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Sessione annuale del Comitato Tecnico del RINA
Tra le novità normative esaminate figurano i requisiti per l'impiego a bordo di gas naturale come combustibile, i requisiti per le unità FLNG e il nuovo regolamento per la classificazione delle unità operanti nel Mar Caspio
10 giugno 2011
Oggi presso la sede del RINA a Roma, in concomitanza con i festeggiamenti del 150° anniversario dalla fondazione della società di classificazione e certificazione, si è tenuta la sessione annuale del Comitato Tecnico, l'organismo che esprime la propria valutazione tecnica in merito ai regolamenti del RINA per la classificazione delle navi, sotto la presidenza di Umberto Masucci, presidente del Fondo Agenti Marittimi ed Aerei (FAMA) e vicepresidente della Federazione del Mare.
Tra le novità normative esaminate dal Comitato Tecnico figurano i requisiti per l'impiego a bordo di gas naturale come combustibile (Gas Fuelled Ships), i requisiti per le unità galleggianti per la liquefazione di gas naturale permanentemente ormeggiate (FLNG) e il nuovo regolamento per la classificazione delle unità operanti nel Mar Caspio e in aree similari.
L'impiego di gas naturale come combustibile per le navi è in aumento in quanto il suo utilizzo offre vantaggi quali la totale riduzione delle emissioni di ossidi di zolfo, una rilevante riduzione delle emissioni degli ossidi di azoto e una riduzione del 20% delle emissioni di anidride carbonica, il tutto a costi competitivi secondo i valori attuali e le stime del prossimo futuro. A fronte di tale crescente impiego si rende quindi necessario fornire all'industria uno strumento normativo per assicurare che la disposizione e l'installazione a bordo di macchinari operanti con tale combustibile abbiano un livello d'integrità, in termini di sicurezza e affidabilità, pari a quello di un'installazione convenzionale. Lo scopo della nuova notazione Gas Fuelled Ships è proprio quello di stabilire requisiti per l'impiego di gas naturale liquefatto o compresso (LNG o CNG) a bordo di navi come combustibile alternativo a quelli tradizionali.
Di sempre crescente e ormai consolidato interesse per l'industria marittima è anche l'impiego di unità galleggianti per la liquefazione di gas metano, il suo stoccaggio ed il successivo trasbordo su navi gasiere per il suo definitivo trasporto nelle zone di utilizzo, generalmente indicate con l'acronimo FLNG (Floating LNG) e anche FPSO LNG (Floating Production Storage Offshore LNG), che rappresentano uno dei settori di più alto interesse tecnico e commerciale nel campo dello sfruttamento offshore di idrocarburi. La flessibilità che queste unità offrono nel loro posizionamento le rendono, infatti, particolarmente attraenti per un loro impiego dove sussista la necessità di eliminare l'impatto ambientale costituito da un grosso impianto terrestre di liquefazione del gas, permettendo al contempo un'eventuale ricollocazione in zone geografiche diverse, seppur caratterizzate da condizioni ambientali simili. Alla luce di questo interesse e per poter offrire all'industria un valido strumento normativo, il RINA ha sviluppato norme ad hoc per unità FLNG, che sono contenute nel nuovo Cap. 5 della Parte E dei “Regolamenti per la Classificazione delle Unità Mobili Offshore e delle MODU”. Le nuove norme del RINA coprono gli aspetti legati alla struttura dello scafo e agli impianti, sia della parte nave, sia della parte di processo. Con riferimento a quest'ultimo aspetto il RINA ha sviluppato criteri specifici, basati su analisi di rischio, per affrontare in maniera adeguata gli aspetti di sicurezza legati all'utilizzo in ambiente marino offshore di impianti e macchinari utilizzati in raffinerie petrolifere terrestri.
Il RINA ha infine sviluppato, sulla base dei tradizionali requisiti applicabili alle navi in navigazione marittima, un regolamento dedicato alla classificazione delle unità offshore operanti nel Mar Caspio e in zone similari in considerazione del fatto che la domanda sempre crescente di petrolio ha spinto le compagnie petrolifere a ricercare nuovi giacimenti in luoghi fino ad ora inesplorati a causa delle severe condizioni ambientali. Tra questi il Mar Caspio, che è caratterizzato da temperature ambientali variabili da -35° C a +45° C, spessore del ghiaccio fino a 0,6 metri, acque poco profonde, giacimenti petroliferi ricchi di gas tossici (specialmente H2S) e politiche ambientali di “zero discharge”. Alcune delle unità offshore che operano nella regione hanno peculiarità specifiche e compiti non tradizionali. Ad esempio le unità denominate IBEEV (Ice Breaking Emergency Evacuation Vessels) sono progettate per operare in ogni periodo dell'anno (per questo sono anche unità rompighiaccio) per evacuare in sicurezza il personale operante sulle piattaforme offshore in casi di emergenza. Per queste ultime il RINA ha ideato la nuova notazione di servizio: IBEEV che tiene in considerazione le caratteristiche principali di queste unità: isolamento completo dall'esterno (l'aria necessaria sia alle persone presenti a bordo che ai motori è fornita da apposite bombole), capacità di navigare attraverso incendi (pool fire), resistenza alla sovrappressione dovuta a un'esplosione e capacità di rompere il ghiaccio in presenza di bassi fondali (i tradizionali rompighiaccio non possono operare in mari poco profondi).
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