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I sindacati chiedono al ministro Passera di intervenire per evitare un esito catastrofico della vicenda Tirrenia
Il ministro - sottolineano Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti - «non può più assistere inerte alla distruzione di un'importante attività economica del Paese». Federmar-Cisal, «imminente il disastro sociale»
19 marzo 2012
I sindacati esortano il governo ad intervenire affinché la possibile bocciatura dell'Unione Europea della procedura di privatizzazione della Tirrenia, che prevede la sua acquisizione da parte della Compagnia Italiana di Navigazione (CIN), non abbia un esito catastrofico sul futuro della compagnia. La vendita è oggetto di un'indagine approfondita avviata all'inizio di quest'anno dalla Commissione Europea ( del 19 gennaio 2012), cessione che - ha preannunciato nei giorni scorsi il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Corrado Passera, sarà probabilmente bocciata dall'UE ( del 6 marzo 2012).
I segretari generali di Filt Cgil, Franco Nasso, Fit Cisl Giovanni Luciano e Uiltrasporti, Luigi Simeone, hanno rivolto un appello a Passera sottolineando che il ministro «non può più assistere inerte alla distruzione di un'importante attività economica del Paese». In una lettera i rappresentanti dei sindacati hanno chiesto «un intervento immediato ed urgente ed una convocazione per conoscere le intenzioni del governo».
Secondo i tre dirigenti sindacali, «ogni soluzione per Tirrenia dovrà necessariamente rispettare l'unicità aziendale qualsiasi ipotesi che dovesse determinare lo spacchettamento della produzione, attraverso affidamenti per linee vedrebbe la ferma contrapposizione dei sindacati». «In mancanza di un intervento immediato - hanno annunciato - la reazione dei lavoratori non potrà che essere durissima e commisurata alla gravità della situazione».
In un comunicato il segretario generale di Uiltrasporti, Luigi Simeone, ha rilevato come «la vicenda Tirrenia sia arrivata oramai ad una fase drammatica. L'intervento devastante del commissario Almunia - ha spiegato - mette a rischio servizi, continuità territoriale ma soprattutto migliaia di posti di lavoro. Pretendere di azzerare la gara faticosamente realizzata, di cancellare le garanzie occupazionali, di operare gli affidamenti per linee vietando alle compagnie italiane la partecipazione, non è concorrenza ma è la devastazione di uno Stato che deve reagire a salvaguardia della stabilità economica e territoriale di un Paese come il nostro, che non può continuare ad essere terreno di conquista in barba alla reciprocità che non viene chiesta mai ad altri se non all'Italia».
«Il governo Monti - ha proseguito Simeone - non può balbettare senza dare indicazioni precise e affidamenti chiari; il ministro Passera deve rappresentare gli interessi di un intero Paese che per la sua caratteristica territoriale non può fare a meno di un servizio pubblico di trasporti marittimi e che quindi non può veder cancellata una intera realtà produttiva, sulla base di una fantomatica concorrenza che non ha mai portato benefici ai cittadini italiani»
«I servizi di Tirrenia - ha osservato il segretario generale di Uiltrasporti - non possono prescindere dai suoi lavoratori; abbiamo stipulato un accordo per il loro reimpiego e lo difenderemo su tutte le navi, in tutti i porti e in tutte le piazze. La misura è colma, nessuno può pensare di poter gestire Tirrenia come una mera vicenda di ordine burocratico tra Bruxelles e Roma. I prossimi giorni potrebbero diventare drammatici se dovesse perdurare il silenzio del governo che abbiamo nuovamente invitato ad un confronto e che continueremo a sollecitare dalle piazze d'Italia nelle prossime ore».
Per la Federmar-Cisal, «la situazione che si è venuta a creare e l'incertezza per i destini societari della Tirrenia che ne consegue corrono il rischio di danneggiare gravemente sotto l'aspetto gestionale l'azienda pubblica, impegnata tra l'altro in questo periodo - ha ricordato il segretario nazionale Alessandro Pico - ad organizzare i programmi ed a raccogliere le prenotazioni per il periodo estivo».
«Ad oggi al ministro Passera e mister Monti, che nulla hanno fatto - ha sottolineato Pico - vogliamo ricordare che tra due giorni (ieri, ndr) scade anche il contratto di vendita tra la CIN e Tirrenia in Amministrazione Straordinaria ed il mancato rinnovo in relazione alla messa a gara delle linee senza obbligo d'acquisto delle navi esistenti e del personale portando nuovamente in alto mare la salvaguardia stabilita con un apposito accordo sindacale dei duemila posti di lavoro tra personale navigante ed amministrativo. Insomma rende imminente il disastro sociale».
Federmar-Cisal ha annunciato che «per richiamare l'attenzione attorno a questi problemi nel tentativo di trovare le soluzioni più adatte a risolverli», il sindacato «in assenza di novità e/o di assicurazioni si vede costretto a mettere in calendario una prima giornata di sciopero del personale dell'azienda il 29 marzo 2012».
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