- A Genova è necessario istituire un nuovo cluster operativo marittimo. Lo ha detto il presidente della Provincia di Genova, Alessandro Repetto, in occasione nel suo intervento conclusivo al consiglio provinciale odierno interamente dedicato al porto e aperto da una relazione del presidente dell'Autorità Portuale genovese, Luigi Merlo.
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- Un nuovo organismo «di impulso per tutte le istanze marittime, cantieristiche, tecnologiche, navalmeccaniche e portuali - ha spiegato Repetto - è l'ultimo obiettivo del mio mandato». Un braccio operativo e di impulso - ha precisato - tutto nuovo e a Genova per il cluster marittimo, lo sviluppo del porto “della conoscenza” anche attraverso il nuovo Its post diploma per l'high tech, strutture più leggere e nuova forma giuridica per consentire all'Autorità Portuale di affrontare la competitività mondiale, una politica nazionale concreta «che - ha sottolineato - oggi non c'è» per l'economia e il mare e una maggior consapevolezza nella città del fatto che «il porto è la sua principale attività, e se qualche volta bisogna anche soffrirlo, dà lavoro diretto e nell'indotto a 20.000 persone». Un organismo «territoriale operativo e d'impulso completamente nuovo - ha aggiunto Repetto - per un cluster che metta a fuoco tutte le interdipendenze e le funzioni marittime e portuali perché se c'è un problema nella cantieristica, nelle riparazioni navali, nelle tecnologie, nelle procedure, nelle attività dev'essere un problema a cui tutto il cluster deve rispondere insieme».
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- Nel suo intervento, commentando la prevista riconferma di Luigi Merlo alla presidenza dell'ente portuale genovese, Repetto ha ringraziato «il ministro Matteoli per aver firmato il decreto, concordando con il presidente della Regione Burlando, prima delle dimissioni del governo, con un atto di grande rispetto istituzionale. Un comportamento - ha aggiunto - che in altre circostanze, con governi di centrosinistra non si è verificato».
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- Il presidente della Provincia ha però ribadito che «in Italia manca una concreta politica economica e portuale e a questo dato si devono tutte le difficoltà che Luigi Merlo, pur operando benissimo, ha vissuto». In particolare, ha chiesto che sia «superata la situazione, fin qui dimostratasi molto conservativa, sulla legge 84/94 per garantire alle Autorità Portuali autofinanziamento e strutture più adeguate e leggere, ripensandone la forma giuridica, per affrontare la competitività mondiale». Non più, quindi, una forma pubblica tout-court, ma un efficiente controllo pubblico perché - ha rilevato - «l'Autorità Portuale non può aspettare i tempi delle procedure attuali e della politica, quando si parla di nuove navi da oltre 20.000 teu e i noli si giocano anche sul filo di poche centinaia o decine di euro».
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- La Provincia - ha osservato Repetto - «deve pensare anche al porto, perché è una chiave fondamentale dello sviluppo economico del territorio, la principale attività della città che qualche volta ne soffre, ma il porto dà lavoro, diretto e nell'indotto, a 20.000 persone e il nostro impegno è pieno per la qualità del lavoro». Repetto ha invitato anche i comitati «ad affrontare sempre con serenità e senza ideologie i temi del rapporto tra città e porto anche a ponente: il VTE - ha ricordato - ha 780 posti di lavoro e il 50% sono di giovani che vivono a Voltri, Prà e Pegli e in passato questi posti non c'erano mai stati».
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- Il presidente dell'ente provinciale ha evidenziato anche l'impegno pieno «per il porto lungo, ma - ha rilevato - servono finanziamenti e politiche specifiche ed emergono interessi a carattere individuale, senza una visione complessiva rispetto alla piattaforma portuale del Nord Ovest e alle politiche portuali nazionali, perché se la politica non fa scelte, le farà la merce: il nostro porto oggi non arriva oltre Milano, dove invece arrivano i porti del Nord Europa, che possono contare su una logistica più efficiente e avanzata, non fatta solo di magazzini».
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- Nel rivolgere i suoi auguri a Merlo, Repetto lo ha anche invitato «a rivendicare con grande coraggio istituzionale la leadership nazionale di Genova per una strategia complessiva oggi assente a livello di Assoporti».
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- Da parte sua Merlo ha sottolineato che il porto di Genova, grazie agli ingenti investimenti fatti negli ultimi anni, ha oggi le spalle abbastanza larghe per competere su un mercato mondiale sempre più esigente e in continua evoluzione, almeno per quel che riguarda il porto commerciale in senso stretto: per quel che riguarda invece le attività industriali portuali (cantieristica e riparazioni navali) - ha però aggiunto - permangono le grosse incognite relative da una parte al futuro dello stabilimento Fincantieri di Sestri Ponente, e dall'altra al progetto della sesta vasca.
