- Il presidente della Confederazione Italiana Armatori (Confitarma), Emanuele Grimaldi, ha sollecitato le istituzioni a sostenere l'industria marittima nazionale salvaguardandone la competitività, promuovendo ricerca e sviluppo, dedicando attenzione alla formazione, rafforzando la presenza nelle sedi internazionali ed europee, semplificando le norme e snellendo le procedure burocratiche.
-
- «A fronte di persistenti dati negativi dell'economia generale - ha sottolineato Grimaldi nel corso dell'odierna assemblea della Confederazione tenutasi a Roma - le attività marittime risultano stabili e continuano ad essere molto importanti per il Paese, producendo ogni anno beni e servizi per circa 40 miliardi di euro (il doppio di comparti strategici per il Paese come tessile e telecomunicazioni)». Nella sua relazione, che pubblichiamo nella rubrica “Forum dello Shipping e della Logistica”, il presidente di Confitarma ha evidenziato che anche l'occupazione del cluster marittimo è in controtendenza e tuttora dà lavoro a mezzo milione di persone, direttamente o nell'indotto.
-
- Negli ultimi dieci anni, inoltre, gli armatori hanno investito più 15,5 miliardi di euro nel rinnovo del naviglio, l'occupazione di marittimi italiani e comunitari sulle navi iscritte nel Registro Internazionale è aumenta in tre anni del 4,7%, con punte del 9% per i comuni e del 6% per gli ufficiali, soprattutto nei settori delle crociere e dei traghetti. «Con una flotta di oltre 1.500 navi per circa 18 milioni di tonnellate - ha rilevato Grimaldi - l'Italia è tra i paesi leader dello shipping mondiale: seconda tra le flotte dell'Unione europea e quarta al mondo tra le flotte di bandiera a controllo armatoriale nazionale». Grimaldi ha spiegato che tutto ciò è stato possibile grazie all'introduzione del Registro Internazionale e della Tonnage tax, e per questo - ha precisato - «è fondamentale che non vengano in alcun modo modificati i pilastri su cui si poggia la competitività della flotta, competitività che ci consente, anche in presenza di crisi come l'attuale, di continuare a investire, creare occupazione, formare i giovani per le carriere di mare e di terra e fare logistica». «Con il raddoppio della flotta in poco più di 10 anni - ha aggiunto - abbiamo dimostrato che, quando le nostre istanze sono accolte, i risultati sono concreti per il settore».
-
- Il presidente di Confitarma ha ricordato anche la necessità di difendere navi ed equipaggi che operano in aree a rischio di pirateria. «L'azione della Marina Militare per il contrasto della pirateria marittima nell'Oceano Indiano - ha osservato - ha protetto le navi italiane e scongiurato il rischio di emarginare il Mediterraneo dal contesto dei traffici mondiali. Le nostre navi non hanno più subito alcun sequestro, per il semplice effetto di deterrenza».
-
- Grimaldi ha ribadito la solidarietà dell'armamento ai due fucilieri di Marina trattenuti in India ed ha ha affermato che tale vicenda «non deve essere strumentalizzata per mettere in discussione un impianto normativo che consente alla flotta mercantile italiana di operare in sicurezza in acque a rischio pirateria». Grimaldi ha quindi chiesto che venga data completa attuazione alla legge per «evitare che ogni sei mesi si debba procedere con la frustrante richiesta di prorogare l'imbarco di ex-appartenenti alle forze armate, data l'assenza dei corsi di formazione previsti. Siamo - ha ricordato - alla quinta proroga mentre basterebbe forse una formulazione più elastica per evitare dispendio di tempo e energie».
-
- Nella sua relazione il presidente di Confitarma ha tra l'altro richiamato l'attenzione sui servizi di cabotaggio definendo «avventurose» le iniziative pseudo-armatoriali, ricorrenti nei periodi estivi sulle rotte per la Sardegna e per la Grecia, che hanno male interpretato la filosofia dei servizi low-cost, utilizzando navi vecchie di 30 anni ed oltre, che - ha affermato - sarebbe stato meglio inviare alla demolizione. «Nessuno - ha detto Grimaldi - si è chiesto come mai, alla fine, tutte queste “avventure” falliscono regolarmente con ricadute negative economiche e d'immagine sull'intera collettività». Per quanto riguarda l'annosa questione del corretto accesso ai traffici cabotieri nazionali, riservati ad armatori comunitari e solo ad essi, il presidente degli armatori italiani ha chiesto ancora una volta un riscontro da Roma e Bruxelles per evitare che operatori “falsamente” comunitari rompano equilibri di mercato “genuinamente” comunitario, danneggiando l'interesse economico delle imprese italiane ma soprattutto, dell'economia e dell'occupazione del Paese.
-
- In materia di portualità Grimaldi ha ribadito la disponibilità dell'armamento a contribuire a definire una riforma ispirata a criteri di competitività ed efficienza. Per il rilancio della competitività del settore - ha affermato - è necessario che imprese già gravate da un pesante fardello burocratico, possano contare su un contesto amministrativo adeguato. La recente riorganizzazione del ministero delle Infrastrutture e Trasporti - ha ricordato - ha portato all'accorpamento in un'unica Direzione Generale delle diverse competenze marittime e portuali che dovrebbe essere rafforzata per poter delineare una politica marittimo-portuale integrata, come richiesto dall'UE e come avviene in tutti gli altri Paesi del Mediterraneo.
-
- Nel suo intervento Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, ha osservato che una politica industriale proiettata nel futuro non può prescindere dalla modernizzazione e dal rilancio del sistema portuale. In particolare, il gigantismo navale e le alleanze tra i principali player internazionali - ha spiegato - sono fattori determinanti per il futuro sviluppo dei porti italiani per i quali l'accessibilità, la gestione dei carichi e la connettività logistica faranno la differenza. La riforma portuale - ha detto il presidente di Confindustria - è una priorità non più differibile visto che oltre il 30% delle merci italiane ed il 63% di quelle del Mezzogiorno viaggia via nave. La via intrapresa dal governo con l'art.29 del decreto 133/2014 - ha concluso - è un buon punto di partenza a cui però deve seguire una riforma organica della legge 84/94.
-
- Sottolineando che «per l'Italia non ci sarà crescita e ripresa senza l'economia del mare che rappresenta uno dei pilastri su cui risollevare il Paese», il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, ha assicurato che entro 90 giorni dalla conversione del decreto Sblocca Italia il governo approverà il Piano nazionale della portualità e della logistica che conterrà tutti gli elementi e i contenuti per la riforma portuale. Inoltre Lupi ha annunciato che nella prima settimana di novembre verranno convocati “gli Stati generali dell'economia del mare” ed ha espressamente invitato Confitarma e Confindustria a partecipare e a contribuire per iniziare un percorso di proposte operative e concrete. Riferendosi alle critiche espresse da Grimaldi nei confronti dei servizi marittimi low cost che in estate hanno creato notevoli disagi ai passeggeri sulle rotte di Olbia e Brindisi, il ministro ha affermato che il governo deve intervenire su modello di quanto avviene nel trasporto aereo per garantire il consumatore.
|