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Russo e Filippi (PD): il progetto del nuovo porto offshore di Venezia non va finanziato
I due senatori propongono di recuperare i circa 100 milioni previsti per il progetto a favore di progetti integrati che potenzino tutte le strutture logistiche e portuali già esistenti
3 dicembre 2014
Il progetto del nuovo porto offshore al largo della Laguna di Venezia non va finanziato. Lo sostengono i senatori Francesco Russo e Marco Filippi del Partito Democratico che si sono resi promotori di un documento, che pubblichiamo di seguito, per un'ipotesi - da loro ritenuta «realistica» - di rilancio della portualità italiana che è stato firmato da una cinquantina di colleghi espressione di gruppi di maggioranza e di opposizione.

«Capiamo - hanno spiegato Russo e Filippi - la tentazione dei campanilismi e degli interessi particolari ma crediamo che la politica se vuol essere seria e responsabile non possa non sviluppare progetti locali e regionali con uno sguardo sempre proiettato al più alto interesse nazionale. Per questo, oggi, abbiamo presentato un documento propedeutico ad un emendamento alla Legge di Stabilità che partendo da un'analisi della situazione attuale della portualità italiana con un particolare focus sull'Alto Adriatico, propone di recuperare i circa 100 milioni previsti per il progetto di porto offshore a largo di Venezia a favore di progetti integrati che potenzino tutte le strutture logistiche e portuali già esistenti (Ravenna, Venezia e Trieste in primis)».

«Il consenso trasversale raccolto dal documento, anche da territori che non si affacciano sul Mare Adriatico - hanno rilevato i due senatori del Partito Democratico - è la dimostrazione che questa non è una battaglia di campanile. Ci sta a cuore il futuro di Venezia, ma proprio per questo non possiamo dare il nostro assenso a un progetto solo apparentemente ambizioso il cui fallimento annunciato farebbe male alla credibilità dell'Italia e del Veneto. Un progetto sproporzionatamente costoso e, nel merito, considerato irrealizzabile ed antieconomico dagli stessi operatori portuali se non altro per i costi derivanti dalla rottura di carico che la nuova struttura prevederebbe».

«Il piano strategico nazionale della portualità e della logistica che, come obiettivo finale, si ripropone di concentrare i fondi disponibili su poche opere davvero necessarie - hanno proseguito Russo e Filippi - ci chiede progetti sostenibili, integrati e possibilmente sostenuti da una preventiva disponibilità dei privati di accollarsi gli oneri delle nuove opere, ed il porto offshore di Venezia sicuramente non rientrerebbe in questo perimetro».

Confermando al presidente dell'Authority di Venezia Paolo Costa e a tutti i decisori politici ed economici del Veneto la piene disponibilità ad un confronto nel merito, Russo e Filippi si sono augurati che «sia possibile ragionare su progettualità condivise che, nell'ottica di un sistema realmente integrato fra i porti dell'Alto Adriatico, possano davvero essere funzionali all'intero Paese e non soltanto a una sua, pur importante, parte».

Intanto l'Autorità Portuale di Venezia ha reso noto che durante il convegno Techitaly 2014, tenutosi oggi all'Europarlamento e dedicato a infrastrutture innovative per la crescita dell'Europa, sono stati segnalate dall'INEA (Innovation and Network Executive Agency) due storie di successo nella preparazione di progetti infrastrutturali da realizzare in partenariato pubblico privato. La prima si riferisce alla realizzazione del collegamento ferroviario tra Milano e l'aeroporto di Malpensa, la seconda riguarda la realizzazione del sistema portuale offshore-onshore di Venezia. Progettato per superare i vincoli di accessibilità nautica imposti dal sistema di barriere mobili del Mose, il porto offshore di Venezia - è stato riportato nel corso del dibattito - consente di valorizzare lo scalo lagunare e metterlo in condizione di cooperare con gli altri porti dell'Alto Adriatico per competere con successo sul mercato portuale europeo entro le linee di politica europea disegnate dalla revisione delle reti transeuropee di trasporto TEN-T. La soluzione finanziaria proposta da Venezia, in un periodo in cui le risorse pubbliche sono limitate - è stato osservato - rappresenta un esempio di PPP ben costruito capace di creare un equilibrio tra i fondi pubblici e privati richiesti e un sistema capace di separare i rischi tra i partner. Un progetto - peraltro inserito all'interno del piano Junker - che assume particolare rilevanza per il rilancio delle infrastrutture e della competitività dell'Europa e dell'Italia.

