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Il cluster marittimo e portuale italiano chiede al mondo politico una nuova governance che affronti insieme infrastrutture, trasporti e ambiente
La Federazione del Mare è favorevole alla riunificazione dei ministeri dei Trasporti e delle Infrastrutture in un dicastero di cui possa far parte anche il ministero dell'Ambiente
19 marzo 2008
In un documento unitario - che pubblichiamo di seguito - la Federazione del Mare, che rappresenta il cluster marittimo e portuale italiano, ha chiesto al mondo politico una nuova governance che affronti insieme i temi delle infrastrutture, dei trasporti e dell'ambiente.

«In vista delle elezioni politiche del 13 e 14 aprile e delle successive attività governative e parlamentari - ha spiegato oggi la Federazione - per la prima volta un documento unitario del cluster marittimo e portuale segnala le aspettative ai candidati premier e alle forze politiche di questo fondamentale asset della nostra economia. In particolare, viene posto l'accento sulla specialità delle attività di questo settore, specialità che deve trovare un suo riflesso anche nell'ordinamento».

La Federazione ha sottolineato la necessità che «anche in Italia, come già in Europa, si giunga ad una politica che affronti in modo globale e intersettoriale tutti gli aspetti delle questioni marittime e portuali».

La Federazione ha espresso il proprio parere favorevole alla riunificazione dei ministeri dei Trasporti e delle Infrastrutture, «auspicando anzi - ha precisato il cluster - che anche il ministero dell'Ambiente possa far parte di un nuovo grande dicastero, in seno al quale si risolvano “a monte” le questioni di sostenibilità ambientale delle infrastrutture ritenute necessarie».

Inoltre la Federazione ritiene utile che «siano meglio chiarite le competenze concorrenti fra Stato e Regioni e fra queste istituzioni e le Autorità Portuali, il cui ruolo va rafforzato».

Infine, «ritiene necessario e indispensabile che nell'ambito del ricostituito ministero unitario vi sia, a livello politico, un interlocutore unico dotato di effettivi poteri su tutte le materie marittime e portuali».

Nel documento inviato ai candidati ed alle segreterie delle principali forze politiche sono indicate anche priorità più articolate per i vari settori: armamento, cantieristica mercantile e da diporto, pesca marittima, portualità, terziario. Un'attenzione particolare è richiesta per la ricerca e l'innovazione nonché per le risorse umane, specialmente per i naviganti, «nei confronti dei quali - ha rilevato l'organizzazione - un segno significativo sarebbe quello di assicurare esercizio del voto, essendo essi rimasti ormai gli unici italiani cui tale diritto è precluso, benché la nave sia territorio dello Stato».

Il cluster marittimo e portuale italiano produce ogni anno beni e servizi per oltre 40 miliardi di euro e dà occupazione a quasi 400.000 addetti.

«L'interscambio marittimo italiano - ha osservato la Federazione - è il maggiore dell'Unione Europea e i porti rappresentano una dotazione chiave per un paese trasformatore come l'Italia. La flotta di bandiera italiana è tra le prime in Europa e ai vertici mondiali per le navi traghetto (passeggeri e merci) e chimichiere. Posizione di leader l'Italia ha nella costruzione di navi da crociera, di grandi traghetti e di mega-yacht, mentre nella ricerca partecipa al coordinamento della piattaforma tecnologica europea Waterborne».




FEDERAZIONE DEL MARE


IL CLUSTER MARITTIMO E PORTUALE
IL SUO CONTRIBUTO ALLO SVILUPPO DELL'ECONOMIA ITALIANA
LE SUE ASPETTATIVE DI MODIFICA DEL QUADRO NORMATIVO

Roma
12 marzo 2008


Premessa

La Federazione del Mare raggruppa le principali componenti imprenditoriali e istituzionali del mondo marittimo e portuale. Infatti, ad essa aderiscono:

  • per l'armamento privato e pubblico: CONFITARMA (Confederazione Italiana Armatori), FEDARLINEA (Associazione italiana dell'armamento di linea), COLLEGIO CAPITANI (Collegio nazionale capitani di lungo corso e di macchina), CONS.A.R. (Consorzio Armatori per la ricerca) e T.M.C.R. (Associazione nazionale per la promozione del trasporto marittimo a corto raggio);
  • per la cantieristica mercantile e del diporto nautico: ASSONAVE (Associazione nazionale dell'industria navalmeccanica) e UCINA (Unione nazionale cantieri industrie nautiche e affini);
  • per la pesca: FEDERPESCA (Federazione nazionale delle imprese di pesca);
  • per la portualità (terminalisti e compagnie portuali): ASSOLOGISTICA (Associazione italiana delle imprese di logistica, magazzini generali/frigoriferi, terminal operator portuali, interportuali e aereoportuali) e ANCIP (Associazione nazionale compagnie imprese portuali);
  • per i servizi nautici: ASSORIMORCHIATORI (Associazione italiana armatori di rimorchiatori) e FEDEPILOTI (Federazione italiana piloti dei porti);
  • per il terziario: FEDERAGENTI (Federazione nazionale agenti raccomandatari marittimi, agenti aerei e mediatori marittimi), RINA (Registro Italiano Navale); ANIA (Associazione nazionale tra le imprese di assicurazione), AIDIM (Associazione italiana di diritto marittimo);
  • per le Istituzioni portuali e previdenziali: ASSOPORTI (Associazione porti italiani, rappresentativa di Autorità Portuali e Camere di Commercio Marittime) e IPSEMA (Istituto di previdenza per il settore marittimo).
In forza della sua rappresentatività e della specialità delle attività del cluster marittimo e portuale, la Federazione sente il dovere di prospettare ai principali Partiti politici del Paese, che si accingono a confrontarsi nelle prossime elezioni, ciò che esso rappresenta per l'Italia, come contribuisca allo sviluppo e come se ne possano difendere e incrementare le posizioni acquisite.

