Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
18:35 GMT+1
Il vicepresidente dell'UE Kallas spiega qual è la strada da percorrere per alimentare i progetti infrastrutturali con capitali privati
È necessario separare la politica dal business, tagliare la burocrazia e rendere stabili le condizioni per gli investimenti nei progetti, che devono avere una dimensione ragionevole, non troppo piccola né troppo grande
26 novembre 2010
inforMARE - Intervenendo questo pomeriggio al Regional Forum 2010 della Banca Europea per gli Investimenti (BEI), in corso all'Hotel Hilton di Varsavia, il vicepresidente della Commissione Europea, Siim Kallas, responsabile per i trasporti, ha sottolineato l'importanza degli investimenti nelle infrastrutture di trasporto, in particolare per promuovere lo sviluppo dell'economia e per creare e salvaguardare l'occupazione.
«L'evidenza empirica - ha spiegato il commissario europeo - dimostra l'impatto positivo degli investimenti nelle infrastrutture sulla crescita economica e sulla creazione di posti di lavoro: un miliardo di euro genera all'incirca da 30.000 a 40.000 posti di lavoro all'anno. Gli investimenti nelle infrastrutture di trasporto sono essenziali per garantire l'accesso ai mercati e contribuire così alla riduzione delle disparità economiche all'interno dell'UE».
«In Europa - ha evidenziato Kallas - sussiste ancora un forte squilibrio di infrastrutture di trasporto tra i vecchi e nuovi Stati membri, tra oriente e occidente. La densità sia della rete stradale che ferroviaria in Polonia, come nella maggior parte dei nuovi Stati membri, è al di sotto della media UE. La Polonia è l'unico tra i sei più grandi Stati membri dell'UE in termini di popolazione che non ha alcuna ferrovia ad alta velocità. C'è anche un forte bisogno di ammodernamento e, inoltre, le reti delle regioni orientali e occidentali sono spesso collegate molto male o non lo sono affatto». Kallas ha detto che l'obiettivo della Commissione è pertanto quello di affrontare questo divario e di istituire un vero spazio di trasporto unico nell'Unione Europea.
Kallas ha ricordato che la Commissione «ha già avviato la revisione della politica TEN-T. In maggio - ha precisato - abbiamo chiesto agli Stati membri, al Parlamento e a tutti gli stakeholders se avrebbero sostenuto la nostra visione di una rete Trans-European Transport Network dual-layer, con la creazione di un “core network” multimodale formato dai nodi e dai collegamenti verso l'interno e l'esterno dell'UE strategicamente più importanti. Questa rete di base sarà integrata da una rete più ampia e completa già esistente che rifletterà la pianificazione dei trasporti su base nazionale. Presto prepareremo una proposta per il core network, che non comprenderà soltanto i nodi principali per passeggeri e merci, ma sarà anche una rete intelligente e orientata al futuro». «Nella primavera del 2011 - ha proseguito - proporremo una nuova serie di linee guida per le TEN-T che daranno una forma giuridica a questa visione. Queste linee guida, come pacchetto di misure politiche, riguarderanno sia la pianificazione della rete che le misure di implementazione, ivi compresi i finanziamenti».
Proprio per ciò che riguarda i finanziamenti, ricordando che «nel comparto dei trasporti si devono mobilitare considerevoli quantità di denaro perché la costruzione e la manutenzione delle infrastrutture di trasporto è estremamente costosa», Kallas ha evidenziato che sono disponibili ingenti capitali pronti ad essere investiti nel settore. «Ho discusso - ha spiegato - con tre delle maggiori banche di investimento private su come portare più capitali privati verso i progetti europei di trasporto. Mi hanno detto quanto segue: innanzitutto c'è una considerevole quantità di danaro a disposizione nel mondo che è alla ricerca di buoni progetti infrastrutturali; in secondo luogo l'Europa è ancora un mercato di grande interesse per gli investitori; terzo: il denaro è disponibile sulla base di condizioni chiare». «Le loro raccomandazioni principali - ha specificato il commissario europeo - sono state: in primo luogo separare la politica dal business; un elemento essenziale per fare ciò è l'esistenza di operatori economici e di autorità forti e indipendenti. Queste ultime devono anche esercitare un controllo efficace sulle imprese. Il modo migliore per garantire l'indipendenza degli operatori economici è quello di avere imprese private. In Europa - ha evidenziato Kallas - ci sono molte entità che possono essere privatizzate e i proventi delle loro privatizzazioni possono essere utilizzati quindi per quegli investimenti infrastrutturali pubblici che non generano entrate sufficienti. Secondo: tagliare la burocrazia. Sto parlando - ha spiegato - di procedure e permessi. Abbiamo una situazione in cui ormai quasi qualsiasi parte interessata può fermare i progetti di investimento per un tempo illimitato. Il settore privato non può aspettare per sempre per permessi di questo tipo. Terzo: le condizioni per gli investimenti infrastrutturali devono essere stabili per lunghi periodi, probabilmente per 30 anni. I nuovi governi non dovrebbero sovvertire le decisioni assunte per il lungo termine. E quarto: i progetti devono avere una dimensione ragionevole, non troppo piccola né troppo grande. Inoltre il migliore e più economico coinvolgimento di capitale privato a volte richiede anche garanzie pubbliche per superare le difficoltà nel rendere il progetto remunerativo già nei primi anni».
