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Il cluster marittimo e portuale italiano chiede al mondo politico una nuova governance che affronti insieme infrastrutture, trasporti e ambiente
La Federazione del Mare è favorevole alla riunificazione dei ministeri dei Trasporti e delle Infrastrutture in un dicastero di cui possa far parte anche il ministero dell'Ambiente
19 marzo 2008
In un documento unitario - che pubblichiamo di seguito - la Federazione del Mare, che rappresenta il cluster marittimo e portuale italiano, ha chiesto al mondo politico una nuova governance che affronti insieme i temi delle infrastrutture, dei trasporti e dell'ambiente.

«In vista delle elezioni politiche del 13 e 14 aprile e delle successive attività governative e parlamentari - ha spiegato oggi la Federazione - per la prima volta un documento unitario del cluster marittimo e portuale segnala le aspettative ai candidati premier e alle forze politiche di questo fondamentale asset della nostra economia. In particolare, viene posto l'accento sulla specialità delle attività di questo settore, specialità che deve trovare un suo riflesso anche nell'ordinamento».

La Federazione ha sottolineato la necessità che «anche in Italia, come già in Europa, si giunga ad una politica che affronti in modo globale e intersettoriale tutti gli aspetti delle questioni marittime e portuali».

La Federazione ha espresso il proprio parere favorevole alla riunificazione dei ministeri dei Trasporti e delle Infrastrutture, «auspicando anzi - ha precisato il cluster - che anche il ministero dell'Ambiente possa far parte di un nuovo grande dicastero, in seno al quale si risolvano “a monte” le questioni di sostenibilità ambientale delle infrastrutture ritenute necessarie».

Inoltre la Federazione ritiene utile che «siano meglio chiarite le competenze concorrenti fra Stato e Regioni e fra queste istituzioni e le Autorità Portuali, il cui ruolo va rafforzato».

Infine, «ritiene necessario e indispensabile che nell'ambito del ricostituito ministero unitario vi sia, a livello politico, un interlocutore unico dotato di effettivi poteri su tutte le materie marittime e portuali».

Nel documento inviato ai candidati ed alle segreterie delle principali forze politiche sono indicate anche priorità più articolate per i vari settori: armamento, cantieristica mercantile e da diporto, pesca marittima, portualità, terziario. Un'attenzione particolare è richiesta per la ricerca e l'innovazione nonché per le risorse umane, specialmente per i naviganti, «nei confronti dei quali - ha rilevato l'organizzazione - un segno significativo sarebbe quello di assicurare esercizio del voto, essendo essi rimasti ormai gli unici italiani cui tale diritto è precluso, benché la nave sia territorio dello Stato».

Il cluster marittimo e portuale italiano produce ogni anno beni e servizi per oltre 40 miliardi di euro e dà occupazione a quasi 400.000 addetti.

«L'interscambio marittimo italiano - ha osservato la Federazione - è il maggiore dell'Unione Europea e i porti rappresentano una dotazione chiave per un paese trasformatore come l'Italia. La flotta di bandiera italiana è tra le prime in Europa e ai vertici mondiali per le navi traghetto (passeggeri e merci) e chimichiere. Posizione di leader l'Italia ha nella costruzione di navi da crociera, di grandi traghetti e di mega-yacht, mentre nella ricerca partecipa al coordinamento della piattaforma tecnologica europea Waterborne».




FEDERAZIONE DEL MARE


IL CLUSTER MARITTIMO E PORTUALE
IL SUO CONTRIBUTO ALLO SVILUPPO DELL'ECONOMIA ITALIANA
LE SUE ASPETTATIVE DI MODIFICA DEL QUADRO NORMATIVO

Roma
12 marzo 2008


Premessa

La Federazione del Mare raggruppa le principali componenti imprenditoriali e istituzionali del mondo marittimo e portuale. Infatti, ad essa aderiscono:

  • per l'armamento privato e pubblico: CONFITARMA (Confederazione Italiana Armatori), FEDARLINEA (Associazione italiana dell'armamento di linea), COLLEGIO CAPITANI (Collegio nazionale capitani di lungo corso e di macchina), CONS.A.R. (Consorzio Armatori per la ricerca) e T.M.C.R. (Associazione nazionale per la promozione del trasporto marittimo a corto raggio);
  • per la cantieristica mercantile e del diporto nautico: ASSONAVE (Associazione nazionale dell'industria navalmeccanica) e UCINA (Unione nazionale cantieri industrie nautiche e affini);
  • per la pesca: FEDERPESCA (Federazione nazionale delle imprese di pesca);
  • per la portualità (terminalisti e compagnie portuali): ASSOLOGISTICA (Associazione italiana delle imprese di logistica, magazzini generali/frigoriferi, terminal operator portuali, interportuali e aereoportuali) e ANCIP (Associazione nazionale compagnie imprese portuali);
  • per i servizi nautici: ASSORIMORCHIATORI (Associazione italiana armatori di rimorchiatori) e FEDEPILOTI (Federazione italiana piloti dei porti);
  • per il terziario: FEDERAGENTI (Federazione nazionale agenti raccomandatari marittimi, agenti aerei e mediatori marittimi), RINA (Registro Italiano Navale); ANIA (Associazione nazionale tra le imprese di assicurazione), AIDIM (Associazione italiana di diritto marittimo);
  • per le Istituzioni portuali e previdenziali: ASSOPORTI (Associazione porti italiani, rappresentativa di Autorità Portuali e Camere di Commercio Marittime) e IPSEMA (Istituto di previdenza per il settore marittimo).
In forza della sua rappresentatività e della specialità delle attività del cluster marittimo e portuale, la Federazione sente il dovere di prospettare ai principali Partiti politici del Paese, che si accingono a confrontarsi nelle prossime elezioni, ciò che esso rappresenta per l'Italia, come contribuisca allo sviluppo e come se ne possano difendere e incrementare le posizioni acquisite.

