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ITF, il nuovo contratto IBF chiarisce che le attività di rizzaggio e derizzaggio siano effettuate esclusivamente da lavoratori portuali
Il nuovo accordo per il periodo 2019-2022 introduce per i marittimi un aumento salariale del 2,5% dal prossimo 1° gennaio
23 febbraio 2018
L'articolo 4 del nuovo IBF Framework Agreement 2019-2022, il contratto dei marittimi definito nell'ambito dell'International Bargaining Forum (IBF) in cui si confrontano l'organizzazione sindacale internazionale International Transport Workers' Federation (ITF) e la rappresentanza di armatori, agenti marittimi e società di ship management Joint Negotiating Group (JNG), chiarisce il diritto dei lavoratori portuali di effettuare le attività di rizzaggio e derizzaggio dei carichi e altri servizi di movimentazione delle merci nei porti.
Lo ha sottolineato l'ITF a conclusione dell'ultimo round di trattative per concordare il nuovo accordo IBF per il periodo 2019-2022 che sono terminate ieri a Manila, specificando che oggi il Fair Practices Committee Steering Group (FPC SG) allargato dell'ITF ha approvato i termini del nuovo contratto, che copre oltre 200mila marittimi, e che suoi i membri hanno evidenziato come gli emendamenti introdotti all'articolo 4 “Non-Seafarers Work” rappresentino un passo avanti significativo nel salvaguardare il lavoro dei portuali.
«Noi - ha confermato Conrad Oca, secondo vice presidente della sezione Marittimi dell'ITF e presidente dell'Associated Marine Officers' and Seamen's Union of the Philippines (AMOSUP), uno dei principali sindacati mondiali dei marittimi - siamo molto soddisfatti dell'esito delle trattative IBF. La riformulazione dell'articolo sui portuali - ha sottolineato - è di particolare importanza e dimostra la reciproca solidarietà tra marittimi e portuali».
Rimarcando la rilevanza del risultato raggiunto, Torben Seebold, vice presidente dell'European Transport Workers' Federation (ETF) e della sezione Portuali dell'ITF e responsabile per il settore marittimo del sindacato tedesco ver.di, ha spiegato che al sindacato è stato conferito mandato con effetto immediato «di contattare le compagnie che operano nel Mar Baltico, nell'Europa settentrionale e occidentale e nelle acque canadesi per chiedere che le operazioni di lashing siano effettuate esclusivamente da lavoratori portuali, obbligo - ha precisato Seebold - che dovrà essere assolutamente rispettato dal 1° gennaio 2020».
«La firma dell'articolo sui portuali - ha commentato Paddy Crumlin, presidente dell'ITF e della sezione Portuali dell'organizzazione sindacale - rappresenta un riconoscimento dell'importanza di avere lavoratori portuali formati ed esperti che svolgano questo lavoro pericoloso. È una vittoria sia per i marittimi che per i lavoratori portuali in un contesto - ha rilevato Crumlin - in cui alcuni armatori continuano a sfruttare i marittimi e i portuali», imputazione che Crumlin ha rivolto in particolare nei confronti del gruppo terminalista filippino International Container Terminal Services, Inc. (ICTSI).
Anche Ray Familathe, vice presidente per gli Stati Uniti dell'International Longshore and Warehouse Union (ILWU), ha sottolineato che «si tratta di un risultato straordinario per i portuali di tutto il mondo. Le operazioni di rizzaggio - ha concordato - costituiscono una parte fondamentale del compito di un lavoratore portuale. Oggi - ha concluso Familathe - è stata fatta la storia».
Il comandante Rajesh Tandon, portavoce del Joint Negotiating Group, che ha presieduto il tavolo delle trattative, ha affermato che gli ultimi 14 mesi di negoziati «sono stati particolarmente difficili. Il forum - ha ricordato - si è riunito inizialmente a Tokyo lo scorso luglio, con la piena intenzione di raggiungere un risultato positivo in quell'ambito. Tuttavia è apparso subito evidente che in quella fase nessuna delle parti era pronta ad un avvicinamento delle posizioni. In seguito è stato fatto molto lavoro, incluse concessioni per accogliere le preoccupazioni dei lavoratori portuali, che hanno consentito al forum di far ripartire le trattative e di concludere un accordo accettabile per entrambe le parti».
«Il fatto che siamo stati in grado di rinegoziare e concludere un nuovo accordo nel contesto delle attuali difficili condizioni del mercato - ha dichiarato il comandante Koichi Akamine, presidente del Joint Negotiating Group - attesta la validità della procedura IBF e dei membri che rappresentano sia i sindacati che i datori di lavoro. Ciò rafforza la fiducia e il rispetto reciproco che entrambe le parti hanno ottenuto negli ultimi 15 anni (l'IBF è stato istituito nel 2003, ndr)».
Il nuovo contratto della durata di quattro anni (con una revisione dei livelli salariali dopo i primi due anni) che è stato negoziato dall'ITF con il Joint Negotiating Group, che è costituito da rappresentanti dell'International Maritime Employers' Council (IMEC) e dell'International Shipping Employers' Group (ISEG), che comprende l'International Maritime Managers' Association of Japan (IMMAJ), la Korean Shipowners' Association e la compagnia armatoriale Evergreen, oltre alla nuova formulazione dell'articolo sul lavoro dei lavoratori non marittimi in vigore dal 1° marzo 2018, introduce un aumento salariale del 2,5% dal 1° gennaio 2019, un aumento al 16% dello sconto riservato agli associati del JNG rispetto ai versamenti al fondo di previdenza dell'ITF (con un ulteriore 2% di sconto sulla base di un sistema di incentivi), la riclassificazione dell'area al largo delle coste della Somalia da “Warlike Area” a “High Risk Area” e l'inclusione di una “Warlike Area” di 12 miglia nautiche al largo della costa dello Yemen.
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