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Merlo (Federlogistica): bene l'estensione del Golden Power ai porti, ma non prima di aver provveduto a fare ordine in tema di concessioni
Senza un'immediata definizione di regole uniformi per le concessioni - ha spiegato - si rischia di cristallizzare una volta di più lo status quo
16 novembre 2020
La possibile estensione ai porti del Golden Power, normativa che assegna al governo poteri speciali nei confronti delle società che svolgono attività di rilevanza strategica e di interesse nazionale, piace al presidente di Federlogistica, Luigi Merlo. «Il Golden Power - ha spiegato - cala il suo scudo protettivo sulle infrastrutture strategiche e quindi anche sui porti, edificando giustamente quella diga contro i tentativi in atto di “colonizzazione” da parte della Cina. Ma - ha tuttavia evidenziato Merlo - senza una standardizzazione e quindi il varo di un regolamento che effettivamente uniformi le concessioni portuali, si potrebbe delineare un rischio di isolamento e quindi di emarginazione della portualità italiana che va tenuto in debita considerazione».
Riferendosi all'assenza di uno specifico regolamento in materia atteso dal 1994, anno di varo della nuova legge sui porti, Merlo ha sottolineato che questo ritardo «ha condizionato e ritardato la capacità e il raggio di azione delle Autorità di Sistema Portuale, lasciando potenzialmente spazio a distorsioni e ai rischi connessi, da un lato con l'esuberanza commerciale della Cina, dall'altro con un sostanziale “close shop”, uno scenario in cui si sono verificati sostanzialmente scambi di fondi fra soggetti già presenti, ma non si sono costruite le condizioni per un reale sviluppo del settore».
«Il Golden Power, senza un'immediata definizione di regole uniformi per le concessioni - ha rilevato il presidente di Federlogistica - rischia di cristallizzare una volta di più lo status quo, impedendo ai porti del Paese di spiccare il volo e di diventare, come dovrebbe accadere, il vero motore per il rilancio del Paese».
A tal fine Merlo ha proposto l'immediata creazione di un tavolo comune Ministero - ART (Autorità regolazione trasporti) per produrre regole omogenee in grado di scongiurare ulteriori distorsioni di mercato, oggi - ha osservato - già evidenti fra un porto e l'altro e ancora più gravi se generate da un ente pubblico.
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