- Oggi Interporto Padova Spa ha celebrato il proprio quarantennale con una cerimonia che - ha sottolineato la società interportuale - non è un rito fine a sé stesso in quanto «la storia dell'interportualità italiana è nata proprio qui tra il 1970 e il 1973 grazie all'intuizione di due persone illuminate: il professor Mario Volpato, allora presidente della Camera di Commercio che sviluppò il concetto stesso di centro di scambio fra le varie modalità di trasporto (stradale, ferroviario e fluvio-marittimo), concetto fino allora sconosciuto, e Mauro Ferretti all'epoca ispettore del Servizio Commerciale delle FS che, proprio a Padova in occasione di un convegno del Tramag - ha ricordato Interporto Padova - , coniò il neologismo “interporto” ora universalmente utilizzato. Due “visionari” che non si limitarono a teorizzare queste piattaforme di scambio modale, ma si impegnarono a realizzarle davvero. Fu grazie agli sforzi di Camera di Commercio, Comune e Provincia di Padova da un lato e delle Ferrovie dello Stato dall'altra, che nel 1973 fu fondato Interporto Padova».
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- Oggi Interporto Padova Spa è una realtà a livello nazionale ed internazionale che movimenta più di 250.000 container teu (dato anno 2012, con un +26% sul 2011). Interporto possiede una superficie fondiaria di circa 1,1 milioni di metri quadrati ed è proprietario di circa 270.000 metri quadri coperti di magazzini e celle oltre ad un terminal intermodale. Qui sono insediate quasi cento aziende del settore con più di 3.000 addetti. Lo scorso anno nell'area interportuale sono state movimentate 4,4 milioni di tonnellate di merci, il 43% delle quali attraverso il traffico intermodale. Merci ad alto valore aggiunto, dai macchinari per le Tac ospedaliere alle scarpe (più di 10 milioni di paia nel 2012), agli elettrodomestici. Il giro d'affari delle aziende insediate, sempre lo scorso anno, è stato di circa 370 milioni di euro con un valore delle merci movimentate calcolato prudenzialmente in oltre 8,5 miliardi di euro.
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- Interporto Padova ha ricordato che, sul fronte intermodale, la struttura interportuale è collegata con circa 5.000 treni l'anno ai porti di La Spezia (24% dei traffici su rotaia), Genova (22%), Livorno (18%), Rotterdam (11%), Trieste (7%) e Koper (1%) e che dal 2012 la società padovana opera anche come MTO (Multimodal Transport Operator) offre cioè propri treni intermodali agli operatori del trasporto, accanto alla tradizionale attività terminalistica.
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- In occasione del 40° anniversario di costituzione Interporto Padova ha organizzato una alla quale hanno partecipato Mauro Moretti, amministratore delegato del Gruppo FS Italiane, Alessandro Ricci, Presidente di Unione Interporti Rijniti, (UIR), Luigi Merlo, presidente di Assoporti, e Renato Chisso, assessore ai Trasporti della Regionale del Veneto.
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- Moretti si è detto pronto ad impegnarsi come gruppo FS, oggi economicamente sano ( «nel 2006 su un fatturato di 2,6 miliardi - ha evidenziato - perdevo 2,115 miliardi; oggi fatturo 8,5 miliardi ed ho un utile netto di 380 milioni che sarebbero 800 se non dovessimo pagare i debiti di chi ci ha preceduto»), a fare la propria parte per il trasporto merci in Italia, ma ha ricordato come quella da lui guidata sia una azienda che deve stare sul mercato. «Serve - ha sottolineato - una politica chiara e definita dei trasporti come si è fatto in Germania, dove lo Stato ha deciso che la logistica è una attività strategica per l'economia della nazione e che deve essere garantita anche attraverso due grandi aziende pubbliche come Deutsche Post e Deutsche Bahn che da allora hanno acquistato l'equivalente di 18 miliardi di euro di imprese e sono diventate il più grande operatore logistico. Questo vuol dire fare politiche chiare, avere obiettivi precisi e non disdegnare le proprie imprese pubbliche».
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- Se su chi e come debbano essere fatte le manovre ferroviarie nei porti i punti di vista tra il presidente di Assoporti e Moretti non coincidono, ma su un punto c'è accordo: «manca - ha confermato Luigi Merlo - una visione d'insieme e una politica nazionale che la traduca in fatti concreti: si parla di sufficiente capacità dei nostri porti, ma non si parla della qualità di questa capacità, frammentata in 100 Autorità Portuali, con un prevalere delle visioni campanilistiche e localistiche. L'ultimo anno ci ha mostrato un clamoroso fallimento delle leggi di riforma sia dei porti che degli interporti. Vogliamo che il nuovo Parlamento azzeri tutto e metta mano ad una unica legge di riforma che abbia un respiro davvero europeo. Ci vuole un radicale cambio di mentalità: noi come Assoporti eravamo d'accordo in una riduzione del numero delle Autorità Portuali, ma dalla Commissione invece della riduzione che noi avevamo chiesto era addirittura venuta la creazione di due nuove Autorità. Ecco questo non deve più accadere».
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- La proliferazione riguarda anche gli interporti: «bisogna avere il coraggio - ha spiegato il presidente di UIR, Alessandro Ricci - di dire che alcuni degli interporti previsti alla luce dei nuovi scenari economici e dei nuovi mercati non hanno più ragione di esistere. Questo non vuol dire che debbano essere cancellati, ma che devono immaginare una attività diversa. Sono d'accordo con Merlo, è necessario approvare una riforma della legge sugli interporti, e non in due o tre anni ma in qualche mese».
- L'assessore alla Mobilità della Regione Veneto, ha lanciato una frecciata a Trenitalia: «avevamo un progetto insieme, quello di una impresa ferroviaria merci regionale comune, mettendo in sinergia Trenitalia Cargo e la nostra Sistemi Territoriali per ottimizzare una serie di attività di trasporto cargo che adesso soffrono nella nostra regione - ha accusato Chisso - ma la vostra burocrazia ha frenato tutto». Chisso ha puntato il dito anche sulla farraginosità delle operazioni doganali che fanno perdere alle aziende giorni preziosi nel transit time delle merci e aumentano i costi. «Con gli interporti e le associazioni di categoria - ha precisato l'assessore - stiamo premendo perché la sperimentazione dello sportello unico doganale, avviata a Ravenna dalla Agenzia delle Dogane sia rapidamente estesa anche ai nostri porti».
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- Durissimo in conclusione Moretti sugli aiuti al trasporto stradale: «è una follia - ha denunciato - continuare a dare un miliardo all'anno all'autotrasporto, miliardo che tra l'altro non rimane nelle casse delle imprese che sono arrivate a proporre tariffe da 0,60 euro al chilometro. Continuiamo in questa schizofrenia di chiedere la realizzazione di nuove ferrovie e, invece di perseguire un equilibrio modale gomma-ferro, incentivare l'autotrasporto. Ci troveremo con ferrovie nuove, ma senza treni, le strade piene di automezzi e un Paese al disastro».
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