Il cluster: PIL, occupazione e trend di sviluppo

Iniziamo da poche, ma significative, cifre:

    1 III Rapporto sull'economia del mare curato congiuntamente dalla Federazione del Mare e dal Censis e pubblicato da FrancoAngeli, consultabile sul sito della Federazione: www.federazionedelmare.it
  • il PIL generato dal cluster marittimo e portuale è stato stimato nel III Rapporto sull'economia del mare pubblicato nel 20061 pari al 2,7% del PIL nazionale. Per dare un senso comparativo a tale percentuale, ricordiamo come il PIL marittimo superi quello della agricoltura di oltre 4 miliardi di euro e sia circa il quadruplo di quello generato dal settore automobilistico;
  • l'occupazione costituisce invece l'1,6% dell'occupazione totale, essendo il comparto capital intensive e caratterizzato da una elevata produttività.
Ma, più delle cifre, appare interessante il fatto che il sistema delle attività marittime ha seguito da oltre un decennio un percorso di progressiva e costante crescita, anticiclico rispetto alle fasi di stagnazione che hanno invece caratterizzato quasi tutte le altre realtà industriali. E' una caratteristica che riguarda soprattutto le industrie marittime manifatturiere (costruzioni e riparazioni navali, sia della cantieristica maggiore sia della nautica da diporto), l'armamento e, sia pure in misura più contenuta, la portualità, la pesca e il qualificato terziario che ruota intorno alle attività marittimo-portuali (servizi tecnico-nautici, logistica, intermediazione, assicurazioni e finanza).

Elementi intrinseci alla natura del cluster che ne hanno favorito lo sviluppo

Il preesistere di un considerevole grado di internazionalizzazione ha consentito anzitutto ai singoli settori - attraverso una elevata flessibilità - di assecondare le trasformazioni imposte dall'economia globalizzata e di riorganizzare sia i processi produttivi interni di matrice industriale sia quelli della logistica e dei trasporti.

La portualità italiana rappresenta poi la principale chiave logistica del Paese, in quanto il 63% delle merci importate e il 46% di quelle esportate (in quantità) dall'Italia transitano via mare. Se si guarda al solo commercio dell'Italia con Paesi al di fuori dell'Unione Europea, la modalità marittima acquisisce ulteriore rilievo: oltre l'80% delle quantità di merci importate e quasi l'80% di quelle esportate dall'Italia transitano attualmente via mare, facendo del settore dei trasporti marittimi un sistema essenziale di vettori e rendendo i porti snodi essenziali della rete di interscambi in cui l'Italia è inserita.

Esistono infine risorse umane altamente qualificate, non solamente nel management e nei quadri ma anche in settori lavorativi tradizionali, come quello navalmeccanico (e il suo indotto) o quello navigante, la cui conservazione e rinnovo nei Paesi altamente industrializzati costituisce un elemento di irrinunciabile know-how. E l'impegno del cluster a difendere tali competenze è testimoniato da casi di eccellenza come quello dell'Accademia Italiana della Marina Mercantile di Genova, istituita nel 2005, che registra una confluenza sinergica da parte delle Istituzioni e delle organizzazioni rappresentative dell'armamento mercantile, del diporto, della pesca.


Elementi esterni: la politica marittima dell'Unione Europea e il rinnovato quadro legislativo italiano

La politica dell'Unione Europea nei confronti del mare è stata contraddistinta da due fasi.

Una prima fase è stata caratterizzata da una serie di rilevanti interventi settoriali:
  • la politica di aiuti alla cantieristica durata sino agli anni Novanta e sostituita successivamente da incentivi alla ricerca e innovazione a seguito dell'affermazione del settore in segmenti ad alta tecnologia, come le navi passeggeri;
  • l'indirizzo antimonopolistico che ha costituito la premessa per l'abbattimento dei monopoli nei porti italiani (legge n. 84 de 1994), con conseguenze estremamente positive per la produttività delle operazioni portuali;
  • il regime degli aiuti di Stato perseguita in sede europea, che ha favorito i provvedimenti legislativi degli Stati membri tendenti a rendere competitiva l'industria armatoriale ed evitare la delocalizzazione delle flotte. In Italia è stato introdotto il cosiddetto Registro Internazionale (legge n. 30 del 1998), che ha contribuito in modo determinante al rilancio della nostra flotta mercantile, con riflessi positivi anche per la pesca e per il diporto nautico.
  • l'abbattimento della storica barriera fra infrastrutture terrestri e marittime attraverso l'inserimento delle autostrade del mare nella rete dei progetti prioritari dell'Unione europea (cosiddette Reti TEN).
Una seconda fase della politica comunitaria, tuttora in corso, è iniziata nel marzo 2005 con l'emanazione da parte del Presidente della Commissione europea Barroso e del Commissario Borg di una Comunicazione sulla futura politica marittima dell'Unione ed è proseguita con la pubblicazione nell'ottobre 2007 del cosiddetto Libro Blu (Una politica marittima integrata dell'Unione Europea).
La vera novità della nuova politica europea è il rigetto dell'approccio settoriale sinora seguito dall'Unione e dagli Stati membri (e cioè: una politica per gli armatori, una per i porti, una per i cantieri, una per l'ambiente, una per la pesca, una per il diporto, ecc.), per affermare invece la necessità di una politica “olistica”, che affronti globalmente ed intersettorialmente tutti gli aspetti delle problematiche marittime.

La presente iniziativa della Federazione del Mare costituisce una proiezione in sede nazionale di tale politica europea, che peraltro non ha trovato sinora nella situazione di governance comunitaria e nazionale una corrispondente


PROPOSTE DEL CLUSTER

Il positivo sviluppo delle attività marittime e portuali richiede ora una rinnovata attenzione della politica, che ne favorisca il proseguimento e ne riconosca la specialità: a tal fine, prima di indicare le proposte relative ai principali settori e alle tematiche trasversali del cluster, si segnala la assoluta necessità di affrontare preliminarmente i problemi di “governance” del comparto, anche alla luce delle recenti esperienze.


PROBLEMI DI “GOVERNANCE”

Il cluster marittimo e portuale è favorevole alla riunificazione dei Ministeri dei Trasporti e delle Infrastrutture: anzi, auspicherebbe che anche il Ministero dell'Ambiente possa far parte di un nuovo grande dicastero, in seno al quale si risolvano “a monte” le sostenibilità ambientali delle infrastrutture ritenute necessarie. Ritiene altresì utile - come accennato più oltre, trattando i temi della portualità - che siano meglio chiarite le competenze concorrenti fra Stato e Regioni e fra queste Istituzioni e le Autorità Portuali, il cui ruolo va rafforzato.

Il cluster ritiene infine necessario che nell'ambito del ricostituito Ministero unitario vi sia, a livello politico, un interlocutore unico dotato di effettivi poteri su tutte le materie marittime e portuali, ivi compresa la individuazione delle infrastrutture relative ai porti nazionali.

