- Giunto alla scadenza del suo secondo mandato alla presidenza dell'Autorità Portuale di Venezia, carica che ha assunto nel luglio 2008, oggi Paolo Costa ha tracciato un bilancio di un periodo caratterizzato da difficoltà: «la crisi finanziaria del 2008 - ha ricordato - la ripresa economica, solo momentanea, a partire dal 2010, il tonfo registrato di nuovo nel 2012 e la lenta uscita dalla crisi dell'economia mondiale iniziata nel 2014 hanno infatti prodotto effetti rilevanti che hanno mutato lo scenario economico regionale, nazionale e mondiale e hanno inciso pesantemente sulle realtà produttive ed economiche globali».
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- Costa ha evidenziato che, nonostante questo difficile contesto economico mondiale, «il porto di Venezia con i suoi tre scali è riuscito a passare da un porto che nel 2008 nessuno conosceva a Roma e a Bruxelles ad un porto di primo piano a livello nazionale e inserito nel 2013 nella rete dei porti prioritari europei ed in questi giorni uno dei nodi primari dei traffici commerciali fra Europa e Cina distinguendosi anche in alcuni settori che hanno registrato sensibili tassi di crescita».
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- «Un esempio - ha specificato - è il settore dei container, passato dai 379.072 teu del 2008 ai 605.875 teu (+59,8%) del 2016 o ancora l'agribusiness che, nel periodo 2008/2016 passa da 1.981.875 a 2.322.025 tonnellate. E anche i numeri dei prodotti petroliferi, solo all'apparenza negativi per la scomparsa del greggio, portano invece buone notizie». Nel periodo 2008-2016, infatti, il traffico complessivo movimentato dal porto di Venezia ha registrato una diminuzione di cinque milioni di tonnellate, scendendo da 30,2 milioni a 25,2 milioni di tonnellate, determinata dall'azzeramento del traffico di petrolio grezzo che nel 2008 era pari a 5,8 milioni di tonnellate, circostanza che ha determinato una riduzione complessiva pari a 3,3 milioni di tonnellate del traffico di rinfuse liquide a cui si è aggiunto l'effetto della diminuzione di 1,4 milioni di tonnellate del traffico delle rinfuse secche, mentre nel periodo il traffico delle merci varie è rimasto pressoché stabile.
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- «Il traffico di oli derivati - ha precisato Costa - passa da 5.091.599 a 7.524.598, con un aumento del 47,8% a testimonianza che Porto Marghera è oggi una realtà rilevante nel settore della produzione e distribuzione di bio-carburanti. Un altro dato interessante - ha aggiunto - riguarda il settore ro-ro, dimezzato dalle crisi civili e politiche del Mediterraneo orientale (Egitto, Siria, Libia in primis), ma ripresosi velocemente a partire dal 2014. Da allora il porto di Venezia ha saputo mettere a disposizione un nuovo terminal dedicato che tra il 2015 e il 2016 ha incrementato del 30,7% i traffici ro-ro, un dato che avrebbe potuto essere maggiore se il governo avesse sbloccato anche per Venezia le quote per il mercato turco. Ci si attende nei prossimi mesi un ulteriore incremento derivante da nuovi traffici nel settore automotive».
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- «Un altro dato che spiega la competitività del porto - ha sottolineato Costa - è quello ferroviario: nel 2016 il porto di Venezia ha avuto il maggior incremento in Italia pari al +46%, che ha portato la movimentazione di 7.140 treni in un anno, lanciando Venezia tra i principali porti che usano la modalità ferroviaria insieme a La Spezia, Trieste e Genova».
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- «Il porto di Venezia - ha evidenziato ancora Costa - ha saputo quindi non solo reggere alla crisi economica mondiale e alle difficoltà produttive e manifatturiere del proprio mercato domestico e dei mercati contendibili, ma ha anche recuperato un ruolo primario, che sembrava smarrito, a livello nazionale e europeo investendo in prospettiva anti-ciclica e avviando un percorso virtuoso per dare corpo ad una nuova alleanza fra porto, logistica e industria».
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- Costa ha assunto la guida dell'authority portuale veneziana nel luglio 2008, incarico che è seguito a quelli di ministro dei Lavori pubblici nel periodo 1996-1998 e di sindaco di Venezia dal 2000 al 2005 e ad un decennio nel quale è stato europarlamentare e presidente nel 2003-2009 della Commissione ai Trasporti e turismo del Parlamento europeo. Al suo successore, ovvero a colui che sarà nominato presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, il nuovo ente che gestirà i porti di Venezia e Chioggia, Costa ha implicitamente suggerito alcune iniziative a cui dare prosecuzione. A guidare l'AdSP è stato designato Pino Musolino, designazione che all'inizio di questo mese a ricevuto il via libera della Camera dei deputati ( del 2 febbraio 2017).
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- Secondo Costa, infatti, per fare di Porto Marghera un polo di produzione ad alto valore aggiunto, un porto commerciale e industriale all'altezza della sua tradizione storica, è necessario innanzitutto «procedere alla realizzazione del VOOPS (Venice Offshore Onshore Portual System)», sistema la cui progettazione definitiva è stata aggiudicata all'inizio di questo mese al raggruppamento di imprese italo-cinese 4C3 ( del 3 febbraio 2017). Inoltre, per Costa, bisogna «adottare nel più breve tempo possibile una soluzione per il settore crocieristico in grado di dare seguito al decreto Clini-Passera del marzo 2012 e, al contempo, mantenere l'eccellenza crocieristica veneziana e non pregiudicare lo sviluppo portuale, logistico e industriale di Porto Marghera». Infine, è necessario «puntare sulla connettività digitale con la realizzazione di una rete in banda ultra-larga e l'informatizzazione amministrativo-buorcratica sulla scorta di quanto già fatto dal porto di Venezia».
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