«Siamo particolarmente soddisfatti - ha commentato il presidente dell'ente portuale veneziano, Paolo Costa - del riconoscimento che ci hanno accordato oggi a Bruxelles, segno che la strada intrapresa è quella giusta, l'appoggio delle istituzioni europee per noi è molto importante».




UN'IPOTESI (REALISTICA) DI RILANCIO DELLA PORTUALITÀ ITALIANA

Il caso dell'Alto Adriatico

Questa analisi non può che partire dalla constatazione che, negli ultimi anni, la crisi economica ha modificato radicalmente lo scenario dei traffici marittimi mondiali.

I flussi Far East - Europa che hanno alimentato per oltre venti anni una crescita pressoché ininterrotta dei traffici marittimi, sono in fase di rallentamento: nel 2013 il porto di Rotterdam ha movimentato il 2,1 % di TEU in meno rispetto al 2012.

È ormai dal 2003 che si è interrotto quel processo di crescita che aveva visto i porti mediterranei, ed in particolare quelli italiani, erodere quote di traffico a quelli del northern range.

Da allora vi è stata un'inversione di tendenza ed i porti del Nord hanno recuperato traffico, anche destinato direttamente al nostro territorio.

Il gigantismo navale, che nasce dalla esigenza di creare economie di scala per le grandi compagnie di linea, ha ulteriormente modificato il quadro, producendo alcuni fenomeni importanti:

  • alleanze commerciali fra le compagnie più grandi (prima P3, oggi M2), per cercare di limitare i danni dell'eccesso di stiva;
  • riduzione del numero degli scali, congestionamento dei porti, ritardi nelle toccate;
  • concentrazione oligopolistica dei vettori con conseguenti forti preoccupazioni dei caricatori europei;
  • pressione sui costi portuali data la riduzione dei margini dovuti alla caduta dei noli;
Di conseguenza i vettori navali scaricano la loro ricerca di economie di scala nel trasporto marittimo sul sistema terrestre, in particolare sul segmento portuale che, a causa delle pressioni sui costi, vede sempre più ridotti i margini di profitto.

Secondo uno studio della Ocean Shipping Company, che stima la domanda di movimentazione container fino al 2018 nei porti italiani, rapportati alla capacità potenziale, la previsione per il 2014, in termini percentuali di saturazione dei terminal è del 57 % per tutta l'Italia.

Sempre secondo lo studio citato, l'aumento di traffico dei terminal, nello scenario più ottimistico, rapportato alla capacità potenziale, porterebbe, nel 2018, a scendere ad una quota di saturazione del 52% (calcolo elaborato in base alle opere in corso di realizzazione).

Quali allora, nel medio periodo, le priorità effettivamente sostenibili sotto il profilo finanziario e dei traffici?

Il mare Adriatico si dimostra un'area particolarmente ricca di opportunità che va ad incrociare, come grande via d'acqua, importanti corridoi pan-europei e si trova nelle vicinanze di retroterra industriali ed urbani mitteleuropei che possono essere maggiormente contendibili, per i porti italiani rispetto ai retroterra europei del fronte portuale tirrenico.

L'analisi dei traffici container ci dice che nel 2013 i tre porti principali del Nord Adriatico (VE-TSRA) hanno realizzato un incremento medio del 7%.

Ad oggi (dati 2013) i porti NAPA (North Adriatic Port Authority), quindi inclusi Koper e Rijeka, movimentano circa 1.800.000 teu.

I lavori in corso di effettuazione o che saranno effettuati nel breve periodo, secondo i piani regolatori vigenti, prevedono espansioni della capacità fino a raggiungere 1,2 per Trieste, 1 mln per Venezia, 600.000 per Ravenna, 1 milione per Rijeka, 1,8 milioni per Koper sia pure in due fasi.

Ciò significa una potenzialità nei porti NAPA, secondo progettualità già in essere o lavori in corso, per complessivi 5,6 milioni.

Per quanto attiene i fondali, Trieste si attesta su profondità fino a 18 mt, Ravenna prevede di raggiungere i 14,5 mt, mentre Venezia si attesterà sui 12 mt.