La necessità di questa specifica autorità deriva dalla particolare specialità del settore, che si manifestò in passato nell'ordinamento attraverso una particolare normativa (codice della navigazione) e un ministero ad hoc ( Marina mercantile); essa è tuttora attuale in campo previdenziale, con l'attribuzione all'Istituto di Previdenza del Settore Marittimo (IPSEMA) delle competenze infortunistiche in ambito marittimo, competenze che occorrerebbe salvaguardare ed anzi estendere a tutti i settori marittimi, lacuali/lagunari e della piccola pesca.


ARMAMENTO

Particolarmente eclatante è stata l'evoluzione della flotta mercantile italiana, che, sulla base del quadro legislativo introdotto nel 1998 (Registro Internazionale) e di una politica di concertazione con i sindacati di categoria, si è tempestivamente inserita, con massicci ordinativi di navi nuove, nel trend ascensionale dei traffici marittimi mondiali, raddoppiando sostanzialmente la flotta nell'ultimo decennio.

La crescita del naviglio continua, registrando alla fine del 2007 un incremento del 6% rispetto all'anno precedente. Si prevede inoltre che gli ordini di nuove navi da parte di imprese armatoriali italiane raggiungano quest'anno i 7 miliardi di dollari e i 9 miliardi nel 2009. A questi investimenti bisogna aggiungere quelli effettuati dalle imprese armatoriali che esercitano nei porti i servizi tecniconautici (rimorchio - pilotaggio, etc.), i cui investimenti sono stati valutati in circa 100 milioni di euro nell'ultimo triennio.

Con 14 milioni di tonnellate di stazza, la flotta italiana è nel gruppo delle principali marine mercantili, posizionandosi al 1° posto in Europa tra i grandi paesi industriali e al 13° nel mondo, con posizioni di leadership nella graduatoria di alcune tipologie di navi sofisticate, come quelle ro - ro, quelle passeggeri, quelle chimichiere.

Per mantenere questo trend positivo sarebbero opportune modifiche normative atte a:

  • completare il processo di internazionalizzazione dello shipping italiano e rendere strutturali gli interventi in materia di oneri sociali per l'intera flotta di cabotaggio, in modo da completare la riforma anche per questo settore, così importante per la nostra penisola;
  • favorire scelte ambientali sostenibili, promovendo sia il trasferimento del trasporto delle merci dalla strada al mare sulle rotte europee e nazionali con il rafforzamento degli strumenti esistenti a sostegno della autostrade del mare, sia una ulteriore riduzione delle emissioni in campo navale attraverso un sostegno alle attività di ricerca e di rinnovamento tecnologico, sulla base di quanto già previsto per le navi passeggeri;
  • adottare anche in Italia una normativa che agevoli l'introduzione di strumenti finanziari innovativi quali i fondi di investimento navale, atti a facilitare da un lato il reperimento presso il pubblico degli ingenti capitali oggi richiesti dai processi di concentrazione delle imprese e di crescita dimensionale delle navi, dall'altro la possibilità per i risparmiatori di investire in un settore in crescita;
  • lavorare ad una incisiva e celere semplificazione delle norme nazionali sulla navigazione, un campo in cui si possono raggiungere senza oneri per l'Erario risultati significativi per accentuare la competitività internazionale della navigazione italiana, come dimostra l'attività della commissione regole e competitività istituita da Confitarma, cui partecipano imprese e istituzioni;
  • assicurare un più organico supporto pubblico alle attività di formazione in campo marittimo, specialmente per il personale di stato maggiore di coperta e di macchina, secondo quanto deriva dalla divisione internazionale del lavoro nel settore;
  • confermare International Labour Organisation (ILO) e International Maritime Organisation (IMO) quali sedi privilegiate per la definizione di normative nel settore marittimo in materia sociale e di sicurezza della navigazione, evitando fenomeni di stratificazione normativa dovuti ad interventi del legislatore comunitario e nazionale sulle medesime materie già disciplinate in sede internazionale;
  • dare il senso di una maggiore attenzione alle professioni della navigazione, ad esempio introducendo al più presto una specifica normativa elettorale che consenta ai marittimi imbarcati su navi italiane di esercitare il diritto di voto.


CANTIERISTICA

Cantieristica mercantile
Gli elementi intrinseci al cluster sopra richiamati ed in specie la visione internazionale dei mercati, l'accentuata flessibilità, la riorganizzazione dei processi produttivi hanno avuto ricadute positive nei vari segmenti del comparto.

La cantieristica mercantile italiana si è posizionata, da parecchi anni, nei segmenti di produzione delle navi passeggeri (navi da crociera e ferry), in quanto caratterizzati da elevati contenuti tecnologici, da spiccata qualità di realizzazione e da un forte grado di personalizzazione sulla base delle esigenze del cliente. Tale scelta competitiva ha permesso alla cantieristica italiana, da un lato di affrancarsi dalle produzioni di massa e standardizzate del naviglio più semplice (bulk carrier, tanker, general cargo, ecc.), dove fa premio il basso costo di produzione, dall'altro di valorizzare le competenze tecnologiche e di design tipiche del “made in Italy”, anche attraverso un ampio coinvolgimento dell'indotto.

Come conseguenza di questa selezione di campo, la cantieristica italiana ha acquisito posizioni di leadership in campo internazionale: infatti, i cantieri nazionali detengono il 44% del mercato mondiale, sia nel settore delle navi da crociera che in quello dei ferry maggiori.

Coerentemente con questa impostazione, la cantieristica italiana ha privilegiato, come strategia competitiva, l'attività di ricerca e innovazione per migliorare con continuità caratteristiche e performance dei propri prodotti ed innalzare barriere all'ingresso di possibili concorrenti, specie del Far East. Tali attività si sono realizzate anche attraverso forme di collaborazione con istituzioni scientifiche ed enti di ricerca, nonchè con la rete dei fornitori, che partecipa in misura rilevante allo sviluppo del prodotto nave.

In relazione a tutto ciò, la cantieristica italiana si è impegnata con successo, sia a livello europeo che nazionale e regionale, perché venissero attivati strumenti di sostegno all'attività di ricerca e innovazione nel proprio settore, a difesa di una produzione che rappresenta un asset fondamentale dell'industria nazionale.