Il cluster: PIL, occupazione e trend di sviluppo

Iniziamo da poche, ma significative, cifre:

    1 III Rapporto sull'economia del mare curato congiuntamente dalla Federazione del Mare e dal Censis e pubblicato da FrancoAngeli, consultabile sul sito della Federazione: www.federazionedelmare.it
  • il PIL generato dal cluster marittimo e portuale è stato stimato nel III Rapporto sull'economia del mare pubblicato nel 20061 pari al 2,7% del PIL nazionale. Per dare un senso comparativo a tale percentuale, ricordiamo come il PIL marittimo superi quello della agricoltura di oltre 4 miliardi di euro e sia circa il quadruplo di quello generato dal settore automobilistico;
  • l'occupazione costituisce invece l'1,6% dell'occupazione totale, essendo il comparto capital intensive e caratterizzato da una elevata produttività.
Ma, più delle cifre, appare interessante il fatto che il sistema delle attività marittime ha seguito da oltre un decennio un percorso di progressiva e costante crescita, anticiclico rispetto alle fasi di stagnazione che hanno invece caratterizzato quasi tutte le altre realtà industriali. E' una caratteristica che riguarda soprattutto le industrie marittime manifatturiere (costruzioni e riparazioni navali, sia della cantieristica maggiore sia della nautica da diporto), l'armamento e, sia pure in misura più contenuta, la portualità, la pesca e il qualificato terziario che ruota intorno alle attività marittimo-portuali (servizi tecnico-nautici, logistica, intermediazione, assicurazioni e finanza).

Elementi intrinseci alla natura del cluster che ne hanno favorito lo sviluppo

Il preesistere di un considerevole grado di internazionalizzazione ha consentito anzitutto ai singoli settori - attraverso una elevata flessibilità - di assecondare le trasformazioni imposte dall'economia globalizzata e di riorganizzare sia i processi produttivi interni di matrice industriale sia quelli della logistica e dei trasporti.

La portualità italiana rappresenta poi la principale chiave logistica del Paese, in quanto il 63% delle merci importate e il 46% di quelle esportate (in quantità) dall'Italia transitano via mare. Se si guarda al solo commercio dell'Italia con Paesi al di fuori dell'Unione Europea, la modalità marittima acquisisce ulteriore rilievo: oltre l'80% delle quantità di merci importate e quasi l'80% di quelle esportate dall'Italia transitano attualmente via mare, facendo del settore dei trasporti marittimi un sistema essenziale di vettori e rendendo i porti snodi essenziali della rete di interscambi in cui l'Italia è inserita.

Esistono infine risorse umane altamente qualificate, non solamente nel management e nei quadri ma anche in settori lavorativi tradizionali, come quello navalmeccanico (e il suo indotto) o quello navigante, la cui conservazione e rinnovo nei Paesi altamente industrializzati costituisce un elemento di irrinunciabile know-how. E l'impegno del cluster a difendere tali competenze è testimoniato da casi di eccellenza come quello dell'Accademia Italiana della Marina Mercantile di Genova, istituita nel 2005, che registra una confluenza sinergica da parte delle Istituzioni e delle organizzazioni rappresentative dell'armamento mercantile, del diporto, della pesca.


Elementi esterni: la politica marittima dell'Unione Europea e il rinnovato quadro legislativo italiano

La politica dell'Unione Europea nei confronti del mare è stata contraddistinta da due fasi.

Una prima fase è stata caratterizzata da una serie di rilevanti interventi settoriali:
  • la politica di aiuti alla cantieristica durata sino agli anni Novanta e sostituita successivamente da incentivi alla ricerca e innovazione a seguito dell'affermazione del settore in segmenti ad alta tecnologia, come le navi passeggeri;
  • l'indirizzo antimonopolistico che ha costituito la premessa per l'abbattimento dei monopoli nei porti italiani (legge n. 84 de 1994), con conseguenze estremamente positive per la produttività delle operazioni portuali;
  • il regime degli aiuti di Stato perseguita in sede europea, che ha favorito i provvedimenti legislativi degli Stati membri tendenti a rendere competitiva l'industria armatoriale ed evitare la delocalizzazione delle flotte. In Italia è stato introdotto il cosiddetto Registro Internazionale (legge n. 30 del 1998), che ha contribuito in modo determinante al rilancio della nostra flotta mercantile, con riflessi positivi anche per la pesca e per il diporto nautico.
  • l'abbattimento della storica barriera fra infrastrutture terrestri e marittime attraverso l'inserimento delle autostrade del mare nella rete dei progetti prioritari dell'Unione europea (cosiddette Reti TEN).
Una seconda fase della politica comunitaria, tuttora in corso, è iniziata nel marzo 2005 con l'emanazione da parte del Presidente della Commissione europea Barroso e del Commissario Borg di una Comunicazione sulla futura politica marittima dell'Unione ed è proseguita con la pubblicazione nell'ottobre 2007 del cosiddetto Libro Blu (Una politica marittima integrata dell'Unione Europea).
La vera novità della nuova politica europea è il rigetto dell'approccio settoriale sinora seguito dall'Unione e dagli Stati membri (e cioè: una politica per gli armatori, una per i porti, una per i cantieri, una per l'ambiente, una per la pesca, una per il diporto, ecc.), per affermare invece la necessità di una politica “olistica”, che affronti globalmente ed intersettorialmente tutti gli aspetti delle problematiche marittime.

La presente iniziativa della Federazione del Mare costituisce una proiezione in sede nazionale di tale politica europea, che peraltro non ha trovato sinora nella situazione di governance comunitaria e nazionale una corrispondente


PROPOSTE DEL CLUSTER

Il positivo sviluppo delle attività marittime e portuali richiede ora una rinnovata attenzione della politica, che ne favorisca il proseguimento e ne riconosca la specialità: a tal fine, prima di indicare le proposte relative ai principali settori e alle tematiche trasversali del cluster, si segnala la assoluta necessità di affrontare preliminarmente i problemi di “governance” del comparto, anche alla luce delle recenti esperienze.


PROBLEMI DI “GOVERNANCE”

Il cluster marittimo e portuale è favorevole alla riunificazione dei Ministeri dei Trasporti e delle Infrastrutture: anzi, auspicherebbe che anche il Ministero dell'Ambiente possa far parte di un nuovo grande dicastero, in seno al quale si risolvano “a monte” le sostenibilità ambientali delle infrastrutture ritenute necessarie. Ritiene altresì utile - come accennato più oltre, trattando i temi della portualità - che siano meglio chiarite le competenze concorrenti fra Stato e Regioni e fra queste Istituzioni e le Autorità Portuali, il cui ruolo va rafforzato.

