- Solo una decina d'anni fa, quando l'economia mondiale sembrava destinata ad una duratura crescita e quando il trasporto marittimo di linea, che è indissolubilmente legato ai destini dell'economia globale, sembrava proiettato nella stessa direzione, molti, almeno tra i top manager delle principali compagnie del trasporto marittimo containerizzato, erano convinti delle opportunità di dotare le flotte di navi di grandi capacità di carico e pochi esprimevano perplessità sull'impiego di queste gigantesche portacontainer.
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- Per fare oggi il punto sullo stato attuale delle cose, nel momento in cui un considerevole numero di queste mega navi ha già fatto il suo ingresso sul mercato e quando ormai da tempo la crescita di diverse economie mondiali ha subito un notevole rallentamento e fasi di arresto, il C.I.S.Co. (Council of Intermodal Shipping Consultants) ha organizzato un convegno intitolato “Larger Vessel, Larger Oppportunities?” che si è tenuto ieri nella sala Elettra del Centro Congressi della Stazione Marittima di Napoli nell'ambito della manifestazione Napoli Shipping Week. Scopo dell'incontro è stato di approfondire il tema del gigantismo navale analizzato dal punto di vista dei vari soggetti della filiera logistica del trasporto containerizzato.
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- Dubbi su una possibile ulteriore crescita dimensionale delle navi sono stati espressi da Pasquale Tramontana, amministratore delegato della MSC di Napoli, che ha prospettato invece una loro probabile crescita numerica. Ciò - ha rilevato - dovrà comportare certamente un maggiore sviluppo della logistica di terra e una semplificazione burocratica, con progetti mirati e una valida regia del governo centrale.
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- Per Agostino Gallozzi, presidente di Salerno Container Terminal, le larger vessels sono un'opportunità da sfruttare al meglio e questo sarà possibile solo se verranno inseriti in un sistema logistico più ampio coinvolgendo tutto il territorio, sistema attualmente impercettibile. I porti - ha osservato - dovranno avere la funzione di porti-portale in modo da inserire e connettere linee infrastrutturali tarate sui flussi di traffico.
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- Secondo Enzo Esposito, amministratore delegato di Emes International, l'ampliamento del canale di Panama inaugurato domenica scorsa, con il limite di capacità di circa 13.000 teu delle navi che possono attraversarlo, pone un termine alla crescita dimensionale delle portacontenitori.
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- Nel suo intervento Roberto Bucci del Terminal Flavio Gioia ha evidenziato come le larger vessels rappresentino un'insidia per il terminal multipurpose piuttosto che un'opportunità. Nel periodo di grande incertezza in cui il mercato globale e quello dello shipping si trovano, per le piccole realtà terminalistiche, come quella napoletana, il gigantismo navale rappresenta quindi un fattore da monitorare con estrema cautela, soprattutto per l'impossibilità di effettuare previsioni a lungo termine e quantificare il tipo di investimenti.
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- Il convegno è proseguito con una seconda sessione che ha visto due interventi di carattere più specificatamente tecnico volti a presentare nuove tecnologie al servizio dei traffici containerizzati, il primo di Alberto Ghiraldi della Passive Refrigeration Solutions che ha illustrato la tecnologia dei container a refrigerazione passiva, che offre l'opportunità di operare prescindendo da fonti di energia esterne riducendo i costi e aumentando la sicurezza a bordo delle navi, e il secondo di Miki Ferrari di Fly Technologies, incentrato su una nuova tecnologia di scansione dei contenitori basata sui raggi gamma, che permette la scansione anche di mezzi in movimento, senza bisogno di soste e senza problemi di pericolo radioattivo per le persone e per le merci.
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- La terza sessione dei lavori ha messo in luce l'impatto del gigantismo navale sulle infrastrutture di terra e sulla tecnologia distributiva. Marco Spinedi, presidente dell'Interporto di Bologna, ha rimarcato quanto la capacità di stiva dei giganti del mare rappresenti un'occasione da cogliere per gli interporti investendo nell'intermodalità, soprattutto nelle infrastrutture ferroviarie. Antonio Pandolfo di Newcoop, azienda che si occupa della logistica distributiva sul territorio siciliano, ha messo in evidenza come le tratte delle grandi navi non potranno comunque portare a una sparizione dei porti cosiddetti minori in quanto la domanda esiste e deve essere soddisfatta. Celso Paganini, amministratore della Porto Pavino LLC e ideatore del brand Bella Vita che si occupa di esportare prodotti ortofrutticoli dall'Italia agli Stati Uniti, ha sottolineato le possibilità di sviluppo del mercato ortofrutticolo italiano negli USA, anche perché il costo del trasporto dall'Italia è inferiore rispetto al trasporto dalla West Coast alla East Coast. Paola Bottigliero di Saimare Napoli, agenzia e spedizioniere doganale, ha parlato delle problematiche di interfaccia con le autorità doganali, della lentezza nel raggiungimento della piena funzionalità dello sportello unico e delle sempre presenti difficoltà burocratiche che si scontrano con il concetto di stravolgimento dell'attuale patrimonio infrastrutturale che il gigantismo navale comporterebbe.
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