E' essenziale che questo tipo di attenzione permanga anche in futuro, a maggior ragione ove si considerino le recenti mosse ostili da parte di un cantiere coreano intenzionato ad entrare nel comparto delle navi cruise; e ciò per offrire al settore una continuità di supporto all' attività di ricerca e innovazione, che costituisce un elemento essenziale per il mantenimento delle posizioni di leadership acquisite e rappresenta un tema trasversale al cluster, del quale trattiamo sotto il titolo Ricerca e innovazione.

Cantieristica da diporto
L'industria nautica italiana conferma ormai da quasi un decennio la sua condizione di leadership internazionale: la cantieristica nazionale dei grandi yacht è prima al mondo; il complesso della produzione nautica italiana è primo in Europa e secondo nel mondo dopo gli Stati Uniti.

La produzione italiana è caratterizzata da un forte export, superiore al 70% del fatturato, conseguito grazie sia ad una forte diversificazione sui mercati internazionali (con forti investimenti nella creazione di reti di leadership) sia, soprattutto, a consistenti programmi di ricerca tecnologica e di innovazione del prodotto.

Il settore, tuttavia, ritiene strategico promuovere e valorizzare il mercato nazionale attraverso un vero e proprio sistema-paese del turismo nautico, che preveda:
  • il potenziamento della capacità ricettiva portuale turistica interna, soprattutto attraverso la valorizzazione delle strutture esistenti, con una particolare attenzione alle porzioni già infrastrutturate dei waterfront cittadini e delle coste;
  • la semplificazione della burocrazia (tema trasversale a tutti i settori del cluster) e della fiscalità, con l'obiettivo di favorire l'immatricolazione sotto bandiera italiana di più unità prodotte in Italia;
  • una normativa omogenea ed integrata per il noleggio e la locazione delle unità da diporto;
  • una fruizione compatibile della costa, con particolare attenzione ad una nuova normativa, in linea con gli altri Paesi europei, relativa alla gestione delle aree marine protette;
  • la promozione di un sistema nazionale di formazione rivolto alle aziende e agli operatori della nautica, con la creazione di programmi specifici per gli equipaggi del diporto;
  • il sostegno allo sviluppo della piccola nautica attraverso un progetto integrato e, più in generale, la promozione del diportismo e del turismo nautico.


PESCA MARITTIMA

Un tradizionale segmento delle attività economiche legate al mare è costituito dalla pesca e, più in generale, dalla produzione, lavorazione e conservazione di prodotti della pesca e a base di pesce. Gli addetti nell'intero comparto, secondo stime aggiornate al 2007, sfiorano le 85.000 unità, mentre nel settore della pesca marittima risultano occupate circa 38.000 unità. Il settore è caratterizzato da una flotta in larga parte vetusta, livelli di produttività stazionari a fronte di un notevole aumento della domanda, che viene però soddisfatta, al 65%, dalle importazioni.

Semplificazione e modernizzazione del settore. Il settore sconta un'eccessiva produzione normativa di livello comunitario, nazionale, regionale, di rango primario e secondario, con aree di sovrapposizione e duplicazioni di interventi che costituiscono veri e propri oneri impropri per le imprese, oltre a generare sconcerto e confusione tra gli operatori.
  • C'è quindi necessità di un'opera di semplificazione legislativa ed amministrativa, con l'obiettivo di migliorare la competitività delle imprese, attraverso una riduzione sia dei costi che dei vincoli.
  • Si deve portare a compimento il processo di modernizzazione con la piena assimilazione dell'imprenditore ittico a quello agricolo, per estendere al primo regimi propri dei settori primari, come quello dell'IVA forfetizzata agricola e l'applicazione di un adeguato sistema di ammortizzatori sociali.
  • Inoltre, contrariamente all'attuale regolamentazione, è necessario consentire una gestione maggiormente flessibile delle attività di pesca assegnando ad ogni impresa un plafond annuo di giornate pescabili, che a parità di sforzo di pesca, garantisce l'approvvigionamento continuo dei mercati con prodotto nazionale, significativi risparmi sui costi di gestione, in primis il gasolio, e maggiore sicurezza del lavoro.
Rapporti con gli organi comunitari e relazioni internazionali. La politica comunitaria della pesca (PCP) è da anni incentrata precipuamente sulla necessità di ridurre la capacità di pesca del naviglio comunitario, ritenuta sovreccedente rispetto alle risorse ittiche disponibili, un'opera di destrutturazione unilaterale della flotta da pesca comunitaria che ha indebolito il comparto nei confronti delle flotte pescherecce di Paesi terzi, segnando anche una caduta verticale dei posti di lavoro.
  • Appare indispensabile riequilibrare le politiche gestionali riassegnando centralità anche agli aspetti economici e sociali e non solo a quelli puramente ambientali e biologici.
  • Inoltre occorre tutelare i legittimi interessi della categoria, compromessi dalle istituzioni unilaterali di zone di inibizione della pesca proclamate da diversi Stati rivieraschi del Mediterraneo.


PORTUALITA'

Abbiamo già sottolineato come la portualità italiana sia il principale snodo logistico del Paese. Precisiamo ulteriormente che l'Italia è il primo dei Paesi dell'Unione Europea per quantità di merci importate extra-Ue via mare (con oltre 206 milioni di tonnellate di merce e con grande distacco dalla Spagna, seconda in classifica e dal Regno Unito, terzo nella lista); trattandosi per lo più di materie prime utilizzate dalle imprese nazionali, si comprende il ruolo determinante che i servizi di trasporto marittimo e le infrastrutture portuali e retroportuali hanno attualmente nei processi produttivi del Paese.

Se si tiene conto, inoltre, che le stime più accreditate mettono in evidenza incrementi di traffico merci e passeggeri nei prossimi dieci anni di almeno il 40% rispetto agli attuali livelli; che, nel medesimo periodo, nel Mediterraneo la movimentazione di container, in termini di TEU, aumenterà del 75%, così come presumibilmente aumenteranno le unità di carico movimentate con navi ro-ro, si comprende meglio l'attenzione che i porti debbono avere per lo sviluppo dell'economia italiana.

L'importanza dell'indirizzo politico e del conseguente quadro legislativo nel quale operano le imprese trova una significativa testimonianza nel decollo che i nostri porti hanno avuto successivamente alla legge n. 84 del 1994, che ha consentito uno sviluppo delle attività portuali, mediante l'innervamento delle Autorità Portuali e il sorgere dei cosiddetti “terminalisti”, i quali, operando in zone portuali loro attribuite per concessione, gestiscono in modo imprenditoriale lo sbarco, l'imbarco e la ridistribuzione delle merci.

