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Il Propeller di Venezia sottolinea l'assenza delle istituzioni al dibattito sullo sviluppo della portualità locale
«Il tempo del silenzio e dei sottintesi, delle parole sussurrate o non dette, per il porto di Venezia - ha detto il vicepresidente di Confetra, Pomarici - sono da considerarsi finiti»
14 aprile 2008
Le istituzioni locali «hanno perso una buona occasione per capire da chi gestisce tutto il ciclo del trasporto i veri problemi che penalizzano lo sviluppo della portualità veneziana». Lo ha detto il presidente dall'International Propeller Club Port of Venice, Massimo Bernardo, sottolineando l'assenza dei rappresentanti delle autorità locali al meeting sul tema “Affari di porto” organizzato dal Propeller e svoltosi venerdì scorso presso il Venezia Terminal Passeggeri (VTP).
Nel contrastato e complesso scenario della nomina del nuovo vertice dell'Autorità Portuale di Venezia - ha rilevato Bernardo - il meeting resterà un punto fermo sulla storia della portualità lagunare: per la prima volta agenti marittimi, imprese di spedizione, spedizionieri doganali e operatori portuali hanno fatto massa critica per esporre, ognuno per il settore di propria competenza, criticità, ma anche soluzioni possibili per ridare competitività al sistema portuale veneziano. L'incontro - ha evidenziato il presidente del Propeller - è stato disertato dal sindaco Massimo Cacciari, dal presidente della provincia Davide Zoggia, da quello della Regione Giancarlo Galan e da altri dirigenti delle pubbliche amministrazioni, compresa l'Autorità Portuale.
Nel corso del meeting il vicepresidente della Confederazione Nazionale dei Trasporti (Confetra), Aldo Pomarici, ha invitato imprenditori, terminalisti, imprese portuali, associazioni di categoria e sindacati a far sentire la loro voce: «il tempo del silenzio e dei sottintesi, delle parole sussurrate o non dette, per il porto di Venezia - ha osservato - sono da considerarsi finiti».
Inoltre Pomarici ha riassunto i punti irrinunciabili e immediatamente realizzabili per ridare competitività al porto: dalla definizione di un master plan per lo sviluppo della logistica a Marghera alla realizzazione del districtpark strutturato su un'area di almeno 50-100 ettari a ridosso del porto per attirare nuovi traffici e investimenti privati, dalla realizzazione del terminal per navi ro-ro a Fusina nell'area ex Alumix, anche in prospettiva della nascita dell'area di libero scambio euromediterranea, alla viabilità dell'isola portuale nonché alla realizzazione della Romea Commerciale indispensabile al collegamento tra il nord ed il sud del Paese, ma anche tra il nord ed il sud Europa.
«Chiediamo al nuovo governo, agli amministratori locali ed a quelli che saranno i nuovi vertici dell'Autorità Portuale - ha aggiunto il vicepresidente di Confetra - di fare delle scelte definitive e fondamentali. Da parte nostra faremo di tutto per costruire una massa critica, un blocco interregionale o meglio ancora un laboratorio del settore del trasporto e della portualità».
Per Andrea Cosentino, presidente dell'associazione tra le imprese di spedizione, l'obiettivo principale è l'efficienza del porto che si raggiunge con investimenti mirati in strutture ed infrastrutture, ma anche migliorando le tempistiche del ciclo del trasporto. «Pur avendo migliorato il dialogo con l'Autorità Portuale, con la Dogana, con la Capitaneria di Porto, con la Guardia di Finanza e la Sanità Marittima - ha affermato Cosentino - registriamo tempi eccessivi per il rilascio delle merci nei confronti degli altri porti europei». Ha quindi elencato una serie di problematiche: da quelle legate all'aumento senza preavviso delle tariffe dei terminal a quelle dei costi accessori legati alla sicurezza con l'adozione dell'I.S.P.S., dalla mancanza di personale e di informatizzazione per le operazioni doganali al trasferimento degli uffici della Sanità Marittima in porto, al miglior servizio richiesto al Terminal Intermodale Venezia (TIV) per il traffico container legato alla MSC. Cosentino non ha mancato, infine, di denunciare l'indiscriminato aumento del 45% sulle manovre ferroviarie.
