- Affinché il trasporto marittimo si decarbonizzi, i combustibili navali a zero emissioni devono diventare la fonte di energia per le navi dominante entro il 2040, ma è anche urgente sviluppare politiche che possano colmare il differenziale di competitività tra combustibili fossili e alternativi e accelerare il progresso dello shipping verso le emissioni zero. Lo ha sottolineato oggi la Getting to Zero Coalition, partnership tra Global Maritime Forum, the Friends of Ocean Action e World Economic Forum che è costituita dalle parti dell'industria marittima interessate a rendere commercialmente possibile l'impiego di navi a zero emissioni.
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- Di tali politiche parla il nuovo rapporto “Closing the Gap” presentato oggi dalla coalizione, che illustra le misure che potrebbero colmare il divario di competitività fra i combustibili fossili e i combustibili alternativi a emissioni zero nel settore del trasporto marittimo. «Il costo dei combustibili a zero emissioni - ha spiegato l'amministratore delegato di Maersk Tankers, Christian M. Ingerslev, illustrando una delle misure proposte nel rapporto - deve essere notevolmente ridotto al fine di colmare il divario di competitività con i combustibili fossili. Per colmare questo divario dobbiamo sfruttare il potenziale della collaborazione tra pubblico e privato. Come imprese - ha chiarito Ingerslev - dobbiamo sviluppare e implementare soluzioni su larga scala, mentre i responsabili politici devono porre in atto la regolamentazione idonea a rendere commercialmente redditizio il trasporto marittimo a emissioni zero quale soluzione migliore entro il 2030».
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- Secondo il rapporto, redatto da UMAS per conto di Getting to Zero Coalition, sono molte le potenziali opzioni politiche per colmare tale divario di competitività e il modo migliore per sostenere l'industria dello shipping nella transizione verso il futuro a zero emissioni consisterebbe nell'adottare un pacchetto di misure che combini i punti di forza delle diverse opzioni politiche mitigandone al contempo i punti deboli. In particolare, un pacchetto potrebbe consistere in una misura basata sul mercato che raccolga risorse economiche da utilizzare in modo equo per sostenere la transizione e in una misura diretta di tipo prescrittivo che invii un segnale inequivocabile al mercato circa l'effettiva transizione verso i combustibili sostenibili alternativi. Ciò - osserva il rapporto - potrebbe essere utilmente integrato da iniziative su base volontaria, da programmi di informazione e da misure politiche nazionali e regionali volte a stimolare gli investimenti, incoraggiare la condivisione delle conoscenze e sostenere lo sviluppo delle capacità.
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- Nel rapporto si stima tra l'altro il prezzo del carbonio richiesto in caso di completa decarbonizzazione dello shipping entro il 2050 o di decarbonizzazione del 50% del settore entro la medesima data e si specifica che non sussiste una grande differenza nel livello medio dei prezzi tra i due scenari: per la completa decarbonizzazione del trasporto marittimo, infatti, sarebbe richiesto un prezzo medio del carbonio di poco inferiore ai 200 dollari, mentre nello scenario di una riduzione del 50% il prezzo risulterebbe inferiore solo del 10% circa. «Il rapporto - ha rilevato l'amministratore delegato del Global Maritime Forum, Kasper Søgaard - mostra che l'introduzione di un prezzo del carbonio relativamente basso negli anni 2020, da aumentare gradualmente a circa 200 dollari, consentirà di decarbonizzare completamente lo shipping e creare un'industria alimentata esclusivamente da fonti di energia a consumo netto nullo entro il 2050. Questo livello del prezzo del carbonio - ha osservato Søgaard - è in linea con quanto stimato, ad esempio, dall'International Energy Agency come necessario in tutti i settori per raggiungere gli obiettivi dell'Accordo di Parigi, ad evidenziare che quello del trasporto marittimo non è un caso unico».
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- Ricordando che «quest'anno sarà fondamentale per le decisioni dell'IMO sulla politica climatica», Alison Shaw, ricercatrice associata presso l'UCL e coautrice del rapporto, ha concluso sottolineando che il rapporto «mostra che non esiste un'unica politica perfetta e che una transizione di successo dipenderà probabilmente da un mix di politiche in grado di affrontare diversi aspetti della transizione. L'imposizione al settore marittimo di misure basate sul mercato - ha specificato - è una questione relativamente inesplorata. Quindi, prima i responsabili potranno superare assieme questa sfida, meglio sarà per la transizione, per il settore e per l'ambiente».
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