Il cluster ritiene che un aggiornamento di tale legge sia ormai necessario, anche per evitare interventi legislativi estemporanei che non siano frutto di un approfondito dibattito parlamentare.

C'è un generale consenso nel cluster sull'opportunità di stanziare nuove risorse per potenziare le dotazioni infrastrutturali nei principali porti commerciali e che sia quindi data piena ed effettiva applicazione all'autonomia finanziaria delle Autorità Portuali, avviata con la legge n° 296 del 2006. Tale autonomia dovrebbe consentire di svincolare i necessari processi di potenziamento delle dotazioni infrastrutturali nei porti dalle defatiganti procedure esistenti per l'assegnazione dei fondi destinati alle infrastrutture stesse. Essa dovrebbe altresì consentire di realizzare gli onerosi, ma indispensabili, interventi in opere quali dighe foranee, altre di difesa, aree portuali di uso ed utilità generale, attualmente non previste nello schema di decreto in itinere di cui al comma 990, art. 1, della legge n. 296 del 2006.

Fra le infrastrutture da adeguare appaiono certamente prioritari i dragaggi e le altre opere atte ad adeguare fondali e spazi acquei ai pescaggi e alle dimensioni delle navi di nuova generazione; a questo proposito è necessario che sia finalmente emanato dal Ministero dell'Ambiente il decreto attuativo della norma sui dragaggi, previsto dalla legge n° 296 del 2006 (art. 1, c. 996). Il problema dell'impossibilità di effettuare dragaggi nel nostro Paese, unico tra quelli dell'Unione Europea, costituisce un caso emblematico ed estremo della necessità di risolvere i problemi di governance del settore.

L'auspicato potenziamento dell'autonomia finanziaria delle Autorità Portuali dovrebbe peraltro - secondo l'opinione degli utenti portuali - essere correlata ad una norma che garantisca l'effettivo impiego delle nuove risorse per la realizzazione delle infrastrutture. A questo riguardo è opinione di tutto il cluster che occorre una semplificazione delle procedure di pianificazione e realizzazione delle opere portuali, nonché stabilire normativamente tempi certi per le diverse fasi dell'iter di perfezionamento del Piano Regolatore Portuale e unificare l'esame tecnico del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici con le procedure di Valutazione d'Impatto Ambientale (VIA). E' inoltre opportuno accelerare, semplificare ed effettuare in modo contestuale i controlli aventi natura e finalità diverse che si svolgono nei porti (esempio: controlli doganali, sanitari, di security, ecc.).

Per quanto riguarda poi i servizi tecnico-nautici, è interessante sottolineare come il cluster marittimo abbia raggiunto al suo interno un accordo fra gli utenti dei servizi (armatori italiani ed esteri) e i titolari di tali servizi (Rimorchiatori, Piloti, Ormeggiatori e battellieri), volto a inserire nella revisione della legge n. 84 del 1994 sull'ordinamento portuale una serie di misure migliorative, muovendo dalla premessa di mantenerne la natura di servizi di interesse generale, atti a garantire la sicurezza della navigazione e dell'approdo: accordo sottoscritto ed avallato anche da Assoporti e condiviso dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto.

E' del tutto evidente che i problemi della portualità non si esauriscono nell'ambito dei porti e che anzi le maggiori criticità siano al confine e all'esterno dei porti stessi. Per questo tutto il cluster marittimo chiede con forza che siano considerati prioritari ai fini degli investimenti in infrastrutture le connessioni tra i principali scali marittimi e le reti stradali e ferroviarie, nonché con i nodi interportuali, con particolare attenzione al c.d. “ultimo miglio”, che spesso risulta essere cruciale ai fini di un ottimale flusso e deflusso dei traffici portuali.

Appare peraltro altrettanto evidente come, data la ristrettezza delle disponibilità finanziarie, le scelte dei singoli porti e le politiche regionali debbano essere in qualche modo inquadrate in una visione logistica nazionale o almeno interregionale, che possa individuare gli snodi cruciali per il Paese, tenendo conto degli obiettivi strategici del Piano Generale della Mobilità e degli atti di pianificazione vigenti. Tale necessità può comportare lo scioglimento di due nodi: da un lato, una più precisa definizione delle competenze concorrenti fra Stato e Regioni nei porti e, dall'altro, una nuova classificazione dei porti (e dei sistemi portuali), che sia realmente rispondente alle loro funzioni determinate dal mercato e non frutto di pressioni locali prive di reali riscontri commerciali superando l'attuale legislazione di fine ottocento: in primo luogo, occorre distinguere tra porti di trasbordo e porti di destinazione finale, premessa indispensabile per successivi interventi coerenti con la necessità di competere su mercati diversi.
In tale ottica, l'obiettivo di ottimizzazione a vantaggio della nautica delle strutture commerciali dimesse o di ridotto interesse strategico per il Paese risulta perfettamente sinergico con il necessario processo di razionalizzazione del network commerciale primario sopra citato.


RICERCA E INNOVAZIONE

La ricerca industriale e l'innovazione tecnologica costituiscono un importante strumento per mantenere ed incrementare la competitività del settore marittimo, vitale per la competitività del sistema paese e oggetto di una politica commerciale assai aggressiva da parte dei paesi in via di sviluppo.

La stessa Commissione Europea, già nel 2005 ha individuato nel settore uno dei principali asset industriali sui quali impostare il Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo. Da ciò è nata la Piattaforma Tecnologica Europea Waterborne, che, coordinata dal RINA - Registro Italiano Navale (unica Piattaforma Tecnologica Europea a coordinamento italiano), ha prodotto il piano strategico di Ricerca e Sviluppo del settore come contributo alla programmazione dei bandi di ricerca e sviluppo europei.

Nel ricordare che il RINA, grazie alle sue attività legate al controllo tecnico della sicurezza della navigazione ed alla certificazione di prodotti, processi e servizi (attività svolta in tutto il mondo per la quale è delegata da oltre 70 Amministrazioni Nazionali), riveste un ruolo super partes, tale ente su suggerimento del Ministero dei Trasporti ha messo a punto, coordinandola, una analoga iniziativa a livello nazionale, la Piattaforma Tecnologica Nazionale Marittima, che vede la partecipazione di tutte le organizzazioni industriali marittime e ha definito per la prima volta nella storia del settore un piano sinergico di ricerca ed innovazione traguardato al 2020.