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- «La crisi economica del 2009 - ha detto Merlo - ha portato a una riduzione dei traffici portuali a livello mondiale, una circostanza mai verificatasi in precedenza visto che i traffici stavano crescendo in modo esponenziale anno su anno. Per reagire a questa situazione, ma anche per reggere le sfide del futuro e la concorrenza internazionale che ormai è globale, i porti hanno come unica soluzione la propria trasformazione, l'adeguamento alle richieste del mercato». A tale proposito il presidente dell'Autorità Portuale ha ricordato che a Genova ammonta a 600 milioni di euro l'investimento per i lavori nei cantieri aperti in porto con l'obiettivo di adeguare le infrastrutture alle esigenze dei moderni traffici, e a 3,5 milioni di metri cubi di materiale dragato dal fondo del porto «che - ha spiegato - consentiranno l'attracco di navi più grandi e che saranno usati per i riempimenti e le colmate, opere finalizzate a loro volta ad allungare le banchine, sempre al fine di poter ospitare un naviglio di dimensioni maggiori».
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- Il piano regolatore portuale del 2000 - ha detto Merlo - è stato attuato al 95%, e il 5% mancante riguarda l'area della centrale Enel, su cui aspettiamo a muoverci in attesa di capirne il destino. «Altre opere aggiuntive a quelle previste dal piano regolatore - ha proseguito - sono state realizzate perché i piani regolatori per loro natura sono strumenti rigidi, mentre il mercato si evolve a una velocità tale da richiedere risposte più rapide». Tra queste, ha ricordato la nuova banchina di Ponte dei Mille che consente l'attracco delle grandi navi da crociera.
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- Dal punto di vista del traffico container, Merlo ha evidenziato che nel 2011 il porto di Genova, fra i pochi in Italia, ha recuperato i dati del periodo pre-crisi (2008) e - ha aggiunto - «abbiamo visto come cambia la natura dei traffici, in coerenza con l'evoluzione dell'industria nel mondo: cala la siderurgia, aumentano in modo esponenziale gli oli vegetali, prodotti “verdi” oggi in pieno boom, calano i prodotti petroliferi anche in seguito alla crisi della Libia, Paese numero uno per il traffico del Porto Petroli di Multedo».
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- Merlo ha rivendicato la propria lungimiranza nel seguire con attenzione l'evolversi della portualità mondiale, in particolare siglando accordi con i porti nordafricani di Tangeri e Tunisi che stanno avendo una crescita tumultuosa grazie alla presenza di aziende britanniche e tedesche. Anche per quel che riguarda il traffico passeggeri (grandi navi da crociera e traghetti), Merlo ha rivendicato il successo della sua politica: «era evidente - ha spiegato - che Costa Crociere, dopo aver fatto grandi investimenti per trasferirsi a Savona, non avrebbe receduto da questa scelta, ma la nostra risposta è stata adeguata, ovvero abbiamo cercato di attirare altre compagnie, in particolare MSC Crociere, e in questo modo abbiamo aumentato il numero dei passeggeri, in un quadriennio, da 400.000 a 900.000». «Ma per quanti sforzi possiamo fare per lanciare il nostro porto - ha aggiunto - restano sempre due grossi limiti che non dipendono da noi: il sistema ferroviario e quello dei controlli. Sul secondo punto, tuttavia, abbiamo ottenuto un grande risultato, unico in Italia, che potrà rendere Genova appetibile per gli operatori mondiali: lo sportello unico delle dogane, che accorcerà di 4-5 giorni la permanenza delle navi in porto unificando le procedure di controllo Dogana, Sanità marittima, Arpal e Ufficio Fitopatologico».
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- Merlo ha evidenziato anche l'aspetto importante dei temi ecologici e ambientali: «su questo - ha osservato - stiamo facendo un lavoro molto impegnativo e, ancora una volta, più unico che raro nel nostro Paese: grazie alla Provincia di Genova, e in particolare a Fondazione Muvita di cui devo tessere l'elogio, abbiamo redatto il primo Piano Energetico Ambientale Portuale, il Peap, che prevede l'abbattimento dei fattori inquinanti, a partire dalle polveri sottili e dalla rumorosità delle navi, e l'incremento delle fonti energetiche rinnovabili. Abbiamo investito, fra le altre cose, nella realizzazione di un collegamento delle navi alle rete elettrica, eliminando così i generatori sulle banchine che producono un inquinamento acustico di cui i cittadini spesso si lamentano».
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- Il futuro - ha proseguito Merlo - è il trasporto combinato merci-passeggeri, «anche se la Stazione Marittima, in estate, è quasi satura, con 60.000 persone al giorno».
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- Infine il presidente dell'Autorità Portuale ha voluto ricordare la propria attenzione «grazie anche alla sinergia di intenti con il presidente della Provincia Repetto e con il dirigente di Piazzale Mazzini Riccardo Degli Innocenti», per il tema della formazione e della sicurezza. «Anche in questo caso - ha sottolineato - abbiamo messo in piedi un progetto unico in Italia e arriveremo a garantire per tutti i lavoratori del porto una formazione certificata».
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- L'ultimo punto della relazione di Merlo è stato l'integrazione regionale per quel che riguarda il nuovo piano regolatore portuale: «sulla pianificazione urbanistica portuale - ha rilevato - dobbiamo ragionare in termini di Liguria, perché è un tema che riguarda anche Savona e La Spezia. E a Genova è ormai improrogabile lo spostamento della diga foranea».
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