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Uiltrasporti, qualsiasi provvedimento sui porti deve superare gli interessi localistici
Odone: va limitata l'applicazione delle norme riferite al pubblico impiego ai dipendenti delle Autorità Di Sistema Portuale
24 febbraio 2016
Commentando il contenuto del decreto legislativo per la riforma della legislazione italiana sui porti, che è stato esaminato lo scorso mese dal governo, il segretario nazionale della Uiltrasporti, Marco Odone, ha sottolineato che «qualsiasi provvedimento deve superare gli interessi localistici ed essere utile a rilanciare il sistema Paese».
Secondo Odone, «la riforma della governance, pertanto, deve rispondere alle linee tracciate dal Piano Nazionale della Portualità e della Logistica e comunque incardinato in un più ampio Piano dei trasporti».
«Entrando nel merito - ha proseguito il segretario generale dell'organizzazione sindacale - come UIL Trasporti condividiamo le misure contenute nel decreto volte allo snellimento burocratico e semplificazione amministrativa. Inoltre, apprezziamo l'impostazione generale del decreto che riporta la pianificazione infrastrutturale a livello nazionale, in un Paese dove l'elemento di maggior criticità per lo sviluppo del sistema portuale e logistico è stato aver reso la materia portuale materia concorrente».
«È però fondamentale - ha precisato Odone - che il ruolo svolto dalle Autorità Di Sistema Portuale (i 15 nuovi enti di gestione dei porti che - secondo quanto stabilisce il progetto legislativo - subentrerebbero alle attuali 24 Autorità Portuali, ndr) sia coerente con il disegno politico tracciato dal decreto e quindi finalizzato ad accelerare gli obiettivi di industrializzazione dei porti. Pertanto - ha rilevato il segretario generale di Uiltrasporti - qualsiasi azione volta a ridurre tali enti a delle mere amministrazioni pubbliche decentrate non risponde alle esigenze di sviluppo del Paese ed in tal senso va limitata l'applicazione delle norme riferite al pubblico impiego, ed in particolare del decreto legislativo 165/01, ai dipendenti di queste Autorità che, inoltre, minano i fondamenti del contratto unico dei lavoratori dei porti, da tutti riconosciuto efficace strumento di regolamentazione e di tutela».
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