Ciò premesso, si ritiene che una politica industriale del settore marittimo non possa non contemplare azioni focalizzate sia nel rispetto della continuità (già da diversi anni il Governo Italiano ha dimostrato una tangibile sensibilità a detti aspetti) sia nell'ottica di utilizzare al meglio il piano messo a punto dall'industria.
In particolare:

  • il già citato Libro Blu 2007 della Commissione Europea, tra gli altri temi, pone l'accento sull'eccellenza nei campi della ricerca, della tecnologia e dell'innovazione quali strumenti indispensabili al settore. Questa linea, che i settori economici nazionali del mare hanno da sempre condiviso e proposto, è assolutamente fondamentale che sia fatta propria dalla futura azione di governo e possa rapidamente tradursi nella costituzione di un tavolo istituzionale di integrazione delle diverse competenze amministrative e nella definizione di un programma condiviso di azioni sinergiche, con particolare riferimento ad un ruolo guida sul Mediterraneo che l'Italia ha tutti gli elementi per assumere;
  • un primo importante ambito di attuazione del piano di ricerca messo a punto dal settore, in piena sintonia con il sistema di ricerca pubblico (CNR, ENEA, ICRAM ed altri enti), è la proposta per un Programma nazionale di ricerca per il Mare (RITMARE). E' importante che questa esperienza venga consolidata nel corso della prossima legislatura e che le proposte formulate possano trovare un adeguato spazio nella politica di ricerca delle amministrazioni centrali;
  • la legge finanziaria 2008 ha provveduto all'istituzione presso il Ministero dei Trasporti di un fondo destinato, tramite interventi di ricerca ed innovazione, a migliorare l'efficienza energetica e ridurre le emissioni in atmosfera delle navi passeggeri in navigazione. Detto fondo è oggi in corso di notifica presso la Commissione Europea, che ha intravisto in esso una forma tempestiva di recepimento, seppure in un ambito specifico, della nuova Disciplina comunitaria degli aiuti di stato per la tutela dell'ambiente, fatto di cui si ravvisa la positività. In questa linea, è importante che il futuro strumento attuativo del fondo sia concretamente orientato al supporto della sostenibilità ambientale dell'armamento e della produzione cantieristica nazionale, e che lo stesso possa trovare stanziamenti, anche incrementali, per progetti/programmi portuali orientati all'uso di fonti energetiche rinnovabili, nonchè per accelerare i processi di miglioramento della qualità della vita nelle città portuali.
Per l'armamento si propone, inoltre, lo sviluppo di soluzioni di comunicazione a banda larga per la nave, anche da diporto, economici, accessibili e a basso costo, con questi obiettivi collegati:
  • aumento dell'appeal del mestiere di navigante per le nuove generazioni;
  • favorire lo sviluppo della telemedicina potenziando il Centro Internazionale Radio Medico (CIRM), che fornisce assistenza medica gratuita ai marittimi;
  • ottimizzazione della gestione nave con integrazione effettiva dell'unità produttiva ‘nave' nel network aziendale;
  • supporto qualificato e continuo da terra al personale di bordo e viceversa, a superamento delle esigenze di crescenti molteplicità di competenze e conoscenze richieste al personale marittimo e terrestre;
  • formazione, educazione e aggiornamento continuo del personale;
  • informatizzazione delle funzioni e delle attività di bordo;
  • gestione delle emergenze; sicurezza, prevenzione e contenimento degli inquinamenti; security.
Per la cantieristica, anche da diporto, ulteriormente si propone:
  • la prosecuzione del sostegno pubblico ai progetti innovativi di processo e di prodotto sviluppati dalle imprese cantieristiche, in linea con la disciplina degli aiuti di stato alla costruzione navale adottata dall'Unione europea nel 2003, di cui si auspica - come proposto dalla Commissione stessa - il prolungamento sino a tutto il 2011;
  • il supporto agli istituti di ricerca (INSEAN e CETENA) operanti nel settore navale;
  • la concreta ripresa del sostegno pubblico agli investimenti impiantistici nei cantieri di costruzione e riparazione navale, attraverso l'accesso agli strumenti orizzontali (anche nell'ambito dei contratti di programma) e settoriali autorizzati dalla Commissione europea.


RISORSE UMANE

La valorizzazione delle risorse umane ha costituito un impegno collegiale del cluster. Una dettagliata descrizione delle iniziative assunte dai singoli settori insieme o autonomamente è contenuta in un Rapporto redatto dalla Federazione del Mare con la collaborazione dell'UPI- Unione Province Italiane e dell'ISFORT pubblicato nel 2007 dalla Franco Angeli.

Data la complessità della materia si ritiene opportuno fare riferimento al testo del Rapporto che viene allegato al presente documento. Quello che qui si vuole sottolineare è la conoscenza “internazionale” che caratterizza la stragrande maggioranza dei lavoratori del cluster, non solamente dei vertici e dei quadri delle imprese ma di molti operatori e anche spesso del personale adibito a mansioni meramente esecutive. Basti pensare ai dipendenti degli agenti marittimi, dei broker, degli armatori, del settore commerciale, della cantieristica, degli assicuratori, dei finanziatori, del personale navigante, di quello delle Autorità Portuali e delle imprese portuali: tutte risorse umane proiettate in un mondo globalizzato per la natura stessa della loro attività quotidiana.

E' facile comprendere come risponda agli interessi generali del nostro Paese, oltre che naturalmente a quello delle imprese del cluster, favorire e sostenere la preparazione scolastica e formativa di tale personale al fine di rafforzare - attraverso le diversificate attività del cluster stesso - la penetrazione dell'Italia nei mercati del mondo. Questo sostegno avviene già in molteplici campi (abbiamo già citato il caso dell'Accademia della Marina Mercantile di Genova), ma occorre che l'impegno sinergico fra Istituzioni e imprese venga ulteriormente generalizzato e assunto come indirizzo politico.

