inforMARE - In vista dell'entrata in vigore il prossimo 1° gennaio delle nuove procedure per garantire la security sulle merci che entrano nel territorio dell'Unione Europea il mondo associativo della Confetra (Anama, Anasped, Assologistica, Fedespedi) e le associazioni del settore aereo (Assaeroporti, Assohandler, Ibar) hanno chiesto all'Agenzia delle Dogane di adottare lo stesso comportamento assunto da altre amministrazioni doganali europee, come quelle di Germania e Olanda, che hanno previsto periodi transitori rispettivamente di uno e quattro mesi per evitare che tali nuove procedure possano produrre effetti negativi.-
- Confetra (Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica) ha ricordato che dal prossimo 1° gennaio, ancora prima che le spedizioni arrivino ai confini comunitari, gli uffici doganali europei dovranno ricevere una dichiarazione con i “dati sicurezza” che consentono di realizzare a priori l'analisi dei rischi. Nei casi più gravi la dogana potrà inviare il messaggio di “Di Not Load “ per impedire l'imbarco nel porto o aeroporto di partenza. Si tratta - ha osservato la Confederazione - di procedure delicate e sofisticate che richiedono conoscenza di tutti i dati relativi alla merce, al destinatario e alla modalità di trasporto, che richiedono la completa telematizzazione delle procedure e il massimo del coordinamento tra gli operatori. Inoltre l'obbligo di presentare le dichiarazioni anticipate - cosiddette Dichiarazioni Sommarie di Entrata, ENS - incombe sui vettori, compagnie aeree e armatoriali in primis, e coinvolge l'intera filiera del trasporto.
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- «Un'operazione di così vasta scala che vede impegnate le dogane dei 27 Stati membri - ha sottolineato Confetra - è una rivoluzione epocale. Il suo avvio, previsto inizialmente per l'1 luglio 2009, fu differito di un anno e mezzo. Ora però non ci sono più rinvii anche se gli Stati membri hanno dichiarato di non essere ancora pronti e di non essere tutti allo stesso livello di partenza. Le dogane italiane dallo scorso mese di luglio hanno messo a disposizione degli operatori l'ambiente telematico di prova per testare le nuove procedure. Ad oggi però sono ancora molte le criticità presenti e non tutti i porti e gli aeroporti sono allo stesso grado di implementazione». «Ad ottobre 2010, ad esempio - ha spiegato la Confederazione - l'utilizzo delle procedure telematizzate per quanto riguarda gli aeroporti andava dall'85% del Veneto al 9% della Lombardia; in ambito portuale si andava dal 99% della Liguria al 24% dell'Emilia Romagna».
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- «In caso di tolleranza zero da parte delle dogane italiane - ha osservato Confetra - il rischio sarebbe quello di visitare tutte le merci accompagnate da dichiarazioni dove i dati sicurezza sono mancanti o incompleti, con un conseguente intasamento operativo di porti e aeroporti». La Confederazione ha rilevato che «a livello comunitario tutte le amministrazioni doganali UE, hanno approvato un grace period di sei mesi, durante i quali non saranno applicate sanzioni per l'incompletezza dei dati sicurezza».
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- «La problematica più grave - secondo Confetra - è la percentuale di controlli basata sull'analisi dei rischi che verrà applicata alle spedizioni dichiarate senza i dati sicurezza. Qui si giocherà la concorrenza tra le dogane comunitarie, perché i traffici si dirotteranno inevitabilmente verso le dogane più tolleranti. Proprio il dirottamento del traffico è quello che vogliamo evitare a tutti i costi, ma l'Agenzia delle Dogane su questa problematica rifiuta il dialogo, invitando gli operatori a rivolgersi alle sedi comunitarie dove peraltro il confronto è ancora più ostico».
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- «La sensazione - ha concluso la Confederazione - è quella di assistere alla cronaca di un caos annunciato e l'unica speranza è che il senso di responsabilità degli uffici doganali eviti il disastro». (iM)

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