I rappresentanti dell'imprenditoria marittima adriatica, riunitisi ieri a Ca' della Nave (Martellago-Venezia) nell'ambito della prima convention tra i porti adriatici promossa dall'International Propeller Club Port of Venice, hanno concordato sulla necessità di dotare i porti marittimi commerciali-industriali e turistici di adeguate infrastrutture, materiali ed immateriali, per abbattere i tempi del "transit time" delle merci e dei passeggeri dando così alla "rotta adriatica" nuove chances per polarizzare gli interessi di armatori e traffici nel crescente interscambio con i mercati del Medio ed Estremo Oriente.
Con un documento approvato dai massimi rappresentanti degli International Propellers Clubs di Venezia, Trieste, Ravenna, Chioggia, Monfalcone e Brindisi e quelli della Consulta permanente del Bacino Adriatico, la collettività dell'economia marittima e dei trasporti si impegna - come si legge nel documento - «a sviluppare la Comunità Euro-adriatica promuovendo l'interazione tra i porti adriatici in una rete inclusiva aperta anche alle comunità della sponda orientale; a promuovere congiuntamente la progettazione e la realizzazione del Corridoio adriatico in tutte le sedi ritenute opportune, favorendo scambio e contatti diretti per rafforzare la collaborazione necessaria a definire una razionalizzazione degli interventi comuni in piena condivisione di obiettivi per imporsi agli operatori ed ai mercati con massa critica, ottimizzando le risorse disponibili; a proporre sistemi portuali come nodo logistico privilegiato dei distretti e delle zone industriali di riferimento; a definire, di comune intesa, gli obiettivi strategici sui temi della infrastrutturazione, delle riforme legislative e dello sviluppo delle migliori prassi amministrative per sensibilizzare l'attenzione della classe politica, nel pieno rispetto del principio di sussidiarietà».
Si tratta - ha confermato il ministro alle infrastrutture, Antonio Di Pietro, in una lettera indirizzata al presidente del Propeller Club veneziano, Massimo Bernardo - di «un evento importante, il cui scopo è lo sviluppo della integrazione tra la portualità del nord e del sud del Paese, in modo da garantire la competitività nei nuovi mercati emergenti dell'Estremo e del Medio Oriente».
«Per la portualità adriatica - ha commentato Bernardo - si è di fronte all'esigenza e all'urgenza di fare un vero e proprio salto di qualità, da una parte rimappando con un corretto master plan le spesso riduttive competenze territoriali delle Autorità Portuali, così come è stato recentemente deciso per i porti della regione Puglia di Bari, Brindisi e Taranto, dall'altra riprogrammando, stavolta però per grandi aree economiche, investimenti infrastrutturali adeguati alle esigenze di quelli che dovrebbero diventare nei retroporti i "nuovi poli logistici allargati", all'interno dei quali ogni rinnovata entità portuale dovrà rappresentare non solo lo snodo intermodale tra il via mare e i grandi motori della distribuzione delle merci, ma anche, dotandola di strumenti finanziari, amministrativi e giuridici adeguati, il "regista" di questa nuova politica del trasporto».