In questo contesto si inserisce il progetto del porto “off-shore” di Venezia che, fin da una prima analisi, presenta problematiche sia dal punto di vista del mero impatto ambientale, in una zona dove già le attività di realizzazione del MOSE hanno avuto importanti ricadute, ma soprattutto di scarsa solidità finanziaria dell'operazione. L'ipotesi attualmente in campo, infatti, non sembra rispondere adeguatamente alla domanda sul perché le società di trasporto dovrebbero preferire una soluzione che, nella sostanza, le costringerebbe ad effettuare due volte le operazioni di carico/scarico (la cosiddetta doppia rottura). Sono addirittura state ventilate ipotesi di costruzione di un viadotto stradale dal porto “off-shore” alla terraferma che, quand'anche superasse le remore di carattere paesaggistico, avrebbe dei costi di realizzazione e manutenzione molto elevati. Peraltro ipotesi basilare del progetto era che la diga foranea di affiancamento alla struttura dell'“Off-shore”, dai costi ingenti, sarebbe stata fatta dal Consorzio Venezia Nuova nell'ambito del progetto Mose che, attualmente, non è ancora chiaro come verrà gestito e con quali prospettive.

Anche i costi di personale ipotizzati, 510 persone nella fase di partenza e 1.515 persone a regime con un costo che, assumendo un costo medio di 30.000/anno/persona, si può tranquillamente ipotizzare sopra i 450/500 milioni all'anno cosa che renderebbe un “project financing” coperto dalle mere tariffe sicuramente fuori mercato.

I costi previsti inizialmente erano pari a 4 miliardi di euro scesi, secondo indiscrezioni di stampa più recenti, a 2,5 miliardi: i tagli sono sicuramente figli dei dubbi già espressi dalla BEI (Banca Europea Investimenti) che ha pure messo in evidenza la eccessiva esposizione al debito (circa 200 milioni ) che l'Autorità Portuale di Venezia aveva già nel bilancio 2011.

Da questo insieme di dati vorremmo trarre alcune conclusioni:

  • La geografia dei traffici è in mano ai grandi carriers multinazionali ed occorrono politiche comunitarie e nazionali, oltre a politiche commerciali dei porti (concessioni, joint ventures, etc.) in grado di evitare una spirale negativa fra la corsa del gigantismo navale e la dispersione di risorse pubbliche per costruire infrastrutture prive di reali prospettive di traffico.
  • Occorrono norme di semplificazione per le opere, ed in particolare i dragaggi, affinché le opere pianificate siano effettivamente realizzate secondo tempi compatibili con le esigenze del mercato dei traffici. I dati recenti della Corte dei Conti sulle opere effettivamente realizzate nei porti rappresentano un grave campanello d'allarme per tutto il sistema portuale italiano.
  • La vera priorità del sistema sono gli investimenti nelle ferrovie. Pensare di gestire navi da 10.000/11.000 teus con ferrovie inefficienti significa vanificare ogni investimento in infrastrutture ed equipment. Per questo occorre concentrare risorse sulle ferrovie, in particolare sull'ultimo miglio ( collegamento diretto con le banchine per minimizzare i costi delle manovre) e poi investire sui servizi ferroviari cargo, anche, per un certo periodo con forme di sostegno ai costi del servizio. Il grave deficit delle ferrovie italiane non è infatti sul piano infrastrutturale. Se non si amplia drasticamente la quota di container movimentati via ferrovia, pensare ad una competizione sulle aree europee contendibili appare illusoria. Le nuove Autorità portuali e logistiche che potrebbero nascere dalla riforma della legge 84/1994, potrebbero giocare un ruolo importante sotto questo profilo.
  • È indispensabile giocare fino in fondo la sfida dell'innovazione tecnologica con investimenti anche nelle infrastrutture immateriali. Occorre portare a compimento la politica degli sportelli unici (doganale e delle informazioni marittime) ed adottare ogni soluzione per fluidificare il transito delle merci nei nostri porti. Aumentare i poteri di coordinamento delle Autorità Portuali, ad esempio sugli orari e sul funzionamento dei diversi enti di stato che operano in porto, dando anche la possibilità di utilizzare risorse rivenienti dall'autonomia finanziaria per adottare miglioramenti organizzativi e strutturali rappresenterebbe un grande passo in avanti per la competitività dei porti.
  • In ultimo ma non per importanza, bisogna investire sulle risorse umane. Lavoro, formazione e sicurezza sono la chiave della qualità e della competitività. Per questo si deve innovare e rafforzare anche l'impresa articolo 17 sul modello delle più avanzate esperienze nord europee.
  • L'attuale congiuntura internazionale sconsiglia, perciò, nel medio periodo, l'adozione di progetti ulteriormente espansivi rispetto a quelli già previsti dalle pianificazioni in essere; in particolare appare particolarmente azzardata l'ipotesi della costruzione del terminal container off-shore di Venezia per un costo di 2,1 miliardi di euro e di un impegno finanziario dello Stato in tal senso. Tale progetto, sul quale tutti gli operatori (terminalisti ed armatori) esprimono forti perplessità, sarebbe caratterizzato, come detto, da una rottura di carico che, per effetto del sistema di trasbordo dei container su chiatte per raggiungere il piazzale a terra, comporterebbe costi aggiuntivi per almeno 250 USD in un contesto caratterizzato da noli molto bassi. Vi è poi una palese insostenibilità finanziaria sia per la finanza pubblica che per un eventuale investimento privato: calcolando un margine destinato all'ammortamento dell'opera pari a 10 USD a container (stima decisamente ottimistica) l'investimento di oltre due miliardi potrebbe ammortizzarsi in 100 o 200 anni a seconda che un simile terminal movimentasse 1 milione o 2 milioni di teus all'anno. Simili previsioni di traffico, non appaiono suffragate da nessuna ipotesi realistica: il traffico “italiano” che oggi transita per i porti del nord Europa non raggiunge certamente il milione di teus (molti stimano in non più di 600.000). Tenuto conto, inoltre, degli investimenti in corso nei porti di Genova (Calata Bettolo), Savona Vado (Piattaforma Maersk per 400 milioni di investimento) e quelli previsti a Livorno (Darsena Europa) oltre ai 190 milioni per l'ampliamento del molo VII a Trieste - dove già i fondali possono permettere l'approdo di navi porta container oltre i 13.000 teus - si evince che il progetto di porto offshore a Venezia risulta semplicemente insostenibile.
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DALLA PRIMA PAGINA
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Nei primi tre mesi del 2025 il traffico delle merci nei porti di Genova e Savona-Vado è cresciuto del +1,4%
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I porti di Brema e di Amburgo archiviano il primo trimestre con una crescita del +3% del traffico
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Gioia Tauro
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HMM ha chiuso il primo trimestre con un utile netto in crescita del +52,5%
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Nel primo trimestre i ricavi della Hapag-Lloyd sono cresciuti del +18,6% e l'utile netto del +49,6%
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Keelung/Taipei