Kallas ha annunciato che la Commissione Europea, in linea con la strategia “Europa 2020”, ha intenzione «di proporre un quadro europeo per i finanziamenti che contribuirà a mettere insieme i fondi comunitari, nazionali e privati. Questo schema di finanziamento - ha spiegato - potrà meglio coordinare le fonti di finanziamento disponibili».
Il commissario europeo ha inoltre evidenziato che le prospettive finanziarie future dell'UE indicano che ci sarà bisogno «di ricorrere in misura maggiore a strumenti finanziari innovativi al fine di garantire il massimo effetto moltiplicatore dell'investimento dell'UE. Il loro effetto leva - ha rilevato - può essere significativo e va da da 10 fino a 25 euro per ciascun euro di contributo UE. Un finanziamento di tipo innovativo può anche aumentare il coinvolgimento del settore privato attraverso il ricorso ai partenariati pubblico-privato e lo sviluppo dei “project bonds”. Stiamo lavorando a stretto contatto con la BEI per definire e sviluppare questi nuovi strumenti finanziari innovativi. In questo processo ci avvaliamo anche delle nostre esperienze con tre iniziative nel settore del trasporto, vale a dire lo strumento di garanzia dei prestiti per i progetti TEN-T, l'European PPP Expertise Centre e il Fondo “Marguerite”».
Secondo Kallas, «quello del trasporto potrebbe essere il settore migliore per sperimentare il possibile ruolo dell'UE nei project bonds emessi da società di progetto. Un certo numero di progetti TEN-T selezionati - ha osservato - potrebbero prestarsi a questo meccanismo, nel quale sia la Commissione che la BEI dovrebbero svolgere un ruolo importante nel fornire garanzie per rendere possibile tale emissione di obbligazioni».
«I finanziamenti innovativi - ha proseguito il commissario - sono visti come una sfida da parte degli Stati membri dell'Est. Alcuni hanno sostenuto che le sovvenzioni sono molto più facili da usare, in particolare nel quadro dei fondi di coesione e strutturali. Tuttavia sono certo che i finanziamenti innovativi possono contribuire efficacemente alla realizzazione degli investimenti necessari se la Commissione e le banche di sviluppo multilaterale impegnano le proprie risorse anche per sostenere gli Stati membri nella creazione di una linea progettuale adeguata e nel rapportarsi con un'ingegneria finanziaria complessa».
«Progettare la giusta struttura di governance e identificare le fonti di finanziamento per i complessi progetti transfrontalieri - ha concluso Kallas - è un problema che riguarda tutti gli Stati membri. Pertanto stiamo pensando di organizzare per loro strutture di coordinamento - i cosiddetti corridoi - che possano contribuire a risolvere i vari problemi che abbiamo di fronte, che vanno da ottenere una corretta valutazione di impatto ambientale alla predisposizione di finanziamenti adeguati. Queste strutture “'corridoio” possono mettere assieme la Commissione, gli Stati membri, le regioni, gli enti locali, ma anche i gestori delle infrastrutture, gli operatori dei trasporti, e, naturalmente, i soggetti finanziari. Esse possono facilitare la creazione di special purpose vehicles, base di qualsiasi schema di finanziamento, che potrebbero emettere project bonds per finanziare in parte o in toto i costi di costruzione. Certo, non siamo ancora a quel punto. Trasformare questa visione in realtà richiede molto lavoro da fare. Tuttavia, sono certo che già alla fine del 2011 riusciremo a porre in atto una riorganizzazione e un approccio più equilibrato per questo complesso puzzle chiamato rete transeuropea dei trasporti. La nostra capacità di crescere e creare posti di lavoro, di dare un contributo decisivo alla coesione territoriale e, ultimo ma non meno importante, di diminuire le emissioni di CO2 e l'inquinamento dipende dal nostro successo». (iM)
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
Partita iva: 03532950106
Registrazione Stampa 33/96 Tribunale di Genova
Direttore responsabile Bruno Bellio Vietata la riproduzione, anche parziale, senza l'esplicito consenso dell'editore