- inforMARE - Oggi nella Sala Biblioteca del Consiglio regionale della Liguria, a Genova, si è aperto il convegno di studi “Genova porto di emigranti ai tempi dell'Unità d'Italia” promosso dall'assemblea legislativa ligure e dal Centro Internazionale Studi Emigrazione Italiana (Cisei) nel quadro delle celebrazioni per il 150° anniversario dell'unità d'Italia.
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- Sottolineando il particolare rilievo dell'emigrazione nella storia del capoluogo ligure, dove il fenomeno iniziò già dagli ultimi anni della Repubblica di Genova con picchi importanti nei primi anni del regno, il presidente del consiglio regionale, Rosario Monteleone, ha ricordato che «complessivamente dai porti italiani quasi venti milioni di persone si imbarcarono per emigrare nelle Americhe» . Le navi generalmente partivano da Napoli, facevano scalo a Genova dove completavano il loro carico di esseri umani. «Un mondo - ha osservato - dalle dimensioni sconvolgenti di cui Genova fu il centro. L'emigrante allora, come spesso oggi, era una merce su cui si esercitava la speculazione degli intermediari. I liguri, che avevano anticipato di molti decenni il flusso migratorio verso le “Meriche” quali emigranti modello già negli anni '30 dell'ottocento - ha proseguito Monteleone - divennero imprenditori di un trasporto di emigranti caratterizzato, come emerge con amara chiarezza dalle fonti dell'epoca, da uno sfruttamento e una ghettizzazione sconosciute ad altre realtà consimili quali Amburgo, Le Havre o Marsiglia».
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- L'assessore alle politiche dell'immigrazione e dell'emigrazione, Giovanni Enrico Vesco, ha evidenziato come l'emigrazione italiana sia stata una ricchezza per i Paesi che l'hanno accolta e come possa esserlo anche quella attuale verso l'Italia. «Oggi - ha aggiunto l'assessore comunale alla Promozione della Città, Andrea Ranieri - Genova può diventare il futuro porto d'Africa, la porta attraverso la quale, grazie alle autostrade del mare, si collega l'Europa a Paesi come quelli del Mahgreb che ormai hanno tassi di sviluppo del 4% e da dove partiranno i futuri traffici che possono ridare slancio e sviluppo all'economia ligure».
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- Il presidente del Cisei, Fabio Capocaccia, ha ricordato che il suo centro, nato dal contributo di Regione, Provincia, Comune e Camera di Commercio, ha già realizzato una banca dati presso la Commenda di San Giovanni di Pré a Genova dove è possibile ricostruire almeno parte della storia di tre milioni di migranti, ciò grazie ad una fitta collaborazione con i porti di arrivo, sia quelli statunitensi che quelli dei Paesi del Sud e Centro America.
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- Il Cisei, fra le tante carte ritrovate, ha recuperato un . «Negli ultimi suoi anni di vita - ha spiegato Capocaccia - il generale era preoccupato che Genova e il regno d'Italia si trovassero impreparati davanti alla crescita dei traffici marittimi frutto dell'apertura del canale di Suez. E in soli cinque anni fece realizzare il Molo Galliera a difesa del bacino portuale salvando comunque una spiaggetta alla base della collina di Castello. Garibaldi aveva già previsto l'allargamento del porto a Sampierdarena tramite un canale da realizzare a monte della Lanterna. Negli archivi della Società di letture scientifiche, sono stati trovati i dibattiti verbalizzati di una commissione creata appositamente nel 1880 per esaminare il progetto di Garibaldi per l'allargamento del porto di Genova, dove il generale letteralmente proponeva di “tagliare il promontorio della Lanterna con un canale navigabile, che passi a monte del Faro e metta in comunicazione le acque del porto antico con quelle della spiaggia di Sampierdarena, e costruire, alla distanza di 320 metri dalla spiaggia attuale, un molo per operazioni commerciali, che vada parallelo alla medesima, e costituisca per Sampierdarena un porto-canale con due ingressi opposti, uno dall'interno dell'antico porto, e l'altro dal mare...”».
- Soffermandosi sulla situazione odierna, Capocaccia ha osservato che i traffici portuali negli ultimi anni sono in calo, mentre quelli con il Mahgreb sono saliti del 15%. Si tratta - ha precisato - di un segnale importante di quello che può essere il ruolo futuro dello scalo genovese.
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- Nel corso della giornata si sono susseguiti quindi gli interventi di Emilio Franzina, docente di Storia contemporanea della facoltà di Lettere e filosofia dell'Università di Verona (“Emigrazione e storia d'Italia prima e dopo l'Unità”), Francesco Surdich, docente di Storia delle esplorazioni e scoperte geografiche della facoltà di Lettere e filosofia dell'Università di Genova (“Genova e la cultura dell'emigrazione tra Otto e Novecento”), Antonio Gibelli, docente di Storia contemporanea e presidente del Comitato scientifico del Cisei, Marco Doria, docente di Storia economica della facoltà di Economia (“Merci e persone in transito. Le trasformazioni del porto dopo l'Unità”), Danilo Cabona, responsabile dell'archivio storico dell'Autorità Portuale di Genova (“Il porto ai tempi della grande emigrazione”), Chiara Vangelista, docente di Storia dell'America latina (“"L'emigrazione in America Latina da Waterloo alla Belle Epoque”), Franco Sborgi, docente di Storia dell'arte contemporanea (“Genova e il suo porto: l'immagine pittorica”), Silvia Martini, responsabile dell'ufficio stampa dell'Autorità Portuale di Genova (“Emigrazione e sviluppo delle banchine del porto di Genova tra storia e cronaca”), e Carlo Stiaccini, studioso presso il Dipartimento di Storia moderna e contemporanea e il Cisei, (“Racconti di viaggio sulla via delle Americhe”).
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- Inoltre, nel corso del convegno, sono state presentate le opere sul tema dell'emigrazione realizzate con la tecnica dell'aerografo dall'artista pittore e scultore Meo Carbone, a cui è dedicato il calendario 2011 del Centro Internazionale Studi Emigrazione Italiana. (iM)
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