- D'Amico International Shipping (DIS) ha chiuso il primo trimestre di quest'anno con un utile netto di 1,5 milioni di dollari su ricavi pari a 94,4 milioni di dollari rispetto ad una perdita netta di -5,5 milioni di dollari su ricavi per 91,0 milioni di dollari nel corrispondente periodo del 2019. I soli ricavi base time charter sono ammontati a 71,4 milioni di dollari (+11,8%). L'EBITDA è stato di 33,0 milioni di dollari (+47,1%) e l'EBIT di 13,9 milioni di dollari (+168,2%).
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- Il presidente e amministratore delegato della DIS, Paolo d'Amico, ha sottolineato che «escludendo alcune poste non ricorrenti sia dal primo trimestre del 2020 che dal primo trimestre del 2019, il risultato netto rettificato di DIS ammonterebbe a 6,3 milioni di dollari nel primo trimestre dell'anno, rispetto a -4,4 milioni di dollari nello stesso periodo del 2019, registrando quindi un incremento di 10,7 milioni anno su anno. Questo significativo miglioramento - ha spiegato - è attribuibile ad un mercato dei noli molto più forte rispetto allo scorso anno. Nel primo trimestre del 2020, DIS ha realizzato infatti una media spot giornaliera pari a 17.354 dollari rispetto a 13.583 nel primo trimestre del 2019 (+27,8% e 3.771 dollari/giorno). I buoni risultati spot realizzati da DIS nel primo trimestre 2020 - ha specificato d'Amico - sarebbero stati ancora più elevati se non fossero stati negativamente impattati da un aggiustamento di circa 0,9 milioni di dollari su viaggi dello scorso anno, che ha ridotto la nostra media spot di circa 600 dollari/giorno».
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- Commentando l'evoluzione dell'attività della compagnia e del mercato nel corso del primo trimestre, d'Amico ha spiegato che «all'inizio dell'anno le prospettive per il settore delle navi cisterna erano estremamente positive, grazie ai forti fondamentali legati all'implementazione di IMO 2020 e ai conseguenti effetti positivi previsti sulla domanda per il trasporto via mare di prodotti petroliferi raffinati. Questo, unito ad una crescita dell'offerta molto contenuta, grazie anche a sanzioni, installazione di “scrubber” e congestione nei porti, ha fornito un forte sostegno al mercato. Tuttavia, verso febbraio, il mercato delle navi cisterna ha cominciato ad indebolirsi, a causa principalmente del propagarsi del Covid-19 in Cina con conseguenze negative sulla domanda di petrolio e sull'attività di raffinazione del principale paese importatore di greggio a livello mondiale. Il brusco calo del consumo di raffinati in Cina è stato, tuttavia, compensato da maggiori esportazioni dalla stessa Cina su lunghe rotte verso l'Europa e gli USA».
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- «All'inizio di marzo - ha ricordato inoltre d'Amico - i paesi membri dell'OPEC+ non hanno raggiunto un accordo per il taglio della produzione che compensasse il crollo del prezzo del petrolio causato dallo scoppio del virus. I prezzi più bassi del petrolio, oltre a ridurre i costi di bunker, migliorando direttamente i “TC equivalent earnings” delle navi, hanno creato nuove opportunità di arbitraggio. La nafta è diventata, ad esempio, competitiva rispetto al GPL come materia prima per l'industria petrolchimica e ha cominciato ad essere trasportata su distanze molto lunghe, dal Medio Oriente o dall'Europa al Giappone. L'aumento della produzione di greggio, unito ad un brusco crollo della domanda, ha portato la curva dei prezzi a termine del petrolio in “contango”, creando un forte incentivo all'aumento delle scorte a livello mondiale. Gli impianti di stoccaggio a terra hanno raggiunto rapidamente la quasi piena capacità e hanno spinto grandi quantità di greggio e prodotti petroliferi ad essere stoccati a bordo delle petroliere. Questo fenomeno è stato estremamente favorevole per la nostra industria, compensando l'impatto negativo sulla domanda di petrolio e sull'attività di raffinazione causata dal diffondersi del Covid-19 e dalle connesse misure di confinamento in Europa occidentale e negli Stati Uniti. A partire dalla fine di marzo e soprattutto entrando nel secondo trimestre dell'anno, il mercato delle “product tanker” ha raggiungo livelli mai toccati in precedenza in quasi tutte le rotte e aree geografiche».
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- «Come sappiamo - ha proseguito d'Amico - l'economia mondiale sta attraversando un periodo di grande incertezza ed il pieno impatto del Covid-19 è ancora da determinare. Pertanto, pur beneficiando dell'attuale forte contesto di mercato, preferiamo mantenere un approccio prudente andando avanti. Per questo motivo, se si dovessero manifestare le giuste condizioni, cercheremo di trarre nuovamente vantaggio dall'interesse di “oil-major” ed importanti “trading-house” per fissare alcune delle nostre navi con contratti a periodo a livelli profittevoli, al fine di salvaguardare la nostra liquidità da potenziali correzioni di mercato che potrebbero verificarsi in futuro. Malgrado sia, al momento, molto difficile fare previsioni di mercato a breve termine, a causa degli effetti di questa pandemia mondiale, nel lungo termine restiamo molto positivi sulle prospettive per il nostro settore, i cui fondamentali continuano ad essere molto solidi. Il numero di nuove costruzioni ordinate è a livelli storicamente molto bassi, grazie principalmente alla mancanza di capitali e alle incertezze legate agli sviluppi tecnologici necessari per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni previsti da IMO 2030/2050. Dal lato della domanda, il trasporto via mare di prodotti petroliferi raffinati è previsto in crescita nel lungo termine, grazie anche alla concentrazione dell'incremento della capacità di raffinazione mondiale in Medio Oriente e in Asia, in paesi che sono già importanti esportatori netti di prodotti raffinati». Inoltre - ha aggiunto d'Amico - «il mercato delle “product tanker” dovrebbe beneficiare degli stimoli fiscali e monetari che seguiranno il contenimento del Covid-19».
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- Attualmente la consistenza della flotta di d'Amico International Shipping è di 45,5 product tanker a cui si aggiungono due navi in gestione commerciale.
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