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Apprezzamento di Assologistica per la prevista applicazione delle norme sull'organizzazione del lavoro portuale
I fatti dimostrano - ha sottolineato l'associazione - che, dove la legge 84/94 è stata applicata, il diritto all'autoorganizzazione degli imprenditori portuali convive armoniosamente con quello al lavoro di tutti gli altri soggetti, compresi quelli storici
24 settembre 2008
Assologistica ha manifestato apprezzamento per la decisione del ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, di disporre affinché l'organizzazione del lavoro portuale prevista dalla legge 84 del 1994 sia applicata in tutti i porti italiani almeno dal gennaio 2009 ed ha espresso “meraviglia per la meraviglia” di alcuni commentatori di fronte alla decisione del ministro.
L'associazione ha ricordato «di aver sottoscritto a suo tempo, insieme a tutte le altre organizzazioni datoriali e sindacali, l'accordo che ha consentito di reintrodurre nei porti italiani l'indennità di mancato avviamento - cioè la retribuzione a carico dello Stato per le giornate di mancato lavoro - chiedendo contemporaneamente che si regolarizzassero le posizioni di quelle compagnie che ancora non corrispondevano alle previsioni della legge 84/94». «Anche in quell'occasione, per consentire il riconoscimento di quel beneficio - ha precisato Assologistica - fu apposto un termine per la loro regolarizzazione. Termine successivamente dimenticato».
L'associazione delle imprese di logistica, a cui fanno capo terminal operators italiani, ha pertanto sottolineato che, per ragioni di coerenza, oltre che esprimere apprezzamento per la decisione di Matteoli, ne auspica il rispetto. «Tra l'altro - ha rilevato Assologistica - i fatti dimostrano che dove la legge 84/94 è stata applicata - anche grazie al realismo di molte compagnie portuali che hanno evitato contrapposizioni e conflitti sociali - il diritto all'autoorganizzazione degli imprenditori portuali convive armoniosamente con quello al lavoro di tutti gli altri soggetti, compresi quelli storici. Ciò che è cambiato in termini di investimenti, responsabilità nell'organizzazione del lavoro, produttività e costi ha contribuito significativamente alla crescita dei traffici e quindi dell'occupazione nei porti italiani».
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