La seconda compagnia ha registrato una flessione degli utili
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Nel primo trimestre del 2025 il traffico navale nel canale di Suez è diminuito del -17,1%
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Il Cairo
Crescita del +16,4% del valore dei diritti di transito pagati dalle navi
Stamani la cerimonia della posa della prima pietra della Darsena Europa nel porto di Livorno
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Livorno
Previsti cinque anni di lavori e un investimento di 550 milioni di euro
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Mosca
Prevista la costruzione di oltre 1.600 navi civili entro il 2036
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Gioia Tauro
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Positivi i risultati finanziari trimestrali del gruppo Maersk
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Nel primo trimestre di quest'anno i transiti navali nel canale di Panama sono aumentati del +35,9%
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Nel primo trimestre del 2025 il traffico marittimo nello Stretto del Bosforo è calato del -7,5%
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Norwegian Cruise Line Holdings registra una perdita netta trimestrale di -40,3 milioni di dollari
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ONE ha chiuso l'anno fiscale 2024 con un utile netto di 4,2 miliardi di dollari (+336%)
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Nel primo trimestre i ricavi del gruppo armatoriale cinese COSCO sono cresciuti del +20,1%
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Eurogate Intermodal ha comprato la società di autotrasporto Deisser
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Porto di Genova, il TAR per il Lazio ha annullato la concentrazione Ignazio Messina-Terminal San Giorgio
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Accolto il ricorso di Grimaldi Euromed
Fincantieri chiude il primo trimestre con un valore record dei nuovi ordini
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Fermerci, le altre Regioni seguano l'esempio dell'Abruzzo introducendo il ferrobonus regionale
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Celebrata la posa del primo pilastro del parco logistico in costruzione a Tortona
Tortona
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La Zona Franca Doganale interclusa a Genova come opportunità per mitigare l'impatto dei dazi
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Ad aprile sono diminuiti i ricavi delle taiwanesi Evergreen e Yang Ming
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Avviato il percorso di preparazione del Piano Regolatore Portuale di Ancona
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Verso l'ok finale alla nomina di Francesco Benevolo alla presidenza del porto di Ravenna
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Protocollo di collaborazione tra la Federazione del Mare e WSense
Roma
Tra gli scopi, promuovere una gestione intelligente e sostenibile delle risorse marine
Mercoledì a Roma un convegno sulle opere di ingegneria marittima e i cambiamenti climatici
Roma
Si terrà presso l'Auditorium Fondazione MAXXI
Approvato il rendiconto generale 2024 dell'AdSP del Mare Adriatico Orientale
Trieste
Registra un avanzo generale di amministrazione di quasi 283 milioni di euro
Accelleron Industries annuncia ulteriori investimenti in Italia
Baden
L'obiettivo è di rafforzare la leadership tecnologica nei sistemi di iniezione di carburante per la decarbonizzazione del settore marittimo
L'emiratense AD Ports continua ad investire in Egitto
Il Cairo/Abu Dhabi
Contratto di usufrutto per sviluppare e gestire un parco logistico e industriale nei pressi del porto di Port Said
Approvato il bilancio consuntivo 2024 dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale
Ancona
Via libera del Comitato di gestione
RFI, aggiudicata gara per interventi di manutenzione e potenziamento delle telecomunicazioni
Roma
Programma del valore di circa 180 milioni di euro
Firmato il contratto che assegna a CMA CGM la gestione del container terminal del porto di Lattakia
Damasco
Previsti investimenti pari a 230 milioni di euro nei primi quattro anni
Rizzo nominato commissario straordinario dell'Autorità di Sistema Portuale dello Stretto
Messina
Nei primi tre mesi del 2025 i ricavi del gruppo DHL sono aumentati del +2,8%
Bonn
Utile netto di 830 milioni di euro (+3,9%)
Completato l'acquisto dell'area per il nuovo terminal crociere a Marghera
Venezia
Secondo le previsioni, diventerà operativo nella stagione crocieristica 2028
CMA CGM ha completato l'acquisizione della Air Belgium
Marsiglia/Mont-Saint-Guibert
Mazaudier: rafforza con effetto immediato la nostra capacità aerea
Nei primi tre mesi del 2025 il traffico delle merci nei porti albanesi è diminuito del -1,8%
Tirana
In calo anche i passeggeri (-1,6%)
Nel 2024 sulla rete ferroviaria austriaca sono state trasportate 94,4 milioni di tonnellate di merci (+2,2%)
Vienna
Il 31,8% del volume complessivo è stato realizzato su tratte superiori a 300 chilometri
Approvati il bilancio consuntivo e la relazione annuale 2024 dell'AdSP della Sardegna
Cagliari
