- inforMARE - Oggi a Bruxelles i ministri dei Trasporti dell'Unione Europea hanno approvato la proposta di modifica della direttiva cosiddetta “Eurovignette” relativa alla tassazione dei veicoli pesanti adibiti al trasporto di merci su strada, proposta fortemente criticata dalle associazioni dell'autotrasporto.
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- L'approvazione della proposta da parte del Consiglio dei ministri, che introduce sulle autostrade europee il principio “chi inquina paga”, consente agli Stati membri di porre a carico dei camion, oltre al costo delle infrastrutture, così come già avviene, anche i costi determinati dall'inquinamento atmosferico e acustico. Secondo le stime, tali oneri attualmente pari a 15-25 centesimi di euro per chilometro potrebbero aumentare di 3-4 centesimi se questa proposta verrà adottata dal Parlamento europeo.
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- L'International Road Transport Union (IRU) ha sottolineato come la proposta della Commissione Europea di evidenziare obbligatoriamente l'importo di tali oneri in modo da poterne verificare l'attribuzione ad una specifica destinazione in sede di ripartizione di fondi, proposta che - ha precisato l'organizzazione mondiale dell'autotrasporto - è sostenuta anche dal Parlamento UE, non figuri nell'accordo ministeriale sottoscritto oggi. «È inaccettabile - ha dichiarato il presidente del comitato di collegamento con l'UE per il trasporto merci dell'IRU, Alexander Sakkers - che ministri dei Trasporti dell'UE aumentino il carico fiscale sul trasporto stradale delle merci senza presentare alcuna soluzione per ridurre le esternalità quale compensazione per la rimozione di tale evidenziazione obbligatoria. I ministri hanno anche omesso di affrontare il problema della congestione alla fonte, dato che costoro prevedono oneri solo per l'autotrasporto anche se questo rappresenta solamente il 10% di tutti gli utenti della strada. Il Consiglio ha completamente ignorato tutte le imposte, i diritti e gli oneri già pagati dall'industria del trasporto merci su strada, così come l'enorme peso aggiuntivo che questi nuovi oneri imporrà sulle economie dei singoli Stati membri. In realtà non saranno ridotte le esternalità, ma la competitività dell'economia europea. La decisione dei ministri rappresenta un male per l'economia ed un male per l'ambiente».
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- «L'industria dell'autotrasporto - ha aggiunto Sakkers - è sempre stata disposta a pagare la sua parte, a condizione che i principi di non discriminazione e di un equo livello fiscale per tutti i modi di trasporto siano rispettati. L'attuale livello di tasse delle diverse modalità di trasporto e la misura in cui queste tasse, oneri e diritti effettivamente copre le esternalità, devono essere presi in esame. Solo una volta che questa valutazione sarà fatta potranno essere casomai assunte decisioni su quanto dovrà essere pagato in più e da chi. Una doppia imposizione, come quella presentata da questa decisione, è inaccettabile. Inoltre, quando i ricavi derivanti da tali imposizioni non vengono evidenziati in modo da poter essere reinvestiti nella modalità dalla quale sono stati sottratti, allora le esternalità non possono essere efficacemente ridotte. Prendere di mira una sola modalità di trasporto non rende “verde” l'intero sistema dei trasporti dell'UE».
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- «Il settore dell'autotrasporto - ha concluso il rappresentante dell'IRU - si affida ora al Parlamento europeo affinché ci si assicuri che il principio di non discriminazione sia rispettato e venga garantita una legislazione efficace reintroducendo l'obbligo di contrassegnazione»
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- Anche secondo l'italiana ANITA, l'associazione di Confindustria che riunisce le imprese nazionali di autotrasporto più grandi, il principio “chi inquina paga” non viene utilizzato con equità, ma solo nell'ottica di penalizzare una tipologia di trasporto stradale, quella delle merci, rispetto ad altre. «Concordo con il ministro Matteoli che in una fase come quella attuale di ripresa economica aumentare ulteriormente i costi del trasporto su gomma avrebbe dei riflessi negativi», ha dichiarato il segretario generale dell'ANITA, Giuseppina Della Pepa, e - ha aggiunto - «apprezzo l'intervento del governo italiano grazie al quale abbiamo ottenuto l'esenzione temporanea dalla direttiva per i veicoli euro 5 (fino al 2013) e per quelli euro 6 (fino al 2017)».
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- Secondo l'ANITA, «i risultati del Consiglio dei ministri di oggi, con la posizione contraria di Italia, Spagna e Irlanda, l'astensione dell'Olanda e la posizione favorevole di Francia e Austria, mostrano comunque l'incertezza di alcuni Stati membri sull'applicazione del provvedimento che andrà al vaglio del Parlamento europeo». (iM)
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