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Porto di Genova, nel periodo gennaio-agosto i crocieristi sono aumentati del +19,9% e i passeggeri dei traghetti del +4,1%
Le ricadute su Genova e sull'intero territorio nazionale dell'attività di Stazioni Marittime sono pari a 340-380 milioni di euro
9 settembre 2016
Nei primi otto mesi di quest'anno il traffico crocieristico nel porto di Genova è stato di 623.950 passeggeri , in crescita del +19,9% rispetto a 520.415 nel periodo gennaio-agosto del 2015. I soli crocieristi home port sono stati 377.668 (+14,7%) e quelli in transito 246.282 (+28,8%). In aumento anche il traffico dei passeggeri dei traghetti che è stato di 1.543.957 persone, con un +4,1% rispetto a 1.482.777 unità nello stesso periodo dello scorso anno. Sono risultati in aumento anche i traffici di auto e moto al seguito di passeggeri, che sono stati pari rispettivamente a 542.923 mezzi (+5,3%) e 38.181 mezzi (+10,7%). Il traffico commerciale è invece diminuito del -5,7% essendo ammontato a 1.184.823 metri lineari.
Lo ha reso noto oggi Stazioni Marittime Spa, la società che gestisce il traffico passeggeri nel porto di Genova, presentando un lavoro di ricerca affidato a Risposte Turismo finalizzato a determinare le ricadute economiche legate al traffico passeggeri che interessa il porto, includendo le componenti crocieristica e di traghetti (sia commerciale che leisure).
Stazioni Marittime ha rilevato che, nonostante il fenomeno crocieristico sia ormai affermato ed il traffico traghetti abbia sempre rappresentato per la città di Genova un tassello importante dell'economia locale, non vi era una analisi mirata a determinare quanto rilevante fosse per l'intero territorio genovese la presenza di queste due tipologie di traffici e, di conseguenza, quanto l'attività di Stazioni Marittime fosse importante per le ricadute che il traffico crocieristico e ferry da essa gestito attivano direttamente nel tessuto economico-produttivo di Genova.
Stazioni Marittime movimenta quasi tre milioni di passeggeri nel porto del capoluogo ligure (840.000 crocieristi ed oltre due milioni dei traghetti). Per la ricerca sono state realizzate interviste a 1.100 passeggeri di navi traghetto nel periodo aprile-giugno di quest'anno.
L'indagine ha fatto emergere un valore di 12,81 euro di spesa media per passeggero ferry in fase di imbarco e 7,38 euro in sbarco. È pari complessivamente ad oltre 20 milioni di euro annui il valore economico lasciato sul territorio genovese dai passeggeri in fase di imbarco e sbarco da navi traghetto nel 2015 (13,07 nella fase di imbarco).
Inoltre è compreso tra 58,30 e 67,43 milioni di euro l'intervallo stimato del contributo su Genova delle spese dirette dei crocieristi a terra (la spesa media pro capite stimata per i crocieristi in imbarco-sbarco è compresa tra 70 e 80 euro; mentre per i crocieristi in transito i valori sono inclusi tra 15-20 euro per chi si muove in modo indipendente e tra 35-40 euro per chi fruisce di una escursione organizzata).
A ciò si sommano tra 1,97 e 2,2 milioni di euro annui di spese dirette su Genova degli equipaggi delle navi da crociera e tra 15,9 e 19,9 milioni di euro di spese dirette su Genova delle compagnie di crociera, frutto dei 198 scali di navi da crociera del 2015 e di una spesa media per toccata che varia da 10.000 ad oltre 160.000 euro. In più ci sono tra 14 e 15,6 milioni di euro di valore di spesa diretta su Genova delle compagnie ferry (1.500 toccate nave).
Complessivamente lo scorso anno le spese dirette su Genova hanno generato tra circa 110 e 125 milioni di euro di ricadute nel sistema economico locale, di cui: tra 80 e 90 milioni di euro derivanti dalle persone (passeggeri ed equipaggi); tra 30 e 35 milioni di euro derivanti dalle compagnie di navigazione (crociere e traghetti). È inoltre pari ad oltre 200 milioni di euro la stima delle ricadute dirette (su Genova) ed indirette (sull'intero territorio nazionale) e tra 136 e 152 milioni di euro la stima delle ricadute indotte (sull'intero territorio nazionale).
Le ricadute totali su Genova e l'intero territorio nazionale dell'attività di Stazioni Marittime nel 2015 sono comprese in un intervallo tra 340 e 380 milioni di euro. Sono infine circa 60 i milioni di euro attivati complessivamente in Italia in redditi da lavoro per oltre 2.500 unità di lavoro (tra 2.540 e 2.860).
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