- La Regione Calabria ha chiesto un intervento del governo per dare una svolta positiva alla situazione di crisi attraversata dal porto di Gioia Tauro, scalo che lo scorso anno ha registrato una flessione del -4,5% del traffico containerizzato ( dell'11 febbraio 2019), trend negativo che ha un forte impatto anche sull'occupazione come evidenziato in un'interrogazione al governo depositata dalle deputate Wanda Ferro e Carmela Bucalo (Fratelli d'Italia) in cui si specifica che la situazione occupazionale si è progressivamente aggravata con il licenziamento di circa 380 lavoratori del porto a cui è seguito nei giorni scorsi l'annuncio della Medcenter Container Terminal (MCT), la società che gestisce il container terminal dello scalo, di una nuova procedura di licenziamento collettivo che dovrebbe interessare circa 500 lavoratori.
-
- In una lettera inviata al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e per conoscenza al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli, anche il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, ha sottolineato che la situazione drammatica determinatasi nel porto di Gioia Tauro si aggrava di giorno in giorno, «a fronte - ha rilevato - di un mercato intercontinentale e mediterraneo che vede una forte ripresa sia di merci scambiate che di lavoro nei terminali portuali. La gravità della situazione - ha confermato Oliverio - viene tutta a scaricarsi sulle spalle dei lavoratori, delle loro famiglie e del territorio già tanto provato».
-
- Nella missiva il governatore della Calabria ha ricordato che «il porto di Gioia Tauro per le sue caratteristiche è un porto nazionale, classificato nelle reti europee come porto “core” e pertanto la decisionalità ed i finanziamenti sono tutti a carico allo Stato. E ciò - ha precisato - vale a maggior ragione per i finanziamenti europei che arrivano allo Stato affinché li spenda attraverso i PON nel porto di Gioia e nel suo retroporto, e quindi è esplicitamente previsto che la Regione Calabria non possa spendere risorse POR nel porto di Gioia. La responsabilità - ha rilevato Oliverio - sta quindi in capo al governo centrale».
-
- «Nel novembre 2018 - ha proseguito il presidente della Regione - abbiamo avuto modo di rappresentare per iscritto al presidente del Consiglio (al ministro delle Infrastrutture, ai presidenti delle Camere, ed alla deputazione tutta della Calabria) la grave situazione del porto. Oggi la situazione è ancora più grave e potrebbe volgere all'irrimediabile, pur in un contesto marittimo internazionale positivo, qualora non si provveda con un immediato, deciso ed autorevole intervento del governo».
-
- Gli «immediati e precisi impegni governativi» richiesti da Oliverio sono relativi ad un «intervento per la gestione delle banchine», alla «ricostituzione dell'integrità dell'Autorità Portuale» nonché a «immediati investimenti PON reti nel porto e attivazione della ZES».
-
- «È necessario - ha esplicitato Oliverio - un immediato intervento del governo per risolvere la situazione che determina il crollo dei traffici nel porto, con la diretta ricaduta sui lavoratori: la quantità inaccettabile, 500 posti di lavoro in pericolo. Ciò è tanto più grave in Calabria che, pur avendo avuto un incremento occupazionale positivo negli ultimi due anni, ha un livello di disoccupazione tra i più alti del Paese e quasi il doppio del valore medio nazionale».
-
- «Da quanto si apprende dai giornali - ha spiegato il presidente della Regione - la società che gestisce il terminal di Gioia Tauro è in una condizione definibile di stallo. Stallo che deriverebbe dalle divergenze nelle strategie della società stessa, cioè i due soci che detengono il 50% ciascuno (la Contship Italia che fa parte del gruppo tedesco Eurokai e la Terminal Investment Limited del gruppo armatoriale elvetico Mediterranean Shipping Company, ndr) non convergono su chi e come debba effettuare gli investimenti. Senza entrare all'interno delle decisioni societarie che determinano la politica industriale della stessa società, è però evidente che l'asset principale della società dipende dalla concessione delle banchine, e che tale concessione è governata dal governo nazionale direttamente e per mezzo dell'Autorità Portuale. Il governo ha quindi in mano la decisionalità come in tutte le altre concessioni a partire da quelle autostradali. È necessario - ha scritto Oliverio - che il governo concluda rapidamente il confronto con la società terminalista ed i due soci per concretizzare gli investimenti privati al fine di superare la situazione di stallo».
