Se con il nuovo Codice Doganale dell'Unione Europea (CDU), entrato in vigore lo scorso 1° maggio, la «facilitazione dei traffici ed esigenza di controllo delle merci sono messi sullo stesso piano», il nuovo regolamento «nasce zoppo perché non potrà funzionare fino a che non saranno pronti i nuovi codici informatici a supporto». Lo hanno rilevato rispettivamente il direttore interregionale delle Dogane per il Veneto e Friuli Venezia Giulia, Maurizio Montemagno, e il direttore centrale Tecnologie per l'Innovazione dell'Agenzia delle Dogane, Teresa Alvaro, nel corso del convegno sul nuovo Codice Doganale dell'Unione Europea che si è tenuto ieri alla Stazione Marittima di Trieste.-
- È stato ricordato che, infatti, è previsto un regime transitorio fino al 1° maggio 2019, anche se nel frattempo l'Agenzia delle Dogane italiana - è stato rilevato - si è portata a livelli di avanguardia in Europa sotto il profilo dell'Agenda Digitale. Da Cinzia Bricca, direttore centrale Procedure e Legislazione dell'Agenzia delle Dogane è giunta la raccomandazione alle imprese portuali di favorire la diffusione degli Operatori Economici Autorizzati (AEO) che - ha ammonito Montemagno - «a Trieste sono presenti in una percentuale molto bassa» e che permettono di velocizzare le operazioni doganali. Il Codice Doganale dell'Unione prevede che tale status sia attestato da ora con due tipi di autorizzazione cumulabili, per le attività squisitamente doganali e per quelle legate alla sicurezza delle merci.
-
- In apertura del convegno la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, ha auspicato la sollecita emanazione del decreto attuativo definitivo che semplifica i procedimenti amministrativi per la localizzazione e la gestione dei punti franchi di Trieste. Serracchiani ha evidenziato «la costante collaborazione tra l'Agenzia delle Dogane e l'Autorità Portuale di Trieste» sulla scorta del protocollo d'intesa firmato a luglio del 2015 sotto l'egida della Regione. L'interlocuzione - ha evidenziato la presidente del Friuli Venezia Giulia - «ha prodotto effetti molto importanti», misurabili nell'impegno sull'innovazione tecnologica e la sburocratizzazione delle procedure doganali. L'obiettivo generale, ha rilevato Serracchiani, è di «efficientare i processi senza rinunciare ai controlli, ma facendo sì che i controlli stessi aiutino l'attività portuale».
-
- Intanto nei giorni scorsi a Trieste è giunga una delegazione delle Dogane Cinesi per una visita operativa del porto franco e degli uffici doganali che si è svolta nell'ambito dell'attività di cooperazione internazionale e assistenza tecnica dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. La missione si è conclusa a Roma il 20 giugno presso gli Uffici Centrali dell'Agenzia per una presentazione della legislazione relativa alle operazioni doganali e alle Zone Franche.

|