- Ventinove primarie organizzazioni europee che rappresentano il settore del trasporto, costituite dai gestori delle infrastrutture, dagli operatori e dagli utenti del trasporto marittimo e delle vie navigabili interne, dalle ferrovie e dal comparto aereo, hanno rilanciato, come già avvenuto in passato, un'iniziativa per sollecitare il Parlamento e il Consiglio dell'Unione Europea ad aumentare il budget del “Meccanismo per collegare l'Europa” (Connecting Europe Facility - CEF), il piano di investimenti per lo sviluppo delle infrastrutture di trasporto dell'UE che ha rimpiazzato i programmi TEN-T, TEN-E e Marco Polo II.
-
- L'appello è stato presentato oggi in vista della prossima revisione del quadro finanziario pluriennale (QFP) che definisce i bilancia annuali dell'Unione Europea, stabilendo un massimale di spesa per settore incluso quello per gli investimenti nel campo del trasporto.
-
- Le 29 organizzazioni hanno ricordato che il budget iniziale per il programma CEF era di 31 miliardi di euro, pari al 2,8% dell'importo totale del QFP, ma fino al 2020 sono rimasti solo due miliardi di euro di fondi riservati al settore dei trasporti. Inoltre hanno evidenziato che nell'ambito delle procedure di selezione dei progetti da finanziare con fondi CEF sono stati presentati progetti per un importo complessivo pari a tre volte l'importo finanziabile e ciò - hanno sottolineato - ha comportato che un elevato numero di progetti di elevata qualità nel settore dei trasporti sia stato respinto a causa dell'insufficiente budget fissato dall'UE.
-
- Oltre a ciò - hanno evidenziato ancora le 29 organizzazioni - le limitate risorse messe a disposizione dall'Unione Europea hanno prodotto pressioni economiche e messo a dura prova i bilanci nazionali, portando a registrare il minimo storico di investimenti pubblici.
-
- Le 29 organizzazioni hanno ribadito che l'economia dell'UE non può permettersi che non venga completata la rete infrastrutturale transeuropea TEN-T, mancato completamento - hanno rimarcato - che causerebbe una perdita pari a circa 3,2 miliardi di euro in termini di prodotto interno lordo dell'UE e la mancata creazione di 11 milioni di posti di lavoro. «Questo - hanno denunciato - è un rischio intollerabile per la crescita e per l'occupazione attuale e futura».
-
- Le 29 organizzazioni hanno specificato che il loro appello non è rivolto solo a sollecitare lo stanziamento di maggiori risorse economiche, ma è volto anche a chiedere i mezzi necessari per fare della rete TEN- una realtà.
-
- Isabelle Ryckbost, segretario generale dell'European Sea Ports Organisation (ESPO), ha specificato qual è l'impatto sui porti dell'insufficienza del budget UE per i trasporti: «guardando al settore portuale - ha spiegato - è evidente che i porti stanno facendo del loro meglio per approfittare degli strumenti finanziari offerti dal Piano Juncker (EFSI) e continueremo a farlo. Tuttavia si dovrebbe anche capire che molti progetti portuali con un forte ritorno sociale degli investimenti e un alto valore aggiunto in termini di raggiungimento degli obiettivi energetici e climatici dell'Europa devono confrontarsi con rilevanti limitazioni dal punto di vista finanziario e non possono ricorrere al sistema creditizio. Per questi progetti i fondi CEF continuano ad essere un ingrediente vitale per completare la rete TEN-T. A tal proposito i due miliardi di euro che sono rimasti fino al 2020 non consentiranno di sviluppare il piano delle infrastrutture di trasporto dell'Europa».
-
- Il punto di vista dei porti fluviali e interni dell'Unione Europea è stato presentato da Alexander Van den Bosch, direttore dell'European Federation of Inland Ports (EFIP), che ha ricordato come «una delle caratteristiche distintive della politica per la TEN-T sia quella di essere multimodale e ciò - ha osservato - chiaramente richiede un'adeguata integrazione dei porti interni per assicurare un efficiente trasferimento delle merci da una modalità di trasporto ad un'altra. Questo può avvenire solo se viene approvato il finanziamento di essenziali progetti di elevata qualità, con un chiaro valore aggiunto per l'UE. In passato - ha rilevato Van den Bosch - ciò non è sempre avvenuto a causa del limitato budget dell'UE. Ci auguriamo che la revisione del QFP migliorerà le cose».
-
- Oltre che da ESPO e da EFIP, l'appello alle istituzioni europee è stato sottoscritto da ACI Europe (Airports Council International Europe), ASECAP (Association Européenne des Concessionnaires d'Autoroutes et d'Ouvrages à Péage), A4E (Airlines for Europe), CER (Community of European Railway and Infrastructure Companies), CLECAT (European Association for Forwarding, Transport, Logistics and Customs Services), CLIA Europe (Cruise Lines International Association), EBU (European Barge Union), ECASBA (European Community Association of Shipbrokers and Agents), ECF (European Cyclists' Federation), ECG (The Association of European Vehicle Logistics), ECSA (European Community Shipowners' Associations), EIM (European Rail Infrastructure Managers), ERFA (European Rail Freight Association), ESC (European Shippers' Council), ESO (European Skippers' Organisation), ETA (European Tugowners Association), EuDA (European Dredging Association), EUROPLATFORMS E.E.I.G (The European Association of Logistics Platforms), EUTMETNET (European National Meteorological Services Network), FEPORT (The Federation of European Private Operators), FTA (Freight Transport Association), INE (Inland Navigation Europe), IRU (International Road Transport Union), POLIS (European Cities and Regions Networking for Innovative Transport Solutions), UIP (International Union of Wagon Keepers), UIRR (International Union for Road-Rail Combined Transport) e UNIFE (The Association of the European Rail Industry.
|