- L'area portuale di Genova risulterebbe essere quella in Europa in cui le emissioni delle navi producono la maggior percentuale di particolato su quella complessiva rilevata nell'area. Lo sostiene uno studio che analizza l'impatto del trasporto marittimo sull'inquinamento atmosferico condotto dall'Instituto de Diagnöstico Ambiental y Estudios del Agua (IDAEA) dell'agenzia statale spagnola Consejo Superior de Investigaciones Científicas (CSIC), che è la principale istituzione nazionale di ricerca scientifica. Lo studio, pubblicato sulla rivista “Atmospheric Environment”, è il risultato di una richiesta da parte dell'Agenzia Europea per l'Ambiente (AEA) e mette a confronto le emissioni inquinanti delle navi nelle zone costiere europee su dati rilevati tra il 2008 e il 2012 principalmente da enti di ricerca nazionali. In particolare, per Genova i dati sono desunti da una pubblicazione del 2008 di ricercatori (Mazzei e altri) del Dipartimento di Fisica di Genova, dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dell'Istituto di Fisica Generale Applicata.
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- «Il traffico marittimo - ha osservato Mar Viana, prima ricercatrice e membro del Departamento de Geología Inorgánica dell'IDAEA-CSIC - è una fonte di inquinamento di cui tenere conto dal momento che in alcuni casi l'impatto sulla qualità dell'aria è notevole. Inoltre - ha spiegato - abbiamo ritenuto necessario implementare una metodologia unificata in tutta Europa al fine di avere dati comparabili». A tal proposito Mar Viana ha evidenziato le differenze riscontrate tra il Nord Europa, dove l'inquinamento da particolato prodotto dal trasporto marittimo rappresenta l'1% del totale, e le città dell'Europa meridionale, dove le percentuali più elevate sono risultate quelle del 20% a Genova e del 14% a Melilla: secondo la ricercatrice, «tali diversità potrebbero essere spiegate da differenze di volume del traffico marittimo, dall'uso di combustibili più puliti al Nord e dal clima, dato che la pioggia, più frequente al Nord, trascina le particelle e pulisce l'aria. Ma potrebbero anche essere spiegate dalla differenza tra le tecniche di misurazione e la metodologia di lavoro».
- L'istituto spagnolo ha specificato, inoltre, che questi dati provengono dai pochi studi che sono stati condotti fino ad oggi in materia e dai quali non è ancora possibile desumere un dato medio sul contributo delle navi all'inquinamento atmosferico, per formulare il quale sono necessari ulteriori ricerche. «Inoltre - ha sottolineato Mar Viana - il caso di Genova è anomalo per la sua elevata percentuale, che non è rappresentativa del resto del Mediterraneo come si conclude nel lavoro». «Va evidenziato - ha aggiunto - che queste percentuali si riferiscono all'inquinamento atmosferico da particolato e non all'inquinamento in generale, che include particolato e inquinanti gassosi».
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- L'IDAEA ha precisato inoltre che i dati analizzati includono la quantità di particolato atmosferico contenente vanadio e nichel, metalli - ha spiegato l'istituto spagnolo - che costituiscono un marcatore specifico delle emissioni delle navi e che vengono generati nella combustione del carburante. Lo studio mostra la percentuale di particolato inquinante (di diametro aerodinamico di 1, 2,5 e 10 micrometri) nell'aria delle città. Le navi - ha specificato Mar Viana - emettono polveri sottili, per cui i valori più elevati sono indicati, rispettivamente, nei casi di particelle di 1 e 2,5 micrometri (PM1 e PM2,5).
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- Nel caso di Genova, dove figura la percentuale più elevata, le navi apportano una percentuale pari al 20% del totale del particolato PM2,5 di diametro inferiore o uguale a 2,5 micrometri. A Barcellona, le navi emettono l'8% delle particelle PM1, il 6% del PM2, 5 e il 5% del PM10. A Venezia le emissioni delle navi costituiscono tra l'1% e 8% del totale delle particelle PM2,5 e l'1-8% del PM10. Ad Algeciras il 10% del PM2,5 è prodotto dalle navi così come il 3-7% del PM10. A Melilla il 14% del PM2,5 è attribuibile alle navi rispetto a solo il 2-4% del PM10. Per l'Italia lo studio presenta rilevazioni anche per l'area marittima di Lampedusa, dove risultano percentuali elevate: le navi contribuiscono all'11% del PM1, all'8% del PM2,5 e al 4% del PM10.
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- Secondo lo studio, tali percentuali in Nord Europa sono notevolmente inferiori e nella regione l'inquinamento prodotto dalle navi si riduce all'1% del PM2,5 in Norvegia e in Svezia, al 4% nel Regno Unito, al 5% nei Paesi Bassi o al 3% in Danimarca. Percentuali inferiori risultano anche in Francia (2% del PM2,5), Germania (2% del PM2,5) e Svizzera (1% del PM2,5).
- Lo studio sottolinea come, ciononostante, l'inquinamento prodotto dalle navi sia inferiore a quello di altre fonti come il traffico stradale (la metà di tutto l'inquinamento globale - si precisa - è dovuto alle auto), anche se - dicono i ricercatori - il traffico marittimo costituisce una fonte che non dovrebbe essere trascurata e che deve essere controllata soprattutto se si considera la sua crescita prevista nei prossimi anni.
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