- Il crollo del viadotto autostradale Ponte Morandi avvenuto a Genova a metà agosto ha drammaticamente portato all'attenzione la questione delle infrastrutture italiane, tema che è stato al centro del congresso annuale della Confetra, la confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica, che si è tenuto oggi a Roma e nel corso del quale il presidente della confederazione, Nereo Marcucci ha esortato il governo a valutare la strategicità delle opere infrastrutturali per l'economia del Paese: «gli interventi infrastrutturali - ha sottolineato - non vanno divisi tra grandi opere e piccole opere in base alle dimensioni. Preferiamo parlare di opere utili e opere inutili in base allo loro strategicità per il settore della logistica».
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- Un richiamo all'analisi delle infrastrutture materiali strategiche che però - ha chiarito Marcucci - non deve oscurare «il ruolo altrettanto importante e talvolta preminente oggi assunto dalle infrastrutture immateriali, dagli incentivi e dalle regole che - come il ferrobonus, il marebonus e lo sconto pedaggi - hanno invertito il trend antiambientale del “tuttostrada”, nonché dal necessario corollario delle semplificazioni burocratiche, normative, documentali».
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- Riferendosi alle opere materiali, Marcucci ha esortato il governo a fare chiarezza: «riteniamo sia doveroso da parte nostra - ha affermato - chiedere quali siano le infrastrutture che sono ritenute ridondanti rispetto alle necessità del Paese e quali provvedimenti non si intenda riprogrammare o completare». A tal proposito il presidente della Confetra ha evidenziato l'esigenza di «proseguire negli investimenti infrastrutturali materiali ed immateriali»: «per un Paese trasformatore come l'Italia - ha osservato - non è una opzione tra le altre ma è la condizione perché il futuro del Paese sia sostenibile socialmente, economicamente ed ambientalmente».
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- L'invito è stato accolto dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, che a chiusura del congresso ha confermato la volontà del dicastero da lui guidato di valutare le opere non in base a «pregiudizi politici o personali», ma sulla base dei risultati di un'attenta analisi costi-benefici. Rispondendo alla richiesta della Confetra di stanziare una quota importante alle infrastrutture, Toninelli ricordato che la Legge di Bilancio 2019 appena approvata dal Consiglio dei ministri destina tra lo 0,2 e lo 0,4% delle risorse agli investimenti infrastrutturali.
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- Nel suo intervento il presidente dell'Associazione dei Porti Italiani (Assoporti), Zeno D'Agostino, ha affermato la necessità di aprire il mercato italiano delle infrastrutture agli investitori privati, sottolineando che tuttavia mancano norme specifiche che permettano di chiarire come questi investimenti possono attuarsi.
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- Spostando l'attenzione dal contesto nazionale a quello internazionale, il presidente della Confetra ha rilevato che di fronte problematiche come quella della Brexit o dei dazi statunitensi e a prospettive come quella della Nuova Via della Seta «avremmo bisogno di un'Europa più forte e coesa, capace - ha spiegato Marcucci - di contrattare a nostro favore», con particolare riferimento - ha specificato - alle «modalità di integrazione e utilizzo delle numerose piattaforme logistiche e trasportistiche che i cinesi stanno realizzando in Europa ed in Africa ed avremmo certamente bisogno - ha aggiunto - di un'Italia connessa al proprio interno, verso l'Europa e con le grandi infrastrutture BRI».
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- Marcucci ha evidenziato che l'Italia «non può restare indifferente a queste macrodinamiche, a maggior ragione se si considera che eredita dall'ultima grave e prolungata crisi una struttura produttiva-economica modificata, con l'alterazione del peso relativo sul PIL della domanda interna e dell'import/export».
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- In occasione del congresso/agorà della Confetra, Marcucci ha lanciato anche la proposta di varare una “legge Bassanini” per il settore dei trasporti e della logistica, un unico provvedimento che - ha ricordato - «Fedespedi chiama Servizi 4.0 e che «metta in fila tutte le semplificazioni regolamentari relative al trasporto e controllo delle merci; ridefinisca con chiarezza il ruolo dell'Autorità di Regolazione dei Trasporti e dell'AGCOM; avvii concretamente lo sportello unico doganale e dei controlli licenziando il regolamento del SUDOCO (Sportello Unico delle Dogane e dei Controlli), che consente in primis la razionalizzazione di tempi e costi dei controlli fitosanitari e sanitari; riunifichi il sistema diffuso e disperso delle autorizzazioni per i trasporti eccezionali; renda possibile il ricorso a competenze private esterne accreditate, con l'ovvia eccezione della Dogana, quando la carenza di personale delle amministrazioni pubbliche impedisce l'efficiente attività di controllo sulla merce; faccia il punto sulla natura - captive verso le Autorità di Sistema Portuale o di mercato - della Piattaforma Logistica Nazionale». «Insomma - ha concluso Marcucci - una “Bassanini dei trasporti e delle merci” per liberare le potenzialità dell'industria logistica italiana da una selva di gravami burocratici e di incagli».
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