- L'agenzia di comunicazione britannica Dunelm ha organizzato per il prossimo 29 giugno un convegno sul tema “Weighing containers: is it really that difficult?” che si terrà presso l'Hilton London Canary Wharf Hotel di Londra. Secondo la società londinese, è giunto il momento di aprire un dibattito sulla pesatura dei contenitori e sulle implicazioni in caso erronea dichiarazione del peso dei container.
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- Pur confermando l'interesse per l'argomento, il managing director di Dunelm, David Cheslin, ha ammesso che sussistono difficoltà ad affrontare il tema: «anche se stiamo iniziando solo ora a commercializzare questo evento, si sono già registrati rappresentanti di carriers deepsea e shortsea, di P&I Clubs, di società di classificazione e di terminal operators. Purtroppo però, persino in questa fase avanzata di preparazione dell'evento, non riesco a trovare uno speaker disposto a spiegare perché le compagnie di navigazione apparentemente non assumono iniziative per far valere le proprie linee guida quale “best practice”. Nel contempo nessuno spedizioniere o associazione di spedizionieri si è fatta avanti per parlare di questo argomento, nonostante il fatto che la recente convenzione dell'ONU sui contratti di trasporto internazionale di merci tutto o in parte via mare, le cosiddette Rotterdam Rules (inforMARE del 26 ottobre 2009, ndr), preveda una responsabilità oggettiva e illimitata dello spedizioniere rispetto a qualsiasi informazione inesatta fornita per il rilascio dei documenti di trasporto, incluse le informazioni sul peso della merce». «Va rilevato anche - ha precisato Cheslin - che un comitato di esperti istituito dal ministero federale della Giustizia della Germania ha suggerito che, in linea di principio, la responsabilità dovrebbe tradursi in colpa “a meno che le informazioni siano fornite per l'emissione di una polizza di carico”».
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- Dunelm ha ricordato che nel 2007 la britannica Marine Accident Investigation Branch (MAIB) ha pubblicato un rapporto su un incidente occorso alla portacontainer da 868 teu Annabella in navigazione nel Mar Baltico, che l'anno seguente l'organismo ha emesso un altro rapporto riguardante il naufragio della portacontainer da 4.419 MSC Napoli e che questi due avvenimenti hanno portato alla pubblicazione da parte dell'International Chamber of Shipping e del World Shipping Council del documento “Safe Transport of Containers by Sea - Guidelines on Best Practices”. «In questo documento - ha ricordato la società londinese - queste due nobili istituzioni hanno dichiarato categoricamente che il sovraccarico di un container è qualcosa che non potrà mai essere perdonato e sono arrivate a dire che chi ha riempito il container è tenuto a garantire che la massa lorda del contenitore sia in linea con la massa lorda riportata sui documenti di spedizione. Inoltre le linee guida precisano che i terminal operators devono verificare il peso dei container in entrata prima che questi vengano imbarcati». «Ciononostante - ha rilevato Dunelm - sembra che non accada nulla per far sì che la pesatura sia effettuata e il comparto del trasporto marittimo container, inclusi tutti coloro che navigano su navi deepsea e shortsea/feeder, continuano a fare affidamento sulla precisione e l'onestà degli spedizionieri nel momento in cui dichiarano ai carriers il peso del loro carico».
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- «Quando nel gennaio 2010 i media hanno riferito i risultati preliminari dell'indagine del MAIB sulla caduta di 18 container dalla nave da 910 teu Husky Racer mentre era all'ormeggio nel porto di Bremerhaven - ha ricordato ancora Dunelm - il tema della pesatura dei container è stato nuovamente posto sotto i riflettori. Dai commenti espressi dai giornalisti è diventato del tutto evidente che molti operatori del settore dei container non erano ancora sicuri circa il modo in cui potrebbe essere possibile verificare in modo attendibile il peso dei container». Ciò - ha sottolineato la società londinese - vale anche per il settore del trasporto dei rotabili. Dunelm ritiene quindi giunto il momento di chiarire il tema.
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