Il cluster ritiene infine necessario che nell'ambito del ricostituito Ministero unitario vi sia, a livello politico, un interlocutore unico dotato di effettivi poteri su tutte le materie marittime e portuali, ivi compresa la individuazione delle infrastrutture relative ai porti nazionali.

La necessità di questa specifica autorità deriva dalla particolare specialità del settore, che si manifestò in passato nell'ordinamento attraverso una particolare normativa (codice della navigazione) e un ministero ad hoc ( Marina mercantile); essa è tuttora attuale in campo previdenziale, con l'attribuzione all'Istituto di Previdenza del Settore Marittimo (IPSEMA) delle competenze infortunistiche in ambito marittimo, competenze che occorrerebbe salvaguardare ed anzi estendere a tutti i settori marittimi, lacuali/lagunari e della piccola pesca.


ARMAMENTO

Particolarmente eclatante è stata l'evoluzione della flotta mercantile italiana, che, sulla base del quadro legislativo introdotto nel 1998 (Registro Internazionale) e di una politica di concertazione con i sindacati di categoria, si è tempestivamente inserita, con massicci ordinativi di navi nuove, nel trend ascensionale dei traffici marittimi mondiali, raddoppiando sostanzialmente la flotta nell'ultimo decennio.

La crescita del naviglio continua, registrando alla fine del 2007 un incremento del 6% rispetto all'anno precedente. Si prevede inoltre che gli ordini di nuove navi da parte di imprese armatoriali italiane raggiungano quest'anno i 7 miliardi di dollari e i 9 miliardi nel 2009. A questi investimenti bisogna aggiungere quelli effettuati dalle imprese armatoriali che esercitano nei porti i servizi tecniconautici (rimorchio - pilotaggio, etc.), i cui investimenti sono stati valutati in circa 100 milioni di euro nell'ultimo triennio.

Con 14 milioni di tonnellate di stazza, la flotta italiana è nel gruppo delle principali marine mercantili, posizionandosi al 1° posto in Europa tra i grandi paesi industriali e al 13° nel mondo, con posizioni di leadership nella graduatoria di alcune tipologie di navi sofisticate, come quelle ro - ro, quelle passeggeri, quelle chimichiere.

Per mantenere questo trend positivo sarebbero opportune modifiche normative atte a:

  • completare il processo di internazionalizzazione dello shipping italiano e rendere strutturali gli interventi in materia di oneri sociali per l'intera flotta di cabotaggio, in modo da completare la riforma anche per questo settore, così importante per la nostra penisola;
  • favorire scelte ambientali sostenibili, promovendo sia il trasferimento del trasporto delle merci dalla strada al mare sulle rotte europee e nazionali con il rafforzamento degli strumenti esistenti a sostegno della autostrade del mare, sia una ulteriore riduzione delle emissioni in campo navale attraverso un sostegno alle attività di ricerca e di rinnovamento tecnologico, sulla base di quanto già previsto per le navi passeggeri;
  • adottare anche in Italia una normativa che agevoli l'introduzione di strumenti finanziari innovativi quali i fondi di investimento navale, atti a facilitare da un lato il reperimento presso il pubblico degli ingenti capitali oggi richiesti dai processi di concentrazione delle imprese e di crescita dimensionale delle navi, dall'altro la possibilità per i risparmiatori di investire in un settore in crescita;
  • lavorare ad una incisiva e celere semplificazione delle norme nazionali sulla navigazione, un campo in cui si possono raggiungere senza oneri per l'Erario risultati significativi per accentuare la competitività internazionale della navigazione italiana, come dimostra l'attività della commissione regole e competitività istituita da Confitarma, cui partecipano imprese e istituzioni;
  • assicurare un più organico supporto pubblico alle attività di formazione in campo marittimo, specialmente per il personale di stato maggiore di coperta e di macchina, secondo quanto deriva dalla divisione internazionale del lavoro nel settore;
  • confermare International Labour Organisation (ILO) e International Maritime Organisation (IMO) quali sedi privilegiate per la definizione di normative nel settore marittimo in materia sociale e di sicurezza della navigazione, evitando fenomeni di stratificazione normativa dovuti ad interventi del legislatore comunitario e nazionale sulle medesime materie già disciplinate in sede internazionale;
  • dare il senso di una maggiore attenzione alle professioni della navigazione, ad esempio introducendo al più presto una specifica normativa elettorale che consenta ai marittimi imbarcati su navi italiane di esercitare il diritto di voto.


CANTIERISTICA

Cantieristica mercantile
Gli elementi intrinseci al cluster sopra richiamati ed in specie la visione internazionale dei mercati, l'accentuata flessibilità, la riorganizzazione dei processi produttivi hanno avuto ricadute positive nei vari segmenti del comparto.

La cantieristica mercantile italiana si è posizionata, da parecchi anni, nei segmenti di produzione delle navi passeggeri (navi da crociera e ferry), in quanto caratterizzati da elevati contenuti tecnologici, da spiccata qualità di realizzazione e da un forte grado di personalizzazione sulla base delle esigenze del cliente. Tale scelta competitiva ha permesso alla cantieristica italiana, da un lato di affrancarsi dalle produzioni di massa e standardizzate del naviglio più semplice (bulk carrier, tanker, general cargo, ecc.), dove fa premio il basso costo di produzione, dall'altro di valorizzare le competenze tecnologiche e di design tipiche del “made in Italy”, anche attraverso un ampio coinvolgimento dell'indotto.

Come conseguenza di questa selezione di campo, la cantieristica italiana ha acquisito posizioni di leadership in campo internazionale: infatti, i cantieri nazionali detengono il 44% del mercato mondiale, sia nel settore delle navi da crociera che in quello dei ferry maggiori.

Coerentemente con questa impostazione, la cantieristica italiana ha privilegiato, come strategia competitiva, l'attività di ricerca e innovazione per migliorare con continuità caratteristiche e performance dei propri prodotti ed innalzare barriere all'ingresso di possibili concorrenti, specie del Far East. Tali attività si sono realizzate anche attraverso forme di collaborazione con istituzioni scientifiche ed enti di ricerca, nonchè con la rete dei fornitori, che partecipa in misura rilevante allo sviluppo del prodotto nave.

