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Mattioli: sul PNRR è necessario coinvolgere tutti gli operatori dell'economia del mare
Il presidente di Confitarma ha sostenuto l'inapplicabilità dell'incremento del contributo addizionale NASpI dello 0,5% ai contratti di arruolamento del personale marittimo
8 marzo 2022
A seguito del conflitto in Ucraina «si sta manifestando una discriminazione commerciale della flotta italiana rispetto ad altre flotte europee in quanto l'Italia ha innalzato il livello di sicurezza delle navi al massimo previsto - MARSEC 3 - mentre altre navi hanno mantenuto un livello di sicurezza MARSEC 2». Lo ha detto oggi, intervenendo all'incontro di Agorà online del Partito Democratico dal titolo “Porti aperti, competitivi e regolati: un asset strategico per la ripresa economica italiana”, il presidente della Confederazione Italiana Armatori (Confitarma), Mario Mattioli, riferendosi alla decisione dei giorni scorsi dell'autorità marittima italiana di elevare al livello massimo le disposizioni del Regolamento 725/2004 dell'Unione Europea relativo alla sicurezza delle navi e degli impianti portuali, livello la cui applicazione è prevista nel periodo in cui il rischio di incidente sia ritenuto probabile o imminente.
Soffermandosi poi sui programmi per dare impulso all'economia italiana, Mattioli ha specificato che, per quanto riguarda il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e il Fondo Complementare, l'auspicio dell'armamento è che «non rimanga un sogno». Il presidente di Confitarma ha rimarcato l'importanza del coinvolgimento di tutti gli operatori, a cominciare proprio dai processi di individuazione delle opere infrastrutturali portuali. Emblematico - ha evidenziato a tal proposito Mattioli - l'esempio dell'elettrificazione delle banchine per le quali il Fondo Complementare ha stanziato 700 milioni ripartiti su circa 35 interventi in altrettanti porti delle Autorità di Sistema Portuale: «se si vuol e rendere veramente utilizzabile questa soluzione - ha rilevato - non basta disporre dei fondi per realizzare le infrastrutture, ma occorre individuare quali banchine, per quali tipologie di nave e in quali porti intervenire prioritariamente; agire sul costo dell'energia elettrica ancora troppo elevato rispetto a quella prodotta con i combustibili tradizionali e incentivare il refitting delle navi esistenti affinché possano allacciarsi alla rete di terra. Tutto questo non può avvenire senza una visione di sistema e senza un confronto con le associazioni di categoria e con le imprese di navigazione».
Il presidente della Confederazione Italiana Armatori ha quindi sottolineato l'esigenza di una governance portuale e marittima efficiente: «da tempo - ha ricordato - chiediamo un interlocutore unico per tutte le problematiche politiche e tecniche relative al trasporto marittimo di bandiera nazionale. L'Italia dovrebbe rifarsi al modello francese, che ha istituito prima un Segretariato e poi un Ministero per il mare con una visione sistemica per la pianificazione di un'economia blu sostenibile. Da tempo assistiamo ad una riduzione dell'organico di figure legate al mare ma, al contempo, possiamo contare su professionalità fondamentali all'interno del nostro Ministero di riferimento. Tenendo conto delle difficili situazioni che abbiamo affrontato in questi anni di pandemia, dovremmo or a impostare una buona pianificazione che, guidata da una governance consapevole, consentirà di affrontare le nuove crisi che già sono alle porte, a cominciare da quella energetica».
Mattioli ha proseguito precisando che, in quest'ottica, Confitarma auspica una rapida attuazione, all'interno del quadro giuridico nazionale, degli impegni assunti dalle autorità italiane in linea con la decisione della Commissione UE del giugno 2020 per l'estensione dei benefici del Registro Internazionale alle bandiere UE e SEE.
Mattioli ha ricordato tra l'altro che anche nei periodi più bui della pandemia le imprese di trasporto marittimo hanno assicurato la continuità territoriale e l'approvvigionamento delle merci e da quasi due anni tali imprese attendono i ristori previsti da gli articoli 88 e 89 del decreto-legge 104/2020, con entrambi i decreti attuativi che sono in attesa dell'autorizzazione comunitaria. Occorre quanto prima - ha sottolineato - sbloccare i relativi iter.
Riferendosi poi al decreto-legge 59/2021 dello scorso 6 maggio che ha stanziato 500 milioni per la transizione green della flotta mercantile italiana e al decreto di attuazione che ha previsto di suddividere le risorse in“nuove navi green” e “refitting”, il presidente di Confitarma ha osservato che il provvedimento riguarda purtroppo solo una parte della flotta. «Confitarma - ha spiegato - ritiene necessario, al fine di assicurare i migliori risultati all'impegno del Paese nella transizione green, definire nuove risorse per l'intera flotta operata dalle imprese italiane».
Infine Mattioli ha sostenuto l'inapplicabilità dell'incremento del contributo addizionale NASpI dello 0,5% ai contratti di arruolamento del personale marittimo che - ha chiarito - oltre a presentare notevoli difficoltà applicative data la specificità del lavoro marittimo, determina effetti fortemente distorsivi sull'organizzazione del lavoro a bordo e sull'occupazione in quanto costringe le aziende ad aumentare la durata dei periodi di imbarco. Parimenti - ha precisato - la proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa ai salari minimi, se non terrà conto delle peculiarità del lavoro marittimo, valorizzando adeguatamente la contrattazione collettiva, determinerà notevoli criticità per il settore che è regolato da norme specifiche, a livello sia internazionale che nazionale.
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