Un giusto equilibrio tra l'intensità dei controlli e la fluidità dei traffici commerciali è stato richiesto dal presidente degli Spedizionieri Doganali, Giorgio Rotigni, che, anche in vista delle nuove norme che la UE metterà in atto dal 2009 con il nuovo codice doganale, ha sottolineato la necessità di utilizzare le moderne tecnologie per ridurre i tempi di sdoganamento delle merci e accelerarne i tempi di controllo. Rotigni ha rilevato che «lo sdoganamento di alcune merci può comportare oggi la presentazione e naturalmente il controllo di oltre 70 documenti diversi, con l'aggiunta che questi documenti vengono rilasciati da più di 20 enti diversi. Per non parlare di regole e regolamenti comunitari che non sono stati applicati nella loro interezza visto che ancor oggi - ha concluso - dobbiamo adattare e confrontare le norme comunitarie con quelle nazionali ancora in vigore e mai rimosse come il TULD del 1973 ed il Regio Decreto del 1896!»
Il tenente colonnello Antonino Magro, comandante della Guardia di Finanza di Porto, Aeroporto e Interporto, ha illustrato le opportunità proposte dalle nuove tecnologie (scanner), dal nuovo testo comunitario doganale, che dovrebbe agevolare l'utenza portuale eliminando gran parte della documentazione cartacea, e dal LOGIS 3, il sistema informatico del porto di Venezia già richiesto per la sua eccellenza da altri porti italiani.
Un no deciso al trasferimento di parte del traffico crocieristico a Porto Marghera è stato espresso da Emilio Gamba, presidente dell'Associazione Agenti Marittimi del Veneto e membro del Comitato Portuale. Gamba si è soffermato sulle reali funzioni del porto veneziano rispetto al traffico navale che non potrà superare i 12 metri di pescaggio, con l'impossibilità di far arrivare a Venezia i fullcontainer dell'ultima generazione. Sì, invece, all'avvio di servizi feeder con i grandi hub mediterranei, mentre bisognerà dare grande impulso alle autostrade del mare e, conseguentemente, al nuovo terminal di Fusina «che tuttavia - ha sottolineato Gamba - porterà, in un'area veneziana già congestionata, ad una grande crescita del traffico su gomma».
L'amministratore delegato della Venezia Terminal Passeggeri, Roberto Perocchio, ha evidenziato come il porto passeggeri sito nel centro storico veneziano sia riuscito a raddoppiare il numero di passeggeri e a triplicare quello dei croceristi. «Non ci sono alternative alla Marittima», ha spiegato riferendosi all'ipotizzato trasferimento su Marghera di parte del traffico ed ha menzionato i massicci nuovi investimenti per la realizzazione delle nuove strutture di Marittima e per quelle mirate al traffico di maxiyacht che a Venezia registra di anno in anno notevoli incrementi sia nel numero che nelle dimensioni di questo particolare settore del turismo nautico.
Critico nei riguardi dell'operato dell'Azienda Speciale per il Porto di Chioggia il presidente del Comitato Utenza del secondo porto lagunare, Giuliano Godino, a cominciare dall'accordo di collaborazione tra i due porti sottoscritto in Regione dal presidente dell'Autorità Portuale di Venezia, Giancarlo Zacchello, e da quello dell'Azienda Speciale, Italo Turdò : «l'utenza clodiense - ha affermato - è sbigottita di fronte ad un accordo firmato in pompa magna dalle sole istituzioni di cui l'utenza a tutt'oggi non ne conosce ancora i contenuti. Ma questa è solamente la punta di un iceberg che naviga da troppi anni per conto proprio escludendo di fatto l'utenza da ogni iniziativa o decisione che erroneamente si ritiene di esclusiva competenza istituzionale».
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