In relazione a tutto ciò, la cantieristica italiana si è impegnata con successo, sia a livello europeo che nazionale e regionale, perché venissero attivati strumenti di sostegno all'attività di ricerca e innovazione nel proprio settore, a difesa di una produzione che rappresenta un asset fondamentale dell'industria nazionale.

E' essenziale che questo tipo di attenzione permanga anche in futuro, a maggior ragione ove si considerino le recenti mosse ostili da parte di un cantiere coreano intenzionato ad entrare nel comparto delle navi cruise; e ciò per offrire al settore una continuità di supporto all' attività di ricerca e innovazione, che costituisce un elemento essenziale per il mantenimento delle posizioni di leadership acquisite e rappresenta un tema trasversale al cluster, del quale trattiamo sotto il titolo Ricerca e innovazione.

Cantieristica da diporto
L'industria nautica italiana conferma ormai da quasi un decennio la sua condizione di leadership internazionale: la cantieristica nazionale dei grandi yacht è prima al mondo; il complesso della produzione nautica italiana è primo in Europa e secondo nel mondo dopo gli Stati Uniti.

La produzione italiana è caratterizzata da un forte export, superiore al 70% del fatturato, conseguito grazie sia ad una forte diversificazione sui mercati internazionali (con forti investimenti nella creazione di reti di leadership) sia, soprattutto, a consistenti programmi di ricerca tecnologica e di innovazione del prodotto.

Il settore, tuttavia, ritiene strategico promuovere e valorizzare il mercato nazionale attraverso un vero e proprio sistema-paese del turismo nautico, che preveda:
  • il potenziamento della capacità ricettiva portuale turistica interna, soprattutto attraverso la valorizzazione delle strutture esistenti, con una particolare attenzione alle porzioni già infrastrutturate dei waterfront cittadini e delle coste;
  • la semplificazione della burocrazia (tema trasversale a tutti i settori del cluster) e della fiscalità, con l'obiettivo di favorire l'immatricolazione sotto bandiera italiana di più unità prodotte in Italia;
  • una normativa omogenea ed integrata per il noleggio e la locazione delle unità da diporto;
  • una fruizione compatibile della costa, con particolare attenzione ad una nuova normativa, in linea con gli altri Paesi europei, relativa alla gestione delle aree marine protette;
  • la promozione di un sistema nazionale di formazione rivolto alle aziende e agli operatori della nautica, con la creazione di programmi specifici per gli equipaggi del diporto;
  • il sostegno allo sviluppo della piccola nautica attraverso un progetto integrato e, più in generale, la promozione del diportismo e del turismo nautico.


PESCA MARITTIMA

Un tradizionale segmento delle attività economiche legate al mare è costituito dalla pesca e, più in generale, dalla produzione, lavorazione e conservazione di prodotti della pesca e a base di pesce. Gli addetti nell'intero comparto, secondo stime aggiornate al 2007, sfiorano le 85.000 unità, mentre nel settore della pesca marittima risultano occupate circa 38.000 unità. Il settore è caratterizzato da una flotta in larga parte vetusta, livelli di produttività stazionari a fronte di un notevole aumento della domanda, che viene però soddisfatta, al 65%, dalle importazioni.

Semplificazione e modernizzazione del settore. Il settore sconta un'eccessiva produzione normativa di livello comunitario, nazionale, regionale, di rango primario e secondario, con aree di sovrapposizione e duplicazioni di interventi che costituiscono veri e propri oneri impropri per le imprese, oltre a generare sconcerto e confusione tra gli operatori.
  • C'è quindi necessità di un'opera di semplificazione legislativa ed amministrativa, con l'obiettivo di migliorare la competitività delle imprese, attraverso una riduzione sia dei costi che dei vincoli.
  • Si deve portare a compimento il processo di modernizzazione con la piena assimilazione dell'imprenditore ittico a quello agricolo, per estendere al primo regimi propri dei settori primari, come quello dell'IVA forfetizzata agricola e l'applicazione di un adeguato sistema di ammortizzatori sociali.
  • Inoltre, contrariamente all'attuale regolamentazione, è necessario consentire una gestione maggiormente flessibile delle attività di pesca assegnando ad ogni impresa un plafond annuo di giornate pescabili, che a parità di sforzo di pesca, garantisce l'approvvigionamento continuo dei mercati con prodotto nazionale, significativi risparmi sui costi di gestione, in primis il gasolio, e maggiore sicurezza del lavoro.
Rapporti con gli organi comunitari e relazioni internazionali. La politica comunitaria della pesca (PCP) è da anni incentrata precipuamente sulla necessità di ridurre la capacità di pesca del naviglio comunitario, ritenuta sovreccedente rispetto alle risorse ittiche disponibili, un'opera di destrutturazione unilaterale della flotta da pesca comunitaria che ha indebolito il comparto nei confronti delle flotte pescherecce di Paesi terzi, segnando anche una caduta verticale dei posti di lavoro.
  • Appare indispensabile riequilibrare le politiche gestionali riassegnando centralità anche agli aspetti economici e sociali e non solo a quelli puramente ambientali e biologici.
  • Inoltre occorre tutelare i legittimi interessi della categoria, compromessi dalle istituzioni unilaterali di zone di inibizione della pesca proclamate da diversi Stati rivieraschi del Mediterraneo.


PORTUALITA'

Abbiamo già sottolineato come la portualità italiana sia il principale snodo logistico del Paese. Precisiamo ulteriormente che l'Italia è il primo dei Paesi dell'Unione Europea per quantità di merci importate extra-Ue via mare (con oltre 206 milioni di tonnellate di merce e con grande distacco dalla Spagna, seconda in classifica e dal Regno Unito, terzo nella lista); trattandosi per lo più di materie prime utilizzate dalle imprese nazionali, si comprende il ruolo determinante che i servizi di trasporto marittimo e le infrastrutture portuali e retroportuali hanno attualmente nei processi produttivi del Paese.

Se si tiene conto, inoltre, che le stime più accreditate mettono in evidenza incrementi di traffico merci e passeggeri nei prossimi dieci anni di almeno il 40% rispetto agli attuali livelli; che, nel medesimo periodo, nel Mediterraneo la movimentazione di container, in termini di TEU, aumenterà del 75%, così come presumibilmente aumenteranno le unità di carico movimentate con navi ro-ro, si comprende meglio l'attenzione che i porti debbono avere per lo sviluppo dell'economia italiana.

