Oggi, in occasione di un incontro con il presidente di Confindustria Trieste, Sergio Razeto, e con numerosi imprenditori della città giuliana, la presidente della Regione, Debora Serracchiani, ha ribadito la necessità di arrivare a una governance unitaria della portualità del Friuli Venezia Giulia: «ci sono - ha sottolineato - troppi soggetti, con interessi e idee spesso in conflitto». Rilevando che a Trieste la criticità è rappresentata dalla rete ferroviaria portuale, Debora Serracchiani ha evidenziato la necessità di non perdere l'occasione delle risorse ministeriali disponibili, attraverso un'unità d'intenti tra Rete Ferroviaria Italiana (RFI), porto e operatori, per migliorare la rete dal punto di vista tecnologico e logistico.-
- La presidente della Regione ha rimarcato anche l'importanza dell'accordo di programma raggiunto dall'ente regionale e dalle altre istituzioni locali in sede ministeriale sulla crisi industriale complessa della Ferriera, intesa che non è stata sottoscritta dall'Autorità Portuale di Trieste (
del 30 gennaio e 3 febbraio 2014): siamo di fronte - ha rilevato Debora Serracchiani - a uno spartiacque, a un primo tassello, che apre la strada a ulteriori opportunità». L'accordo - ha ricordato - permette infatti di accedere a risorse pubbliche pari a 57 milioni di euro (di cui 26 della Regione) per intervenire non solo nell'area della Ferriera, ma anche in tutta la zona industriale di Trieste.-
- Intanto l'Autorità Portuale di Trieste ha inviato a Roma gli studi di fattibilità di tre interventi infrastrutturali destinati al miglioramento della competitività del porto giuliano che sono stati proposti dall'ente a seguito della pubblicazione del decreto legge “Destinazione Italia” dello scorso 23 dicembre. Il primo intervento prevede la riqualificazione del Molo VII e l'ampliamento del terminal container al Punto Franco Nuovo e consiste nell'allungamento di 200 metri e nell'allargamento di 20 metri sul lato Nord dell'esistente molo, consentendo - ha spiegato l'authority portuale - di rispondere all'esigenza già avanzata dalle maggiori compagnie di Navigazione a livello mondiale di ormeggiare due navi da 13.000 teu, per le quali il terminal si è già dotato di gru di banchina di capacità e caratteristiche tecniche adeguate. Con l'ampliamento della banchina e dei relativi piazzali si otterrà una maggiore capacità di movimentazione fino ad oltre un milione di TEU su base annua.
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- Il secondo intervento è relativo alla nuova piastra ferroviaria di Trieste Campo Marzio: la soluzione proposta dall'Autorità Portuale di Trieste ad RFI sulla scorta della bozza di protocollo da quest'ultima formulata, ha tenuto conto di quanto proposto sia da RFI che dai terminalisti portuali, individuando un accettabile layout dell'impianto di Campo Marzio sia per il Molo VII (terminal contenitori) che per i Moli V e VI (terminal ro-ro e multipurpose). La soluzione proposta - ha evidenziato l'Autorità Portuale - è stata condivisa da tutti gli operatori portuali e trasmessa ad RFI per integrare la proposta originaria di intervento formulata dal gestore dell'infrastruttura con una prospettiva parziale per quanto atteneva la piena funzionalità dello scalo del Punto Franco Nuovo.
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- Il terzo intervento prevede opere di rifacimento della viabilità interna ed infrastrutturali di base del comprensorio del Porto Vecchio: il punto nodale che si ritiene di dover affrontare per rendere tale sito maggiormente appetibile da parte di potenziali investitori - nell'ambito delle tipologie di insediamento ammesse dalla vigente Variante al Piano Regolatore Portuale, dopo il disimpegno della Portocittà Spa, precedente concessionario della quasi totalità delle aree del Porto Vecchio- è senza dubbio - ha specificato l'Autorità Portuale - quello di realizzare le opere di urbanizzazione primaria necessarie a sgravare di oneri impropri i soggetti interessati ad insediarsi nell'area, anche in previsione di sviluppi ed implementazioni di servizi ai passeggeri/stazioni marittime.
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- L'Autorità Portuale di Trieste ha anche richiamato l'attenzione sul progetto denominato “Hub portuale di Trieste - Piattaforma logistica fra lo scalo legnami ed il punto franco oli minerali - 2° stralcio funzionale”, già inserito nella legge n. 443 del 21 dicembre 2001, in considerazione della rilevanza dello stesso nonché dell'attualità che il tema della riqualificazione industriale e portuale del sito di Servola riveste.

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