Roma, 12 marzo 2008
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DALLA PRIMA PAGINA
A fine anno Fret SCNF cesserà di esistere e l'attività sarà rilevata dalle nuove società Hexafret e Technis
St.-Ouen
L'operazione è volta a scongiurare il pagamento di 5,3 miliardi di euro
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Bruxelles
La competitività del settore dei trasporti - ha sottolineato il commissario europeo designato - deve essere basata sulla sostenibilità
Norwegian Cruise Line Holdings registra ricavi trimestrali record
Miami
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Gli hub intermodali di Melzo e Milano Smistamento saranno ricompresi nella ZLS del porto e retroporto di Genova
Milano
Delibera approvata dalla giunta regionale della Lombardia
Ammontano a 39 miliardi di euro all'anno gli investimenti pubblici necessari per decarbonizzare i trasporti europei
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Bruxelles
La stima in un nuovo studio di Transport & Environment
La crisi nel Mar Rosso ha provocato un buco di sei miliardi di dollari nelle casse dell'Egitto
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Il Cairo/Alessandria
Scali al porto egiziano di El Dekheila dei servizi di Vuxx Shipping tra Cina e Russia
Nel terzo trimestre il traffico delle merci nei porti marittimi cinesi è cresciuto del +1,7%
Pechino
I soli volumi da e per l'estero sono aumentati del +5,0%
Nel trimestre luglio-settembre il traffico navale nello Stretto del Bosforo è cresciuto del +6,4%
Ankara
Nei primi nove mesi del 2024 l'aumento è stato del +7,1%
DFDS non acquisirà il network internazionale di trasporti della Ekol Logistics
Copenaghen/Istanbul
Scambio di accuse: il gruppo danese afferma che non sono state soddisfatte determinate condizioni contrattuali; l'azienda turca replica di aver ricevuto una richiesta di sconto nelle ultime 24 ore
Nel primo trimestre di quest'anno il traffico nei porti dell'Unione Europea è calato del -3,2%
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Lussemburgo
In crescita il solo traffico dei container (+5,2%). Ancora dubbi sulle cifre attribuite all'Italia
ECSA e T&E chiedono che il Clean Industrial Deal europeo supporti la transizione energetica dello shipping
Bruxelles
Tra le richieste, rendere disponibili carburanti navali ecologici nei porti
Nel trimestre luglio-settembre i ricavi della ONE sono cresciuti del +65,2%
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Singapore
I volumi di container trasportati dalla flotta sono aumentati del +6,6%
Nel terzo trimestre sono sensibilmente cresciuti i risultati finanziari e operativi della COSCO
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Shanghai
I volumi di container trasportati dalla flotta sono aumentati del +8,6%
Maersk registra brillanti risultati trimestrali
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Copenaghen
Deciso rialzo delle performance nel settore dello shipping containerizzato. In crescita anche terminal e logistica
Confitarma elenca le azioni per accrescere il contributo dello shipping al Sistema Italia
Napoli
Le Aziende informanoSponsored Article
ITS Costruttori, il futuro dei cantieri inizia in Accademia
Oltre 420 posizioni aperte in 17 corsi totali, con un tasso di occupazione post diploma di circa il 95% in media
Nel terzo trimestre il traffico delle merci nei porti turchi è diminuito del -1,8%
Ankara
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La Corte d'Appello di Reggio Calabria dà ragione all'AdSP di Gioia Tauro nel contenzioso che la contrappone al Corap
Rimane pendente un contenzioso di fronte la Corte di Cassazione
Maersk sigla un accordo con la cinese LONGi per rifornire le proprie navi dual-fuel di metanolo
Copenaghen
Il gruppo danese ha già in atto accordi per soddisfare oltre il 50% della propria domanda di metanolo prevista per il 2027
Royal Caribbean registra nuovamente risultati finanziari e operativi trimestrali record
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Miami
Nel periodo luglio-settembre i ricavi sono aumentati del +17,4%
L'associazione dei porti europei è allarmata per la progettata riforma dei finanziamenti UE alle infrastrutture di trasporto
Bruxelles
La politica e i finanziamenti dei trasporti - ha sottolineato ESPO - devono basarsi su un approccio europeo
Nel terzo trimestre di quest'anno i transiti di grandi navi nel canale di Panama sono calati del -38,3%
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Balboa
Riduzione del -36,9% dei volumi di merci trasportate attraverso la via d'acqua centroamericana
CMA CGM si associa a Marsa Maroc per la gestione di un container terminal nel porto di Nador
Marsiglia
Previsto un investimento di 280 milioni di dollari
Maersk conferma la partecipazione al servizio tra Turchia ed East Coast USA con scali a Salerno, Livorno e Tanger Med
Copenaghen
Sarà attivato il primo febbraio 2025
Hapag-Lloyd introdurrà scali ai porti italiani in due servizi tra il Mediterraneo e l'East Coast USA
Amburgo/Haifa
Toccate a Genova, Livorno e Salerno in collaborazione con ZIM
Nel terzo trimestre i terminal di COSCO Shipping Ports hanno movimentato 29,1 milioni di container (+4,8%)
Hong Kong
Wan Hai Lines ordina otto nuove portacontainer da 16.000 teu
Taipei
Commesse nei confronti delle sudcoreane HD Hyundai Samho e Samsung Heavy Industries
Accordo Fincantieri-EDGE per lo sviluppo di soluzioni per le esigenze subacquee delle marine militari
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La joint venture Maestral si occuperà della progettazione, sviluppo e costruzione di sistemi subacquei
WSC, cruciale il mandato del nuovo commissario europeo ai Trasporti per assicurare la decarbonizzazione dello shipping
Bruxelles
L'associazione armatoriale indica alcune altre priorità da affrontare
Federagenti pronta ad illustrare alle istituzioni le priorità dei porti italiani
Roma
Pessina: a disposizione il nostro know-how per suggerire le misure da adottare
Sébastien Romani è il nuovo amministratore delegato di Forship Spa
Vado Ligure
Subentra a Giuseppe Scognamiglio
Restyling dell'area di sbarco dei crocieristi nel porto di Catania
Catania
Nel 2023 il traffico delle crociere nello scalo siciliano è aumentato del +43,7%
Ripartono i lavori per il completamento delle banchine commerciali del porto di Milazzo
Messina
