La politica locale e centrale latitano nell'assumere decisioni relative al traffico crocieristico nel porto di Venezia. Lo ha denunciato il Comitato Venezia Lavora, il nuovo gruppo recentemente costituito con lo scopo di avere risposte circa la prosecuzione delle attività nello scalo portuale lagunare ( del 9 settembre 2020). Il Comitato ha specificato che a suscitare «motivi di profonda preoccupazione dei lavoratori sono le questioni che mettono in discussione la confermata essenzialità del terminal di Marittima, senza che sia stata identificata una valida alternativa». Tra queste, «i dubbi sull'escavo del Canale Vittorio Emanuele II, visto che - ha ricordato il Comitato - dopo quattro anni dalla identificazione di tale passaggio per raggiungere il terminal di Marittima, tramite l'ingresso delle navi da Malamocco, non sono stati ancora avviati i lavori di carotaggio ed analisi dei fanghi da scavare». Inoltre il Comitato ha precisato che timori derivano dal fatto che «il transito delle navi passeggeri per il bacino di San Marco verrebbe definitivamente vietato» e che «le società armatrici stanno organizzando la ripresa delle crociere nel Mediterraneo e per il mondo, ma Venezia non risulta meta assegnata neppure per le mini-crociere e la politica non si esprime in tal senso».-
- Il Comitato Venezia Lavora ha ricordato che recentissimi studi hanno evidenziato che «i danni derivanti dal mancato arrivo delle navi da crociera nel corso del 2020 si identificano in ben un miliardo di euro per i mancati introiti derivanti dalla assenza dei crocieristi distribuiti nelle varie destinazioni nazionali (per mancate escursioni, i pernottamenti, gli acquisti, le spese accessorie, ecc.); e ben il 99,8% di minori incassi per le attività economiche della Regione del Veneto connesse al comparto croceristico». Il Comitato ha sottolineato che, «per quanto precede, Venezia non può permettersi di continuare a temporeggiare subendo così danni di tale entità».
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- «Tutti i lavoratori coinvolti nel comparto, siano essi portuali che della città storica che dell'entroterra che del territorio regionale - ha evidenziato il Comitato in una nota a firma del presidente Vladimiro Tommasini - ribadiscono la necessità che l'attività crocieristica riprenda quanto prima, seppure in via transitoria nelle more di preparazione di siti alternativi, e non chiedono alcun tipo di assistenzialismo ma solamente di ricevere un programma certo di ripresa del proprio lavoro e del mantenimento della propria dignità».
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- «L'unica forza che ci permette di andare avanti in questi giorni bui - ha spiegato il Comitato - è la speranza che arrivi presto il giorno nel quale ripartiremo e che quel giorno non ci venga ancora negato come è stato fatto questa estate quando una compagnia che aveva scelto Venezia per ripartire è stata “invitata” a scegliere un altro porto e i lavoratori sono stati lasciati soli. Recentemente abbiamo assistito ad un consiglio comunale in cui tutti i consiglieri si dicevano preoccupati per le famiglie dei lavoratori, ora è il tempo che alla parole seguano i fatti».
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- «Nella transitorietà - ha concluso il Comitato Venezia Lavora - le istituzioni non tradiscano di nuovo i lavoratori e l'impegno sarà reciproco: quando ci sarà l'opportunità, aiutateci a tornare a fare ciò che sappiamo fare meglio e noi, nel rispetto delle regole, ma soprattutto della città tutta, non smetteremo un attimo di chiedere che la situazione di transizione abbia una durata limitata e che si definisca e si realizzi una soluzione definitiva per rilanciare l'industria crocieristica nel rispetto dell'ambiente e della storia di Venezia».
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