L'importanza dell'indirizzo politico e del conseguente quadro legislativo nel quale operano le imprese trova una significativa testimonianza nel decollo che i nostri porti hanno avuto successivamente alla legge n. 84 del 1994, che ha consentito uno sviluppo delle attività portuali, mediante l'innervamento delle Autorità Portuali e il sorgere dei cosiddetti “terminalisti”, i quali, operando in zone portuali loro attribuite per concessione, gestiscono in modo imprenditoriale lo sbarco, l'imbarco e la ridistribuzione delle merci.

Il cluster ritiene che un aggiornamento di tale legge sia ormai necessario, anche per evitare interventi legislativi estemporanei che non siano frutto di un approfondito dibattito parlamentare.

C'è un generale consenso nel cluster sull'opportunità di stanziare nuove risorse per potenziare le dotazioni infrastrutturali nei principali porti commerciali e che sia quindi data piena ed effettiva applicazione all'autonomia finanziaria delle Autorità Portuali, avviata con la legge n° 296 del 2006. Tale autonomia dovrebbe consentire di svincolare i necessari processi di potenziamento delle dotazioni infrastrutturali nei porti dalle defatiganti procedure esistenti per l'assegnazione dei fondi destinati alle infrastrutture stesse. Essa dovrebbe altresì consentire di realizzare gli onerosi, ma indispensabili, interventi in opere quali dighe foranee, altre di difesa, aree portuali di uso ed utilità generale, attualmente non previste nello schema di decreto in itinere di cui al comma 990, art. 1, della legge n. 296 del 2006.

Fra le infrastrutture da adeguare appaiono certamente prioritari i dragaggi e le altre opere atte ad adeguare fondali e spazi acquei ai pescaggi e alle dimensioni delle navi di nuova generazione; a questo proposito è necessario che sia finalmente emanato dal Ministero dell'Ambiente il decreto attuativo della norma sui dragaggi, previsto dalla legge n° 296 del 2006 (art. 1, c. 996). Il problema dell'impossibilità di effettuare dragaggi nel nostro Paese, unico tra quelli dell'Unione Europea, costituisce un caso emblematico ed estremo della necessità di risolvere i problemi di governance del settore.

L'auspicato potenziamento dell'autonomia finanziaria delle Autorità Portuali dovrebbe peraltro - secondo l'opinione degli utenti portuali - essere correlata ad una norma che garantisca l'effettivo impiego delle nuove risorse per la realizzazione delle infrastrutture. A questo riguardo è opinione di tutto il cluster che occorre una semplificazione delle procedure di pianificazione e realizzazione delle opere portuali, nonché stabilire normativamente tempi certi per le diverse fasi dell'iter di perfezionamento del Piano Regolatore Portuale e unificare l'esame tecnico del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici con le procedure di Valutazione d'Impatto Ambientale (VIA). E' inoltre opportuno accelerare, semplificare ed effettuare in modo contestuale i controlli aventi natura e finalità diverse che si svolgono nei porti (esempio: controlli doganali, sanitari, di security, ecc.).

Per quanto riguarda poi i servizi tecnico-nautici, è interessante sottolineare come il cluster marittimo abbia raggiunto al suo interno un accordo fra gli utenti dei servizi (armatori italiani ed esteri) e i titolari di tali servizi (Rimorchiatori, Piloti, Ormeggiatori e battellieri), volto a inserire nella revisione della legge n. 84 del 1994 sull'ordinamento portuale una serie di misure migliorative, muovendo dalla premessa di mantenerne la natura di servizi di interesse generale, atti a garantire la sicurezza della navigazione e dell'approdo: accordo sottoscritto ed avallato anche da Assoporti e condiviso dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto.

E' del tutto evidente che i problemi della portualità non si esauriscono nell'ambito dei porti e che anzi le maggiori criticità siano al confine e all'esterno dei porti stessi. Per questo tutto il cluster marittimo chiede con forza che siano considerati prioritari ai fini degli investimenti in infrastrutture le connessioni tra i principali scali marittimi e le reti stradali e ferroviarie, nonché con i nodi interportuali, con particolare attenzione al c.d. “ultimo miglio”, che spesso risulta essere cruciale ai fini di un ottimale flusso e deflusso dei traffici portuali.

Appare peraltro altrettanto evidente come, data la ristrettezza delle disponibilità finanziarie, le scelte dei singoli porti e le politiche regionali debbano essere in qualche modo inquadrate in una visione logistica nazionale o almeno interregionale, che possa individuare gli snodi cruciali per il Paese, tenendo conto degli obiettivi strategici del Piano Generale della Mobilità e degli atti di pianificazione vigenti. Tale necessità può comportare lo scioglimento di due nodi: da un lato, una più precisa definizione delle competenze concorrenti fra Stato e Regioni nei porti e, dall'altro, una nuova classificazione dei porti (e dei sistemi portuali), che sia realmente rispondente alle loro funzioni determinate dal mercato e non frutto di pressioni locali prive di reali riscontri commerciali superando l'attuale legislazione di fine ottocento: in primo luogo, occorre distinguere tra porti di trasbordo e porti di destinazione finale, premessa indispensabile per successivi interventi coerenti con la necessità di competere su mercati diversi.
In tale ottica, l'obiettivo di ottimizzazione a vantaggio della nautica delle strutture commerciali dimesse o di ridotto interesse strategico per il Paese risulta perfettamente sinergico con il necessario processo di razionalizzazione del network commerciale primario sopra citato.


RICERCA E INNOVAZIONE

La ricerca industriale e l'innovazione tecnologica costituiscono un importante strumento per mantenere ed incrementare la competitività del settore marittimo, vitale per la competitività del sistema paese e oggetto di una politica commerciale assai aggressiva da parte dei paesi in via di sviluppo.

La stessa Commissione Europea, già nel 2005 ha individuato nel settore uno dei principali asset industriali sui quali impostare il Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo. Da ciò è nata la Piattaforma Tecnologica Europea Waterborne, che, coordinata dal RINA - Registro Italiano Navale (unica Piattaforma Tecnologica Europea a coordinamento italiano), ha prodotto il piano strategico di Ricerca e Sviluppo del settore come contributo alla programmazione dei bandi di ricerca e sviluppo europei.