-
- Circa la ricostituzione dell'integrità dell'Autorità Portuale di Gioia Tauro, Oliverio ha ricordato che «si è avuto modo di rappresentare, con una nota specifica del 21 novembre 2018, la grave situazione che si è venuta a creare con la rottura dell'integrità dell'Autorità Portuale di Gioia Tauro, avvenuta in base alla legge fiscale n. 136 del 17 dicembre 2018, e le gravi conseguenze di tale decisione». Se con il decreto governativo di riforma della legislazione in materia di portualità di metà 2016 era stata decisa infatti l'istituzione dell'Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale, Ionio e dello Stretto con giurisdizione sui porti di Gioia Tauro, Crotone (porto vecchio e nuovo), Corigliano Calabro, Taureana di Palmi, Villa San Giovanni, Messina, Milazzo, Tremestieri, Vibo Valentia e Reggio Calabria, con la legge n. 136 di fine 2018 si è invece stabilita la creazione di un'Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio chiamata ad amministrare i porti di Gioia Tauro, Crotone (porto vecchio e nuovo), Corigliano Calabro, Taureana di Palmi e Vibo Valentia e l'istituzione di un'Autorità di Sistema Portuale dello Stretto che dovrebbe gestire i porti di Messina, Milazzo, Tremestieri, Villa San Giovanni e Reggio Calabria.
- «Si è avuto modo di segnalare con nota a firma della Regione Calabria, della Città Metropolitana di Reggio Calabria, dei Comuni di Reggio Calabria e di Villa San Giovanni - ha ricordato Oliverio - i differenti motivi che rendono gravissima tale decisione romana, e sui quali non c'è stata alcuna risposta, alcuno studio, alcuna analisi. Si intende qui richiamata integralmente la nota del 21 novembre con i motivi in nota specificati: motivi territoriali operativi; motivi di continuità gestionale e di programmazione strategica del porto di Villa; motivi di integrazione economica e sociale del porto europeo comprehensive di Reggio Calabria motivi di gracilità economica della nuova Autorità; motivi di ordine economico e giuridico per lo sviluppo della ZES Calabria».
-
- «A fronte di tale nota, e delle contemporanee dichiarazioni di tutto il mondo del lavoro, dei sindacati, delle associazioni datoriali - ha denunciato il presidente della Regione Calabria - nessuna volontà romana di capire e di discutere è emersa. Tutto ciò ha obbligato a fare ricorso alla Corte Costituzionale.
- Nella lettera Oliverio ha rimarcato inoltre che «è altrettanto decisivo che il governo intervenga subito con gli interventi nel porto che ricadono nei finanziamenti PON per il porto stesso tramite lo strumento Area Logistica Integrata (ALI). Si tratta - ha ricordato - di un piano di investimenti decisivo per circa 150 milioni relativi a impianti ferroviari, potenziamento assi stradali, potenziamento banchine, etc. Il blocco degli investimenti sembra ogni giorno più inspiegabile, proprio alla luce della situazione particolarmente difficile quale è quella del porto e del retroporto. È ineludibile - ha spiegato - un'azione decisa che permetta di intervenire secondo quanto previsto nel Piano regionale dei Trasporti della Calabria approvato, con Vas, e con parere positivo della Commissione. A partire dal Piano trasporti è stata svolta una ampia consultazione con le forze del lavoro, i sindacati le associazioni datoriali, la collettività, i centri di ricerca, che ha portato all'approvazione del programma finanziario ALI. Ad oggi sono stati avviati solo gli investimenti che fanno capo al PON Ministero degli Interni, mentre è tutto fermo per le infrastrutture».
- Infine Oliverio ha sollecitato anche «una immediata convocazione del Comitato di Indirizzo per la ZES. Si richiama - ha ricordato ancora il presidente della Regione - che tale comitato è composto da quattro membri di cui tre di emanazione governativa. La Calabria dopo essere stata la prima regione a proporre la ZES, è stata la prima ad avere il decreto attuativo nella primavera del 2018, ma solo nel dicembre 2018 è stato completato il Comitato con l'ultima nomina governativa e, comunque, ad oggi nessun incontro si è ancora svolto, rallentando l'impegno forte profuso dalla Regione a partire dal Suap unificato per tutta l'area di Gioia».
-
- Oliverio ha concluso chiedendo un confronto diretto con il governo su questi temi.
|