Aumenti del +25% e del +18% per i container da 20' e 40' diretti nel Mediterraneo occidentale e in Adriatico
Completato il retrofit dual-fuel di una grande portacontainer della Maersk
Copenaghen
Potrà navigare a metanolo. Incrementata la capacità di stiva
Autorizzazione ambientale della Regione al dragaggio delle banchine dalla 19 alla 26 del porto di Ancona
Ancona
L'intervento costerà complessivamente 16,5 milioni di euro
PROSSIME PARTENZE
Visual Sailing List
Porto di partenza
Porto di destinazione:
- per ordine alfabetico
- per nazione
- per zona geografica
Convegno del CNEL sulla sostenibilità del trasporto marittimo
Roma
Si terrà il 27 novembre a Roma
In crescita le spedizioni intermodali tra il porto di Trieste e la Slovacchia
Trieste
Nel terzo trimestre il traffico dei container movimentato da HHLA è calato del -2%
Amburgo
A Trieste i volumi trattati da PLT Italy nei primi nove mesi del 2024 sono diminuiti
Ad ottobre il traffico dei container nel porto di Hong Kong è cresciuto del +0,7%
Hong Kong
Nei primi dieci mesi del 2024 registrato un calo del -5,2%
Nel trimestre luglio-settembre il traffico delle merci nel porto di Civitavecchia è calato del -11,8%
Civitavecchia
I crocieristi sono aumentati del +2,7%
Lo scorso mese il porto di Singapore ha movimentato 3,5 milioni di container (+8,1%)
Singapore
Nei primi dieci mesi del 2024 la crescita è stata del +6,2%
MSC ha completato l'acquisizione della maggioranza della società logistica MVN
Ginevra/Milano
L'azienda milanese prevede di chiudere il 2024 con un fatturato di 100 milioni di euro
Convegno di Assiterminal dal titolo “Porti in connessione - ESG, IA, CSRD”
Genova
Si terrà il 5 dicembre a Roma
Nel trimestre estivo il traffico dei passeggeri nei terminal crociere di Global Ports Holding è cresciuto del +27,5%
Istanbul
Ricavi in aumento del +23%
Lo spedizioniere SDC ha introdotto l'intelligenza artificiale nella gestione delle pratiche doganali
Venezia
Annualmente le pratiche seguite superano le 15mila unità
Perfezionata la cessione della società di spedizioni Santandrea dalla Pacorini alla Aprile
Trieste
L'azienda è stata fondata nel 1989 a Trieste
Porto di Gioia Tauro, protocollo d'intesa per la sicurezza negli ambienti di lavoro e delle operazioni portuali
Gioia Tauro
Avrà una durata di tre anni
PORTI
Porti italiani:
Ancona Genova Ravenna
Augusta Gioia Tauro Salerno
Bari La Spezia Savona
Brindisi Livorno Taranto
Cagliari Napoli Trapani
Carrara Palermo Trieste
Civitavecchia Piombino Venezia
Interporti italiani: elenco Porti del mondo: mappa
BANCA DATI
ArmatoriRiparatori e costruttori navali
SpedizionieriProvveditori e appaltatori navali
Agenzie marittimeAutotrasportatori
MEETINGS
Convegno del CNEL sulla sostenibilità del trasporto marittimo
Roma
Si terrà il 27 novembre a Roma
Convegno di Assiterminal dal titolo “Porti in connessione - ESG, IA, CSRD”
Genova
Si terrà il 5 dicembre a Roma
››› Archivio
RASSEGNA STAMPA
Sudan govt scraps $6bn Red Sea port deal with UAE
(The North Africa Post)
Argentina enfrenta tarifas portuarias hasta 500% más altas que otros países de la región
(Pescare)
››› Archivio
FORUM dello Shipping
e della Logistica
Relazione del presidente Nicola Zaccheo
Roma, 18 settembre 2024
››› Archivio
Paola Piraccini nominata collaboratore tecnico giuridico della Spininvest
Genova
Entrata in magistratura nel 1981, è consigliere di cassazione in pensione
Incontro a Roma tra i rappresentanti dei porti italiani e dei porti della Florida
Roma
Previsto un confronto per trovare temi comuni su cui impostare un'attività di benchmarking
Quest'anno i crocieristi nel porto di Ancona sono cresciuti del +18,9%
Ancona
Aumento del +25,1% dei transiti e calo del -5,1% degli sbarchi e imbarchi
Cambiaso Risso costituisce una joint venture a Cagliari
Cagliari/Genova
Partnership al 50% con Fausto Saba e Riccardo Vargiu
Ok al bilancio di previsione 2025 dell'AdSP del Mar Tirreno Centro Settentrionale
Civitavecchia
Presenta un avanzo di oltre 2,5 milioni di euro
A Palermo il taglio della prima lamiera del nuovo traghetto per la Regione Siciliana
Trieste/Palermo
La consegna della nave è prevista per il 2026
I ricavi trimestrali di Global Ship Lease registrano la prima diminuzione dalla fine del 2018
Atene
La società ritiene che la propria flotta di portacontainer abbia ottime prospettive future di impiego
DP World sigla un accordo per comprare l'australiana Silk Logistics
Dubai/Melbourne
Il valore previsto della transazione è di circa 115 milioni di dollari
Un lavoratore è deceduto nel porto di Crotone
Gioia Tauro
Si sarebbe improvvisamente accasciato al suolo mentre parlava con alcuni colleghi
Torbianelli: bene l'ok del CIPESS al finanziamento del futuro Molo VIII del porto di Trieste
Trieste
Dei 315 milioni di euro previsti, 206,9 sono attesi dallo Stato
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
Partita iva: 03532950106
Registrazione Stampa 33/96 Tribunale di Genova
Direttore responsabile Bruno Bellio
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