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Nel primo trimestre il traffico delle merci nel porto di Venezia è calato del -10,5% e quello dei passeggeri del -56,0%
Musolino: i nodi irrisolti della burocrazia ci lasciano ancora più esposti rispetto alla tempesta abbattutasi sul mondo
27 aprile 2020
Nel primo trimestre di quest'anno il traffico delle merci nel porto di Venezia è diminuito del -10,5% essendo ammontato a 5,8 milioni di tonnellate rispetto a 6,5 milioni di tonnellate nei primi tre mesi del 2019. Le merci allo sbarco sono state pari a 4,5 milioni di tonnellate (-12,2%) e quelle all'imbarco ad oltre 1,2 milioni di tonnellate (-4,4%). La flessione dei volumi movimentati è stata determinata principalmente dall'effetto delle misure assunte a livello globale per contenere la pandemia di Covid-19: «gli effetti della pandemia nel mese di marzo - ha confermato il presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, Pino Musolino - trascinano in basso le statistiche dei porti lagunari, che già negli ultimi mesi dell'anno passato avevano dimostrato di accusare il colpo del rallentamento della manifattura e dell'incertezza dei mercati a livello globale».
Nel solo settore delle merci varie il traffico è stato di 2,4 milioni di tonnellate (-3,2%), di cui 1,4 milioni di tonnellate di merci in container (-0,9%) con una movimentazione di contenitori pari a 139.919 teu (-2,1%), 399mila tonnellate di rotabili (-7,4%) e 594mila tonnellate di altre merci varie (-5,2%). Le rinfuse liquide hanno totalizzato 2,2 milioni di tonnellate (-1,4%), incluse quasi 1,9 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi raffinati (+1,9%), 271mila tonnellate di prodotti chimici (-1,2%) e 60mila tonnellate di altri carichi liquidi (-52,3%). Nel comparto delle rinfuse solide il totale è stato di 1,2 milioni di tonnellate (-32,2%), di cui 419mila tonnellate di prodotti metallurgici (-2,9%), 334mila tonnellate di mangimi, foraggi e semi oleosi (-17,3%), 147mila tonnellate di carbone e lignite (-68,1%), 94mila tonnellate di minerali e materiali da costruzione (-12,5%), 68mila tonnellate di cereali (-69,1%), 34mila tonnellate di prodotti chimici (+7,5%) e 107mila tonnellate di altre rinfuse secche (-11,3%). L'AdSP ha specificato che per quanto riguarda il forte calo della movimentazione del carbone, pari ad una riduzione di 300mila tonnellate circa, questo dipende dalla futura riconversione a gas della centrale Palladio in osservanza delle indicazioni contenute nella Strategia Energetica Nazionale.
Nei primi tre mesi di quest'anno il traffico dei passeggeri nel porto di Venezia, segmento d'attività di particolare rilevanza per lo scalo, è stato pesantemente colpito dall'impatto della pandemia: i crocieristi sono diminuiti del -65,7% scendendo a meno di 6mila unità e i passeggeri dei traghetti sono calati del -43,4% a 7mila unità.
Relativamente al traffico movimentato nel primo trimestre del 2020 dal porto di Chioggia, l'AdSP ha spiegato che, dopo un 2019 di significativa crescita, anche Chioggia ha risentito della contrazione globale e con 220mila tonnellate il volume di traffici ha segnato una contrazione del -35,8.
Il presidente dell'ente portuale ha evidenziato come l'impatto negativo della pandemia sui traffici dei porti lagunari giunga in un momento delicato in quanto «i nodi irrisolti della burocrazia, che ostacola da troppo tempo l'avvio di opere necessarie, in primis il mantenimento dei fondali alla quota prevista dal piano regolatore portuale - ha spiegato Musolino - ci lasciano ancora più esposti rispetto alla tempesta abbattutasi sul mondo, che potrebbe provocare nel 2020 una contrazione del 32% del commercio globale a detta della WTO».
«Il fenomeno pandemico - ha osservato Musolino - sta mettendo in moto anche dinamiche poco limpide che finiscono per aggravare la situazione. È il caso - ha chiarito - dell'agroalimentare, dove le variazioni delle rotte commerciali sono dovute soprattutto ad aumenti repentini di prezzo delle materie prime che hanno portato, ad esempio, a una riduzione delle esportazioni di grano dalla Russia e a un aumento delle operazioni speculative. Analogamente, nel mercato petrolifero a marzo abbiamo assistito a un brusco calo dei volumi movimentati a causa della fluttuazione dei prezzi e al calo dei consumi, ma si è osservato anche un aumento dei noli di navi che vengono utilizzate solo come magazzini a fini speculativi».
«Dal punto di vista delle dinamiche import/export - ha proseguito il presidente dell'Autorità di Sistema Portuale - nel mese di marzo a fronte di un calo del 29,9% delle importazioni si assiste a una crescita del 5,2% delle esportazioni. È il segnale che le aziende stanno producendo andando ad esaurire le materie prime rimaste. È prevedibile quindi un ulteriore e significativo calo dell'export nei prossimi mesi quando le scorte saranno esaurite. Ecco perché adesso dovrebbero essere sostenute tutte le imprese e le attività, per permettere di essere attivi e reattivi al momento del rebound, che si spera arrivi entro la fine del corrente anno».
«Ci attendono - ha concluso Musolino - mesi difficili ma non dobbiamo disperare, anzi occorre lavorare uniti per riguadagnare competitività e recuperare il terreno perduto nel più breve tempo possibile. Confido che questa crisi abbia aperto gli occhi a quanti in passato hanno creduto che il porto, le imprese e l'occupazione garantita fossero elementi da considerare nemici del nostro territorio. Mi auguro che possa realizzarsi una fase nuova, dove le scelte a favore del potenziamento delle attività portuali, dell'insediamento di nuove attività produttive, innovative e sostenibili, e del rilancio della buona occupazione saranno finalmente valutate da tutti come scelte essenziali per il bene e il futuro di tutta la comunità».
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