Nel ricordare che il RINA, grazie alle sue attività legate al controllo tecnico della sicurezza della navigazione ed alla certificazione di prodotti, processi e servizi (attività svolta in tutto il mondo per la quale è delegata da oltre 70 Amministrazioni Nazionali), riveste un ruolo super partes, tale ente su suggerimento del Ministero dei Trasporti ha messo a punto, coordinandola, una analoga iniziativa a livello nazionale, la Piattaforma Tecnologica Nazionale Marittima, che vede la partecipazione di tutte le organizzazioni industriali marittime e ha definito per la prima volta nella storia del settore un piano sinergico di ricerca ed innovazione traguardato al 2020.

Ciò premesso, si ritiene che una politica industriale del settore marittimo non possa non contemplare azioni focalizzate sia nel rispetto della continuità (già da diversi anni il Governo Italiano ha dimostrato una tangibile sensibilità a detti aspetti) sia nell'ottica di utilizzare al meglio il piano messo a punto dall'industria.
In particolare:

  • il già citato Libro Blu 2007 della Commissione Europea, tra gli altri temi, pone l'accento sull'eccellenza nei campi della ricerca, della tecnologia e dell'innovazione quali strumenti indispensabili al settore. Questa linea, che i settori economici nazionali del mare hanno da sempre condiviso e proposto, è assolutamente fondamentale che sia fatta propria dalla futura azione di governo e possa rapidamente tradursi nella costituzione di un tavolo istituzionale di integrazione delle diverse competenze amministrative e nella definizione di un programma condiviso di azioni sinergiche, con particolare riferimento ad un ruolo guida sul Mediterraneo che l'Italia ha tutti gli elementi per assumere;
  • un primo importante ambito di attuazione del piano di ricerca messo a punto dal settore, in piena sintonia con il sistema di ricerca pubblico (CNR, ENEA, ICRAM ed altri enti), è la proposta per un Programma nazionale di ricerca per il Mare (RITMARE). E' importante che questa esperienza venga consolidata nel corso della prossima legislatura e che le proposte formulate possano trovare un adeguato spazio nella politica di ricerca delle amministrazioni centrali;
  • la legge finanziaria 2008 ha provveduto all'istituzione presso il Ministero dei Trasporti di un fondo destinato, tramite interventi di ricerca ed innovazione, a migliorare l'efficienza energetica e ridurre le emissioni in atmosfera delle navi passeggeri in navigazione. Detto fondo è oggi in corso di notifica presso la Commissione Europea, che ha intravisto in esso una forma tempestiva di recepimento, seppure in un ambito specifico, della nuova Disciplina comunitaria degli aiuti di stato per la tutela dell'ambiente, fatto di cui si ravvisa la positività. In questa linea, è importante che il futuro strumento attuativo del fondo sia concretamente orientato al supporto della sostenibilità ambientale dell'armamento e della produzione cantieristica nazionale, e che lo stesso possa trovare stanziamenti, anche incrementali, per progetti/programmi portuali orientati all'uso di fonti energetiche rinnovabili, nonchè per accelerare i processi di miglioramento della qualità della vita nelle città portuali.
Per l'armamento si propone, inoltre, lo sviluppo di soluzioni di comunicazione a banda larga per la nave, anche da diporto, economici, accessibili e a basso costo, con questi obiettivi collegati:
  • aumento dell'appeal del mestiere di navigante per le nuove generazioni;
  • favorire lo sviluppo della telemedicina potenziando il Centro Internazionale Radio Medico (CIRM), che fornisce assistenza medica gratuita ai marittimi;
  • ottimizzazione della gestione nave con integrazione effettiva dell'unità produttiva ‘nave' nel network aziendale;
  • supporto qualificato e continuo da terra al personale di bordo e viceversa, a superamento delle esigenze di crescenti molteplicità di competenze e conoscenze richieste al personale marittimo e terrestre;
  • formazione, educazione e aggiornamento continuo del personale;
  • informatizzazione delle funzioni e delle attività di bordo;
  • gestione delle emergenze; sicurezza, prevenzione e contenimento degli inquinamenti; security.
Per la cantieristica, anche da diporto, ulteriormente si propone:
  • la prosecuzione del sostegno pubblico ai progetti innovativi di processo e di prodotto sviluppati dalle imprese cantieristiche, in linea con la disciplina degli aiuti di stato alla costruzione navale adottata dall'Unione europea nel 2003, di cui si auspica - come proposto dalla Commissione stessa - il prolungamento sino a tutto il 2011;
  • il supporto agli istituti di ricerca (INSEAN e CETENA) operanti nel settore navale;
  • la concreta ripresa del sostegno pubblico agli investimenti impiantistici nei cantieri di costruzione e riparazione navale, attraverso l'accesso agli strumenti orizzontali (anche nell'ambito dei contratti di programma) e settoriali autorizzati dalla Commissione europea.


RISORSE UMANE

La valorizzazione delle risorse umane ha costituito un impegno collegiale del cluster. Una dettagliata descrizione delle iniziative assunte dai singoli settori insieme o autonomamente è contenuta in un Rapporto redatto dalla Federazione del Mare con la collaborazione dell'UPI- Unione Province Italiane e dell'ISFORT pubblicato nel 2007 dalla Franco Angeli.

Data la complessità della materia si ritiene opportuno fare riferimento al testo del Rapporto che viene allegato al presente documento. Quello che qui si vuole sottolineare è la conoscenza “internazionale” che caratterizza la stragrande maggioranza dei lavoratori del cluster, non solamente dei vertici e dei quadri delle imprese ma di molti operatori e anche spesso del personale adibito a mansioni meramente esecutive. Basti pensare ai dipendenti degli agenti marittimi, dei broker, degli armatori, del settore commerciale, della cantieristica, degli assicuratori, dei finanziatori, del personale navigante, di quello delle Autorità Portuali e delle imprese portuali: tutte risorse umane proiettate in un mondo globalizzato per la natura stessa della loro attività quotidiana.

E' facile comprendere come risponda agli interessi generali del nostro Paese, oltre che naturalmente a quello delle imprese del cluster, favorire e sostenere la preparazione scolastica e formativa di tale personale al fine di rafforzare - attraverso le diversificate attività del cluster stesso - la penetrazione dell'Italia nei mercati del mondo. Questo sostegno avviene già in molteplici campi (abbiamo già citato il caso dell'Accademia della Marina Mercantile di Genova), ma occorre che l'impegno sinergico fra Istituzioni e imprese venga ulteriormente generalizzato e assunto come indirizzo politico.

