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Tre giorni di sciopero nei porti di Venezia e Chioggia
Fit Cisl, Filt Cgil e Uiltrasporti sottolineano la necessità di garantire l'accessibilità nautica agli scali
18 ottobre 2019
Fit Cisl, Filt Cgil e Uiltrasporti hanno deciso l'immediato stato di agitazione di tutti i lavoratori dei porti di Venezia e Chioggia e la proclamazione di uno sciopero di 72 ore. «I porti di Venezia e Chioggia - ha denunciato Marino De Terlizzi, segretario regionale del Veneto di Fit Cisl- sono fondamentali per l'occupazione e l'economia del territorio, ma Ministero dell'Ambiente, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e Provveditorato, non assumendo la decisione di procedere alla manutenzione dei canali di entrata al porto, non garantiscono più l'accessibilità nautica».
«È - ha sottolineato il segretario nazionale della Filt Cgil, Natale Colombo - una battaglia di civiltà che guarda avanti, al lavoro ed alla sua difesa e con convinzione e determinazione siamo accanto ai lavoratori. Le stime sul lavoro perso e che si perderà non può lasciarci indifferenti e ci impone l'avvio di un percorso che non lascia scelta se non quelle della mobilitazione affinché il Ministero dell'Ambiente proceda rapidamente, per le proprie competenze, ad autorizzare gli interventi utili alla manutenzione ed agli escavi dei fondali. Va rispettato l'ambiente, certamente, ma anche i lavoratori affinché si salvaguardi il lavoro legato ai circa 50mila container che si stimano in meno da qui alla fine dell'anno. Non possiamo assolutamente - ha proseguito Colombo - consentire un ulteriore attacco al lavoro ed al porto di Venezia già strozzato da vincoli e limitazioni che ne stanno precludendo lo sviluppo e la competitività. Le limitazioni ai fondali stanno danneggiando l'intero tessuto commerciale del porto e tutte le attività che ruotano intorno ad esso. Faremo sentire la nostra voce e le nostre ragioni ovunque ci sia bisogno di farlo, perché il lavoro è prezioso non solo per i portuali ed il loro territorio ma per l'economia del nostro sistema paese».
«Questa è una crisi paradossale - hanno concluso i sindacati - perché il lavoro non manca, anzi la domanda è in crescita, ma se non si procede alla normale manutenzione di canali e rive il porto chiude».
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