Stamani alle 13.00 a Palazzo San Giorgio, sede dell'Autorità Portuale di Genova, c'erano tutti - o quasi - a salutare Luigi Merlo, presidente dell'ente che lascerà l'incarico a poco più di due mesi dalla scadenza del suo secondo mandato avendo deciso di confermare le dimissioni presentate alcuni mesi fa e poi poste in un cassetto su richiesta del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, per evitare il commissariamento del porto del capoluogo ligure.-
- Commissariamento che tuttavia non è stato evitato e funzione che è stata assegnata all'attuale comandante della Capitaneria di Porto di Genova e direttore marittimo della Liguria, il contrammiraglio Giovanni Pettorino, come confermato dallo stesso ministro Delrio giunto oggi a Palazzo San Giorgio per partecipare all'assemblea di Confindustria Genova sul tema “#genovadoveandiamo. Le ragioni per venire, le ragioni per restare” e per un saluto a Luigi Merlo.
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- Commiato che Delrio vuole trasformare in una stretta di mano di benvenuto. Sottolineando che nel suo dicastero c'è bisogno di persone competenti, il ministro ha confermato che sta «corteggiando» Merlo «per averlo al ministero». Proposta che, si vocifera da tempo, il ministro-medico endocrinologo avrebbe in mente da mesi e di cui Merlo - sempre secondo le stesse voci - sarebbe già al corrente e che avrebbe intenzione di accettare. Perché allora questa attesa?
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- Una risposta potrebbe averla fornita oggi lo stesso Delrio assicurando che la riforma legislativa in materia portuale è già pronta e che si è alla messa a punto dei decreti attuativi. Molte di queste voci, infatti, suggeriscono che a Merlo sarebbe stato garantito un ruolo di primo in un organismo creato dal nuovo quadro normativo ed altre assicurano che nel suo futuro ci sarebbe un incarico di primo piano al vertice del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
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- Comunque è una nuova legislazione attesa con impazienza da Merlo. Una riforma che il dimissionario presidente dell'Autorità Portuale di Genova confida farà chiarezza sul rapporto tra pubblico e privato in ambito portuale, un settore - ha sottolineato oggi - «in cui si chiede al presidente dell'Autorità Portuale di fare sia da arbitro che da allenatore» e che soffre di una contraddizione «che - ha spiegato - è frutto di una storia», quando «dominavano concertazione e consociativismo». Secondo Merlo, una nuova legislazione è necessaria anche perché è mutato lo scenario: «è finita la stagione della portualità in crescita»; «dal 2009 - ha precisato - il mondo è cambiato» e tale rimarrà in futuro: «il mercato - ha osservato - sarà in fermento per lungo tempo».
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- Per Merlo, nonostante il crollo dell'assetto sociale e politico nella quasi totalità delle nazioni affacciate sulla sponda meridionale del bacino mediterraneo e la drammatica escalation di violenza che caratterizza quelle regioni, le opportunità di sviluppo per il porto di Genova e per la portualità italiana in generale si trovano proprio nel Mediterraneo, in Africa e in Medio Oriente.
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- Nel suo saluto alla comunità portuale Merlo ha ringraziato tre persone chiave nelle vicende della sua vita. Innanzitutto l'ex senatore democristiano e consigliere regionale ligure Luciano Faraguti sotto la cui ala Merlo ha percorso le prime tappe della sua carriera politica nella Democrazia Cristiana e i primi passi in ruoli istituzionali nell'amministrazione comunale della natia La Spezia. Secondo ringraziamento al pidiessino Claudio Burlando, presidente della Regione Liguria, che ha scelto Merlo come assessore regionale ai Porti, trasporti, infrastrutture e logistica, incarico che nel 2010 è poi passato alla moglie Raffaella Paita, a cui è stato rivolto il terzo ringraziamento. Merlo aveva annunciato che avrebbe rassegnato le dimissioni da presidente dell'Autorità Portuale di Genova se la moglie avesse vinto le elezioni essendosi candidata alla presidenza della Regione Liguria. Dalla tornata elettorale è uscito vincente Giovanni Toti, candidato da Forza Italia con l'appoggio della Lega Nord. Dimissioni che Merlo ha confermato nonostante la sconfitta della moglie procurata da una faida interna al Partito Democratico genovese e specchio della lotta intestina che travaglia il PD nazionale, decisione a cui è stato indotto - ha affermato - a causa di dissensi con l'azione della nuova giunta regionale ligure.
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- Ora Delrio, che ha radici politiche comuni a Merlo essendo transitato nella Margherita e nel Partito Popolare per confluire nel 2007 nel Partito Democratico, lo vuole al ministero dove forse approderà lasciandosi alle spalle l'esperienza alla guida del porto di Genova e le conquiste - da lui stesso elencate - ottenute sotto i suoi due mandati durati quasi otto anni.
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- Ognuno ha un parere sulla conduzione del porto genovese esercitata da Merlo. Con ragione ci hanno fatto notare che negli ultimi anni della sua presidenza il nostro giornale ha più volte manifestato perplessità sui passi avanti compiuti dallo scalo portuale sotto la sua guida. Non riteniamo affatto eccessivo il nostro giudizio. Sennò che dire delle ripetute dichiarazioni di questi giorni di Merlo: quando sono arrivato - ha ribadito oggi - «il porto di Genova era definito la Striscia di Gaza». Prima di lui, il diluvio?
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- Bruno Bellio
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