Roma, 12 marzo 2008
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DALLA PRIMA PAGINA
Firmato l'atto per il riequilibrio della concessione in capo a Venezia Terminal Passeggeri
Venezia
Spagna: l'obiettivo è di «dar vita ad una “nuova normalità”, che punta fortemente su un segmento di clientela medio-alta, con l'obiettivo di creare a Venezia un polo per le crociere di lusso»
In crescita ad ottobre il traffico delle merci nei porti di Genova e Savona-Vado Ligure
Genova
Registrati incrementi rispettivamente del +2,5% e +21,9%. Prosegue la flessione delle crociere in entrambi gli scali
Fincantieri ha consegnato la nuova nave da crociera Viking Vela alla Viking
Trieste/Los Angeles
Può ospitare 998 passeggeri
Il governo del Montenegro vuole riportare il porto di Adria sotto il controllo dello Stato
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Podgorica
Valuterà la possibile acquisizione della quota di maggioranza della turca Global Ports Holding
I porti marittimi cinesi hanno movimentato un traffico delle merci record per il mese di ottobre
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Pechino
I container sono stati pari ad oltre 24,4 milioni di teu (+6,2%)
Stabile il traffico delle merci nel porto di La Spezia nel periodo luglio-settembre
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La Spezia
A Marina di Carrara è stata registrata una diminuzione del -15,6%
Alla Spezia non vogliono un presidente dell'AdSP “paracadutato”
La Spezia
Chiedono un presidente “plug & play” in grado di affrontare da subito i problemi
Definita la collocazione nel porto di Gioia Tauro del cantiere per il ponte sullo Stretto di Messina
Gioia Tauro
I fondi OYAK e OIA investiranno nel porto turco di Iskenderun
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Ankara
Prevista la realizzazione di un container terminal
T&E chiede all'UE misure per limitare la velocità delle navi e un maggiore ricorso alla propulsione eolica
Bruxelles
Sommaria denuncia dell'organizzazione sui progressi compiuti dall'industria dello shipping per la decarbonizzzione
Estendere il corridoio doganale alle merci in esportazione e in trasbordo nel porto della Spezia
La Spezia
Se n'è parlato nel corso di un incontro tra l'AdSP e l'Agenzia delle Dogane
Dopo Maersk, anche Hapag-Lloyd sigla un accordo con la cinese Goldwind per forniture di metanolo verde
Messina (Assarmatori): si alla spinta ambientalista, ma sono sbagliati i tempi e i modi
Roma
Norme di carattere locale, spesso intempestive - ha spiegato - hanno l'unico effetto di spostare i traffici fuori dal Vecchio Continente
Porto di Ravenna, visita finale del rappresentante UE al progetto “Ravenna Port Hub: Infrastructural Works”
Ravenna
Il contributo europeo è stato di oltre 30 milioni di euro
Nel 2023 in Svizzera sono diminuite le performance dei servizi di trasporto stradale e ferroviario
Neuchâtel
Le quote modali sono rimaste invariate
Nuovo servizio intermodale Melzo-Marcianise della Hannibal
Melzo
Due rotazioni settimanali che dal primo trimestre saliranno a tre
Joint venture tra PSA ed Evergreen per la gestione di un container terminal a Singapore
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Singapore
La nuova società diventerà operativa entro fine 2024
Nel terzo trimestre crescita congiunturale del commercio di merci e servizi del G20
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Parigi
In calo il valore delle merci da e per la Cina
Il gruppo omanita Asyad gestirà il porto di al-Suwayq per 40 anni
Muscat
In programma l'ampliamento dello scalo e la costruzione di una banchina
Le Aziende informanoSponsored Article
Accelleron stringe un accordo con Geislinger per espandere il service nell'area del Mediterraneo
Protocollo d'intesa per la creazione di un terminal intermodale a Budapest
Astana
Una delegazione della kazaka KTZ Express al porto di Rijeka
Il BIMCO ha adottato la clausola FuelEU Maritime
Copenaghen
Il regolamento europeo entrerà in vigore il prossimo primo gennaio
Kenon Holdings (Idan Ofer) annuncia la prossima uscita dal capitale della ZIM
Singapore
Attualmente possiede 19,8 milioni di azioni
NIM e EH Group svilupperanno tecnologie delle celle a combustibile a idrogeno per lo shipping
Nel terzo trimestre del 2024 il traffico delle merci nel porto di Tanger Med è aumentato del +11%
Anjra
Nei primi nove mesi dell'anno la crescita è stata del +12%
Progetto dell'ovadese Vezzani per creare un terminal per l'automotive a Porto Marghera
Venezia
Presentata istanza per il rilascio di una concessione demaniale per la banchina ex Sirma
Nel terzo trimestre il porto di Koper ha movimentato 287.410 container (+11,8%)
Koper
Nei primi nove mesi del 2024 sono stati 835.506 (+2,9%)
Rixi, senza la revisione dell'ETS le flotte marittime europee continueranno a subire uno svantaggio competitivo
Roma
Secondo il vice ministro, è necessario intervenire alla radice del problema
PSA Italy prosegue nell'acquisto di equipment per il terminal di Marghera
Genova
Commessa del valore complessivo di 8,5 milioni di euro per tre rubber-tyred gantry crane elettriche
Corsica Sardinia Ferries alla ricerca di personale navigante
Vado Ligure
I profili ricercati sono diversi, per le aree macchina, camera e cucina
Accordo per l'integrazione digitale dei sistemi del Polo Logistica di FS e dell'AdSP della Liguria Occidentale
Genova
Nuovo servizio Mediterraneo Orientale - Adriatico via Malta della CMA CGM
Marsiglia
Avrà una frequenza settimanale
Ok di Bruxelles agli aiuti di Stato per 1,9 miliardi di euro alla società ferroviaria tedesca DB Cargo
Bruxelles
Rinnovato il direttivo di Wista Italy
Milano
Costanza Musso confermata presidente