Prevista la realizzazione di 18.000 metri quadri di nuovi piazzali
Nel terzo trimestre il fatturato della Kalmar è calato del -16%
Helsinki
I nuovi ordini sono aumentati del +6%
Approvato il bilancio di previsione 2025 dell'AdSP della Liguria Occidentale
Genova
Ok anche alla revisione annuale del Piano Operativo Triennale 2023-2025
Approvato il bilancio di previsione 2025 dell'Autorità di Sistema Portuale dell'Adriatico Centrale
Ancona
Arrivata la prima gru per rendere operativo il pontile di Giammoro nei pressi di Milazzo
Messina
Sarà installata entro fine anno
Via libera al bilancio di previsione e al piano triennale dei lavori dell'AdSP della Liguria Orientale
La Spezia
Nei primi nove mesi del 2024 il traffico dei container alla Spezia è cresciuto del +8,1%. In programma il 14 e 15 novembre l'evento “A Bridge To Africa”
Approvati il bilancio di previsione 2025 e il POT 2025-2027 dell'AdSP del Tirreno Meridionale e Ionio
Gioia Tauro
Porto di Livorno, sequestrato un carico di 40 chili di cocaina
Livorno
Tratte in arresto tre persone
Approvato il bilancio di previsione 2025 dell'AdSP del Tirreno Settentrionale
Livorno
Ok unanime anche al Piano Operativo Triennale 2024-2026
Rail Cargo Group attiva un servizio ferroviario tra Belgrado e il porto di Rijeka
Vienna
Due rotazioni settimanali
PROSSIME PARTENZE
Visual Sailing List
Porto di partenza
Porto di destinazione:
- per ordine alfabetico
- per nazione
- per zona geografica
HHLA ritocca al rialzo le previsioni per l'intero esercizio finanziario 2024
Amburgo
Atteso anche un leggero aumento dei volumi di traffico dei container movimentati dai terminal portuali
Nel terzo trimestre i ricavi di COSCO Shipping Ports sono cresciuti del +11,2%
Hong Kong
Nei primi nove mesi del 2024 l'aumento è stato del +5,8%
Approvato il bilancio di previsione 2025 dell'AdSP del Mare di Sardegna
Cagliari
Via libera anche al programma triennale delle opere
Savino Del Bene ha acquisito la Seabridge Transport di Amburgo
Amburgo/Firenze
La società fungeva già da sede amministrativa per le operazioni tedesche del gruppo italiano
Nel terzo trimestre il traffico delle merci nei porti albanesi è cresciuto del +14,0%
Tirana
Nei primi nove mesi di quest'anno l'aumento è stato del +14,3%
Nel 2026, per la prima volta, le navi di MSC Crociere raggiungeranno l'Alaska
Ginevra
“MSC Poesia” effettuerà itinerari settimanali da Seattle
COSCO Shipping Lines ordina sei nuove portacontainer da 13.600 teu alla Hudong-Zhonghua Shipbuilding
Shanghai
Saranno prese in consegna entro il 2027
Wärtsilä registra un robusto rialzo del fatturato trimestrale
Helsinki
Nel periodo luglio-settembre il valore dei nuovi ordini è cresciuto del +1%
Concessione unificata per atto formale per il terminal di Intergroup nel porto di Gaeta
Civitavecchia
Ha una durata di 12 anni
Arrivate nel porto di Gioia Tauro le ultime due delle 13 nuove gru di banchina della MCT
Gioia Tauro
Possono lavorare su portacontainer della capacità sino a 25mila teu
Assologistica ha pubblicato una guida pratica alla riforma doganale
Milano
Illustrate e analizzate le novità e le criticità del nuovo impianto legislativo
Nel terzo trimestre i container nei porti spagnoli sono aumentati del +9,9%
Il traffico di transhipment è cresciuto del +13,2%, quello di import-export del +6,4%
USB Mare e Porti critica l'ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto dei lavoratori dei porti
Roma
Siglato l'accordo volontario “Ancona blue agreement”
Ancona
L'obiettivo è di ridurre l'impatto delle emissioni delle navi da crociera, ro-ro e dei traghetti che scalano il porto dorico
Guardia Costiera Italiana e la Fondazione Accademia Italiana della Marina Mercantile a sostegno dell'Amministrazione Marittima Ucraina
PORTI
Porti italiani:
Ancona Genova Ravenna
Augusta Gioia Tauro Salerno
Bari La Spezia Savona
Brindisi Livorno Taranto
Cagliari Napoli Trapani
Carrara Palermo Trieste
Civitavecchia Piombino Venezia
Interporti italiani: elenco Porti del mondo: mappa
BANCA DATI
ArmatoriRiparatori e costruttori navali
SpedizionieriProvveditori e appaltatori navali
Agenzie marittimeAutotrasportatori
MEETINGS
Venerdì a Roma si terrà l'assemblea pubblica di Federagenti
Roma
La Federazione celebra i 75 anni dalla sua fondazione
Spediporto ha organizzato una due giorni sulla Green Logistic Valley e il commercio Italia-Cina
Genova
È in programma il 22 e 23 ottobre
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RASSEGNA STAMPA
Argentina enfrenta tarifas portuarias hasta 500% más altas que otros países de la región
(Pescare)
Russia and India join forces in the Arctic, leaving China aside
(News.Az)
››› Archivio
FORUM dello Shipping
e della Logistica
Relazione del presidente Nicola Zaccheo
Roma, 18 settembre 2024
››› Archivio
Fincantieri apre a San Francisco un centro per lo sviluppo di tecnologie dual-use applicabili sia in settori civili che militari
Trieste/San Francisco
È ospitato presso il Mind the Bridge Innovation Center
La giapponese MHI-MME sigla un accordo di licenza con la cinese Jiangsu Masada
Nagasaki
L'obiettivo è lo sviluppo della produzione e vendita in Cina di turbocompressori per motori marini a due tempi
Entro novembre la proprietà del Cantiere Navale Vittoria passerà alla CNV
Venezia
Mantovan (Regione del Veneto): andrà costruito un nuovo accordo sindacale che riguarderà i 48 lavoratori in organico
Nel terzo trimestre l'attività commerciale e le performance finanziarie di Konecranes sono cresciute
Helsinki
Il valore dei nuovi ordini per la fornitura di mezzi portuali è aumentato del +44,1%
Nel 2025 è previsto un aumento del +3,9% del traffico crocieristico nei porti adriatici
Ravenna
Risposte Turismo ritiene che il traffico dei traghetti, catamarani e aliscafi registrerà un'ulteriore leggera crescita
COSCO Shipping Ports acquisisce quote nei due terminal portuali di Hutchison Ports a Laem Chabang
Hong Kong
Investimento di 110 milioni di dollari
GNV ha preso in consegna il nuovo traghetto GNV Polaris
Genova
Primo di quattro nuove unità ro-pax costruite in Cina, entrerà in servizio entro gennaio
Il greco John Xylas sarà il nuovo presidente di Intercargo
Il greco John Xylas sarà il nuovo presidente di Intercargo
Londra
Subenterà a Dimitrios Fafalios, che è stato nominato presidente onorario
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
Partita iva: 03532950106
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