L'Autorità Portuale di Venezia ha reso noto che la Conferenza dei servizi riunitasi oggi per esaminare gli aspetti tecnico-funzionali del progetto Venice Cruise 2.0 che ipotizza di spostare il terminal crociere in bocca di porto di Lido ha evidenziato sei criticità che al momento appaiono difficilmente superabili. L'ente ha specificato che tali criticità riguardano l'aumento di rischio di naufragio e terrorismo connaturati al posizionamento del terminal e al sistema di trasferimento merci e passeggeri lungo il canale della Giudecca e il Bacino di S.Marco. L'impatto occupazionale - ha rilevato l'authority - si tradurrebbe nella perdita di qualche migliaio di posti di lavoro a causa della previsione di gestire non più di cinque degli otto accosti oggi garantiti in Marittima.-
- La quarta criticità riguarda l'aumento, oltre che dei costi per i maggiori servizi dovuti da Dogana, Finanza, Polizia di Frontiera, ecc, dei costi di gestione del doppio terminal che rischia di mettere fuori mercato il porto crociere come home port degradandolo a mero porto di transito con tutti i temuti e paradossali effetti negativi di impatto sul turismo (quinta criticità), trasformando i suoi utenti in visitatori “mordi e fuggi”. Si è rilevato, inoltre, (sesta criticità) che la necessaria organizzazione di maggiori servizi in loco (Dogana, Finanza, Polizia di Frontiera, ecc) richiederebbe un diretto e importante coinvolgimento del comune di Cavallino Treporti.
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- In sede di Conferenza è stato infine riferito che molte di queste valutazioni sono state avanzate anche a nome delle compagnie di navigazione per tramite dell'associazione europea di categoria CLIA Europe (Cruise Line International Association Europe).
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- Intanto oggi al Ministero dello Sviluppo Economico le società Eni e Versalis hanno siglato con le istituzioni e le organizzazioni sindacali un'intesa che prevede la realizzazione di nuovi impianti, primi nel loro genere, che produrranno prodotti ad alte prestazioni per applicazioni nelle perforazioni petrolifere e per segmenti di mercato ad alto valore aggiunto come i detergenti e i bio-lubrificanti. È previsto un investimento di 200 milioni di euro per trasformare il petrolchimico di Porto Marghera in un polo integrato di chimica verde. L'obiettivo è garantire al sito un futuro economicamente sostenibile, salvaguardare i livelli di occupazione e valorizzare le attività imprenditoriali presenti nell’indotto.
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- Nel progetto, che sarà operativo a breve, saranno coinvolte le persone dello stabilimento in sinergia con i centri ricerca Versalis di Mantova, Novara e i tecnici di Elevance Renewable Sciences, la società americana specializzata nei prodotti ad alto valore aggiunto ottenuti da oli vegetali. Il nuovo assetto produttivo a Porto Marghera prevede la chiusura definitiva dell'impianto di stream cracking.
- L'Autorità Portuale di Venezia ha sottolineato che questo è molto importante per il porto di Venezia perché il progetto di Versalis utilizzerà nuove strutture logistiche portuali assieme a quelle esistenti nel sito per sviluppare una sinergia con l'attività industriale vera e propria. Finalmente - ha rilevato l'ente - è possibile parlare di un primo esempio di “magazzino della chimica” che sperimenterà nuovo modello di integrazione di manifattura-logistica a Porto Marghera su cui l'Autorità Portuale sta lavorando molto in un'ottica di riconversione, non solo dell'industria che si affaccia sulle banchine, ma anche degli stessi traffici marittimi. Inoltre - ha precisato l'authority portuale - è positivo che le cariche agli impianti di Ferrara, Mantova e Ravenna potranno continuare attraverso pipelines tramite il ricevimento delle feedstock con le strutture logistiche portuali di Porto Marghera.

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