Progetto pilota per il rilascio unificato dei permessi di accesso in porto per gli autotrasportatori
Approvato all'unanimità il bilancio di esercizio 2024 di Interporto Padova
Padova
Ricavi in crescita del +7,3%
Al via gli interventi di riqualificazione del polo agroalimentare del porto di Livorno
Livorno
Lavori del valore di sei milioni di euro
Bluferries è pronta a mettere in servizio nello Stretto di Messina la nuova ro-pax Athena
Messina
Può trasportare fino a 22 Tir o 125 autoveicoli e 393 persone
Approvato il rendiconto dell'esercizio finanziario 2024 dell'AdSP del Mar Ionio
Taranto
424,8 milioni di opere portuali realizzate nell'ultimo decennio
Kalmar registra un calo del fatturato trimestrale e un aumento dei nuovi ordini
Helsinki
Nei primi tre mesi del 2025 l'utile netto è stato di 34,1 milioni di euro (+2%)
Antonio Ranieri è il nuovo direttore marittimo della Liguria
Genova
Subentra all'ammiraglio Piero Pellizzari congedatosi dal servizio per raggiunti limiti d'età
Nel primo trimestre del 2025 la cinese CIMC ha registrato un incremento del +12,7% delle vendite di container
Hong Kong
I ricavi sono cresciuti del +11,0%
PORTI
Porti italiani:
Ancona Genova Ravenna
Augusta Gioia Tauro Salerno
Bari La Spezia Savona
Brindisi Livorno Taranto
Cagliari Napoli Trapani
Carrara Palermo Trieste
Civitavecchia Piombino Venezia
Interporti italiani: elenco Porti del mondo: mappa
BANCA DATI
ArmatoriRiparatori e costruttori navali
SpedizionieriProvveditori e appaltatori navali
Agenzie marittimeAutotrasportatori
MEETINGS
Il 23 maggio si terrà la quarta edizione del convegno nazionale “Interporti al centro”
Roma
Organizzato dalla UIR, è in programma presso l'Interporto Rivers di Venezia
Mercoledì a Roma un convegno sulle opere di ingegneria marittima e i cambiamenti climatici
Roma
Si terrà presso l'Auditorium Fondazione MAXXI
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RASSEGNA STAMPA
Proposed 30% increase for port tariffs to be in phases, says Loke
(Free Malaysia Today)
Damen Mangalia Unionists Protest Friday Against Possible Closure
(The Romania Journal)
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FORUM dello Shipping
e della Logistica
Relazione del presidente Nicola Zaccheo
Roma, 18 settembre 2024
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Lo scorso anno i ricavi del gruppo cinese CMPort sono aumentati del +3,1%
Hong Kong
Nei primi tre mesi del 2025 i terminal portuali hanno movimentato 36,4 milioni di container (+5,6%)
Approvati i rendiconti delle AdSP della Liguria Occidentale e del Tirreno Centro Settentrionale
Genova/Civitavecchia
Nei primi tre mesi del 2025 i ricavi di Konecranes sono aumentati del +7,7%
Helsinki
343 milioni di euro di nuovi ordini di mezzi portuali (+37,5%)
Primo trimestre di crescita per Kuehne+Nagel
Schindellegi
Il fatturato netto del gruppo logistico è ammontato a 6,33 miliardi di franchi svizzeri (+14,9%)
Istanza della TDT (gruppo Grimaldi) per la costruzione e gestione del 50% del Terminal Darsena Europa di Livorno
Livorno
La società ha chiesto l'estensione della durata dell'attuale concessione
Nel 2024 investiti 58 milioni per l'ammodernamento dei porti di Livorno, Piombino e dell'isola d'Elba
Livorno
Approvati il bilancio consuntivo e la relazione annuale dell'AdSP
Consulenza della BEI per rafforzare la resilienza climatica dei porti di Volos, Alessandropoli e Patrasso
Lussemburgo
Assisterà le autorità portuali nell'individuazione e nella gestione dei rischi climatici
Nel primo trimestre il porto di Valencia ha movimentato 1,3 milioni di container (+3,4%)
Valencia
Calo del traffico di transhipment
Il Comitato di gestione dell'AdSP del Tirreno Centrale ha approvato all'unanimità il bilancio consuntivo 2024
Napoli
SOS LOGistica acquisirà la qualifica di Ente del Terzo Settore
Milano
L'associazione conta oggi su 74 soci
Nei primi tre mesi del 2025 in calo il traffico delle merci nei porti di Barcellona e Algeciras
Barcellona/Algeciras
Hupac trasferisce su Novara il servizio intermodale con Padova
Chiasso
Sinora l'altro terminal era quello di Busto Arsizio
PSA SECH ha operato il primo treno da 400 metri al Parco Ferroviario Rugna
Genova
Capacità sino a 20 coppie di treni al giorno
Approvato all'unanimità il rendiconto di esercizio 2024 dell'AdSP della Liguria Orientale
La Spezia
In ultimazione la bonifica bellica propedeutica all'ampliamento del Terminal Ravano della Spezia
La Spezia
L'AdSP vi ha investito oltre 600mila euro
Francesco Rizzo designato alla presidenza dell'AdSP dello Stretto
Roma
Ha più volte denunciato l'inutilità della costruzione del ponte sullo Stretto
Aerei statunitensi hanno attaccato il porto yemenita di Ras Isa
Tampa/Beirut
38 morti e oltre cento feriti
Nel 2025 Stazioni Marittime prevede un rialzo del traffico dei traghetti e delle crociere nel porto di Genova
Rapporto del MIT sulla mobilità evidenzia un aumento della domanda sia passeggeri che merci
Roma
Nel primo trimestre il traffico delle merci nei porti russi è diminuito del -5,6%
San Pietroburgo
In calo sia le merci secche (-5,3%) che le rinfuse liquide (-5,8%)
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
Partita iva: 03532950106
Registrazione Stampa 33/96 Tribunale di Genova
Direttore responsabile Bruno Bellio
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