Maersk completa gli ordini a tre cantieri navali per 20 nuove portacontenitori
Copenaghen
A Yangzijiang Shipbuilding commesse per sei navi da 17.000 teu e due da 9.000 teu. A Hanwha Ocean e New Times Shipbuilding ordinate sei unità da 15.000 teu ciascuna
Biagio Mazzotta assume la carica di vicepresidente della Federazione del Mare
Roma
Il presidente di Assonave verrà candidato alla vice presidenza di ENMC
ESPO invita la nuova Commissione UE a mantenere e rafforzare il programma CEF
Bruxelles
L'esortazione è anche ad adattarlo meglio alle esigenze dei porti e dei loro stakeholder
Rinnovato l'accordo sulla formazione fra l'AdSP del Tirreno Centro Settentrionale, l'ITS Academy “G. Caboto” e l'Escola Europea
Civitavecchia
Consultazione sull'estensione dell'ETS britannico al settore marittimo
Londra
Lo shipping verrebbe incluso dal 2026
MSC completa l'acquisizione di una quota di minoranza in HHLA
Amburgo
PROSSIME PARTENZE
Visual Sailing List
Porto di partenza
Porto di destinazione:
- per ordine alfabetico
- per nazione
- per zona geografica
ONE acquisisce una quota nel container terminal NPCT1 di Giacarta
Singapore
Ha una capacità di traffico pari a 1,5 milioni di teu all'anno
Transped ordina una gru mobile Konecranes Gottwald per il suo terminal di Porto Marghera
Helsinki
Verrà presa in consegna nel secondo trimestre del prossimo anno
L'olandese Raben Group e l'elvetica Sieber Transport costituiscono una joint venture
Oss/Berneck
Rileverà l'attività di trasporto groupage dell'azienda svizzera
Dachser & Fercam Italia ha aperto una nuova filiale ad Arezzo
Bolzano
Tremila metri quadri di superficie operativa e 400 di uffici
Fincantieri sigla con SIMEST un accordo per la crescita delle aziende di filiera
Milano/Trieste
Convegno per il 30° compleanno di WISTA Italy
Genova
Si terrà domani a Palazzo San Giorgio a Genova
Approvato il Piano dell'organico dei porti della Sardegna
Cagliari
Sono 938 i lavoratori delle 36 imprese che operano negli scali
Saipem si è aggiudicata un contratto EPCI offshore da BP in Indonesia
Milano
Nel terzo trimestre i ricavi del noleggiatore di portacontainer MPCC sono diminuiti del -28%
Oslo
Fermerci denuncia ritardi e tagli agli incentivi per il trasporto ferroviario merci
Roma
Carta: rischio concreto di perdere 115 milioni di euro
Nel terzo trimestre il traffico nei container terminal della marocchina Marsa Maroc è aumentato del +5%
Casablanca
Esaurimento della crescita dei volumi in trasbordo
A Samsung Heavy Industries ordini per la costruzione di quattro portacontenitori da 16.000 teu
Busan
Commessa del valore di circa 781 milioni di dollari
Accordo Eni - MSC nel campo della sostenibilità e della transizione energetica
San Donato Milanese
È stato sottoscritto da Claudio Descalzi e Diego Aponte
Il terminal Grimaldi nel porto di Barcellona è stato dotato dell'Onshore Power Supply
Barcellona
Diventerà operativo a gennaio
PORTI
Porti italiani:
Ancona Genova Ravenna
Augusta Gioia Tauro Salerno
Bari La Spezia Savona
Brindisi Livorno Taranto
Cagliari Napoli Trapani
Carrara Palermo Trieste
Civitavecchia Piombino Venezia
Interporti italiani: elenco Porti del mondo: mappa
BANCA DATI
ArmatoriRiparatori e costruttori navali
SpedizionieriProvveditori e appaltatori navali
Agenzie marittimeAutotrasportatori
MEETINGS
Convegno per il 30° compleanno di WISTA Italy
Genova
Si terrà domani a Palazzo San Giorgio a Genova
Convegno del CNEL sulla sostenibilità del trasporto marittimo
Roma
Si terrà il 27 novembre a Roma
››› Archivio
RASSEGNA STAMPA
North Korean tankers transport over one million barrels of oil from Russia
(NK News)
Sudan govt scraps $6bn Red Sea port deal with UAE
(The North Africa Post)
››› Archivio
FORUM dello Shipping
e della Logistica
Relazione del presidente Nicola Zaccheo
Roma, 18 settembre 2024
››› Archivio
La sudcoreana HJSC si aggiudica una commessa per quattro nuove portacontainer da 7.900 teu
Busan
Rolf Westfal-Larsen Jr. è stato eletto presidente di Intertanko
Londra
Subentra a Paolo d'Amico
COSCO e SIPG acquisiranno il 10% ciascuna del capitale della SAIC Anji Logistics
Shanghai
Parteciperanno all'aumento di capitale della società logistica della SAIC Motor
AD Ports prosegue nella sua campagna di investimenti in Egitto
Il Cairo/Abu Dhabi
Accordo per realizzare un'area industriale di 20 chilometri quadrati a East Port Said
Dimitri Serafimoff è stato eletto nuovo presidente della CLECAT
Dimitri Serafimoff è stato eletto nuovo presidente della CLECAT
Bruxelles
Manterrà anche la presidenza del CLECAT Customs Institute
Ok del Tribunale di Rovigo al piano di ristrutturazione di Cantiere Navale Vittoria
Adria
In via di completamento della vendita dell'azienda a CNV Srl
Porto di Ancona, nel 2023 - sottolinea l'AdSP - il traffico dei container è cresciuto del +5%
Ancona
L'ente portuale contesta i dati diffusi dal Centro Studi Fedespedi
Vard costruirà cinque navi appoggio a servizio dell'industria offshore
Trieste
Progettate per ospitare fino a 190 persone, verranno realizzate in Vietnam
Alpe Adria attiva nuovo servizio ferroviario tra il porto di Trieste e il terminal di Malpensa Intermodale a Sacconago
Trieste
Euroseas ordina in Cina la costruzione di due portacontenitori feeder da 4.300 teu
Atene
Ricavi trimestrali dai noleggi inj crescita del +5,8%
L'analisi del Centro Studi Fedespedi su performance economiche e operative dei container terminal italiani
Milano
GNV rafforza il proprio reparto commerciale con due nomine
Genova
Nuovo direttore commerciale e nuovo direttore generale della compagnia in Spagna
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
Partita iva: 03532950106
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