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Hupac esorta a dare continuità agli incentivi per lo sviluppo del trasporto intermodale
Eder (LKW Walter): il trasporto su strada è quasi completamente deregolamentato, mentre quello su rotaia è ancora soggetto a limitazioni
1 giugno 2018
L'operatore intermodale elvetico Hupac esorta a dare continuità agli incentivi per lo sviluppo di questa modalità di trasporto. Oggi a Zurigo, in occasione dell'evento annuale tenuto in concomitanza con l'assemblea generale dell'azienda, il presidente di Hupac, Hans-Jörg Bertschi, ha manifestato apprezzamento per il sostegno politico al trasporto ferroviario delle merci, con la Germania che nel 2019 ridurrà i costi delle tracce ferroviarie fino al 50% per un periodo di cinque anni consentendo alle imprese ferroviarie di investire e migliorare la competitività, e con gli incentivi in atto in Italia e in fase di discussione in altri paesi, mentre per quanto riguarda la Svizzera due terzi degli attuali sussidi statali al trasporto intermodale potranno essere compensati da aumenti di produttività grazie alle gallerie di base e al corridoio di 4 metri. Bertschi ha evidenziato che, tuttavia, si profila una mancanza di supporto al trasporto intermodale a partire dal 2024. Secondo Hupac, una soluzione praticabile sarebbe quella di ridurre gli attuali prezzi molto elevati delle tracce ferroviarie nel transito svizzero al livello dei Paesi del corridoio - una misura di sostegno semplice e non discriminatoria - ha spiegato Bertschi - che invierebbe un segnale immediato a favore del trasferimento modale.
A proposito del trasporto ferroviario e intermodale sull'asse transalpino nord-sud, intervenendo all'evento annuale di Hupac in qualità di relatore Joris D'Incà, sector leader logistics presso la sede di Zurigo della società di consulenza statunitense Oliver Wyman, si è soffermato sui vantaggi della galleria di base del Gottardo. D'Incà ritiene che il trasporto merci su rotaia possa valorizzare i suoi punti di forza su lunghe tratte come l'asse nord-sud dai porti del Mare del Nord ai centri economici del nord Italia. Tuttavia, l'accelerazione dei cicli di innovazione e il conseguente aumento della produttività sulla strada eserciteranno una forte pressione sul trasporto intermodale. Per essere competitivi in futuro - ha evidenziato - l'efficienza, la puntualità e la riduzione dei tempi di trasporto sono fondamentali ed ha specificato che, per il momento, l'apertura della galleria di base del Gottardo nel dicembre 2016 non ha ancora consentito un risparmio sostanziale di tempo e di costi per questi trasporti internazionali.
«Per ridurre i tempi di consegna e migliorare la puntualità lungo i percorsi - ha rilevato D'Incà - è necessario gestire l'infrastruttura lungo l'asse nord-sud da un'unica fonte e sviluppare un prodotto commercializzabile. A tal fine, tutti i gestori di infrastrutture e di terminal coinvolti devono unire gli sforzi e attuare una gestione integrata dell'infrastruttura di corridoio». «La competitività del trasporto merci su rotaia - ha aggiunto - può essere raggiunta solo se i gestori dell'infrastruttura si concentrano maggiormente sulle esigenze specifiche del mercato, ad esempio riducendo le interruzioni e aumentando la velocità media anziché ottimizzare in modo isolato e a proprio favore l'utilizzo della capacità e l'attività di costruzione».
«Se vogliamo che l'intermodalità sia al passo con la strada - ha concordato Helmut Eder, consigliere d'amministrazione della società austriaca di autotrasporto e logistica LKW Walter - dobbiamo renderla semplice ed efficiente e permetterle di competere. Il trasporto su strada è quasi completamente deregolamentato, mentre quello su rotaia è ancora soggetto a limitazioni, normative nazionali e parametri di produzione differenti da paese a paese. La revisione della direttiva UE 92/106 sul trasporto combinato - ha osservato Eder - propone di introdurre oneri ulteriori».
Eder ha ricordato che attualmente, per essere considerata trasporto combinato. la tratta stradale da e per i terminal intermodali è limitata al terminal idoneo più vicino, mentre la proposta della Commissione Europea prevede di limitare la tratta stradale a 150 chilometri tra il luogo di origine o di destinazione e il terminal intermodale, oppure al 20% della distanza totale porta a porta. Una estensione è possibile a determinate condizioni, ma richiede l'autorizzazione dei singoli Stati membri. «I terminal - ha sottolineato - potrebbero non essere adatti, impossibilitati a offrire le destinazioni richieste, il profilo P400 o una frequenza sufficiente. Queste limitazioni sono completamente sconosciute alla strada».
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