- Il gruppo navalmeccanico italiano Fincantieri ha chiuso l'esercizio annuale 2021 con ricavi record pari a 6,91 miliardi di euro, con un deciso incremento del +17,6% sull'esercizio precedente determinato dalla crescita sia del volume d'affari prodotto dal core business della costruzione di navi commerciali e militari, che è ammontato a 5,90 miliardi di euro (+13,0%), sia dal rialzo dei ricavi nel segmento della costruzione di strutture offshore e di navi speciali, attestatisi a 456 milioni di euro (+17,2%), che nel segmento dei sistemi, delle componenti e dei servizi, con ricavi che sono risultati pari a 1,40 miliardi di euro (+49,8%). EBITDA ed EBIT hanno segnato incrementi rispettivamente del +57,6% e del +95,3% salendo a 495 milioni e 289 milioni di euro. Il risultato d'esercizio, dopo due anni di segno negativo, è tornato a registrare un valore positivo essendo stato di 22 milioni di euro.
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- Se lo scorso anno i risultati finanziari del gruppo hanno mostrato un netto miglioramento, non altrettanto è avvenuto relativamente alle commesse acquisite nel 2021 da Fincantieri. Lo scorso anno il valore dei nuovi ordini è stato di 3,34 miliardi di euro, in calo del -26,1% sull'esercizio precedente, di cui 1,82 miliardi nel segmento Shipbuilding (-51,1%), 508 milioni in quello Offshore e navi speciali (+4,3%) e 1,42 miliardi nel segmento Sistemi, componenti e servizi (+118,5%). Al 31 dicembre scorso il valore del portafoglio ordini risultava pari a 36,34 miliardi di euro, con una diminuzione del -1,2% rispetto al 31 dicembre 2020. Lo scorso anno, così come nel 2020, gli stabilimenti di Fincantieri hanno consegnato 19 navi, mentre ne hanno acquisite 15 rispetto a 18 nel 2020. Al 31 dicembre 2021 le navi nel portafoglio dei 18 stabilimenti del gruppo erano 91 rispetto alle 97 di un anno prima.
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- L'amministratore delegato di Fincantieri ha evidenziato che i risultati del 2021 dimostrano che il gruppo ha confermato capacità e resilienza «nel rispondere ad una crisi, quella legata alla pandemia, che ha colpito l'azienda e i suoi clienti. In tale contesto - ha sottolineato Giuseppe Bono - la società ha saputo mantenere gli ordini e tutti i suoi impegni, consegnando le navi nei tempi concordati». Riferendosi alle prospettive a venire, Bono ha rilevato che «la spinta inflazionistica, la scarsità delle materie prime e il conflitto in corso rendono ancora più complesso e incerto lo scenario attuale. Il momento particolarmente difficile che stiamo attraversando richiede quindi la massima coesione e determinazione di tutto il personale nell'affrontare le difficoltà emergenti. I risultati di oggi, infatti, dimostrano appieno l'impegno e la dedizione di tutti i lavoratori e dei nostri fornitori». «Siamo certi - ha proseguito l'amministratore delegato - che, forti di questo senso di responsabilità, la nostra società saprà ancora una volta rispondere con il massimo impegno alle sfide future, e, al contempo, mettere a disposizione del Paese tutte le competenze che ha acquisito in questi anni, sia in Italia che all'estero. Siamo orgogliosi, infatti, di essere diventati un'azienda globale che però è rimasta ben radicata in Italia, contribuendo così in maniera significativa allo sviluppo dei territori in cui opera».
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- Soffermandosi, in particolare, sulle conseguenze dell'esplosione del conflitto russo-ucraino, l'azienda ha specificato che l'evento «rappresenta un ulteriore forte elemento di instabilità a livello geopolitico, economico e sui mercati finanziari. Gli effetti macroeconomici di tale grave crisi, dell'eventuale ulteriore limitazione agli spostamenti e al turismo, con possibili ricadute sul settore delle crociere, e delle sanzioni occidentali contro la Russia - ha spiegato Fincantieri - sono complessi e ancora difficili da stimare in termini di impatti alla catena del valore dell'economia mondiale e della politica internazionale. Tali fenomeni determinano nel breve-medio termine un'elevata incertezza sugli scenari futuri, quali un potenziale aumento dei prezzi delle materie prime e dell'energia, la possibile discontinuità delle catene di approvvigionamento e delle attività produttive, che non permettono ad oggi una valutazione puntuale degli impatti sulla futura performance del gruppo. Lo scenario geopolitico che si sta delineando può portare, tuttavia, nel medio termine, ad una potenziale ricaduta positiva su tutto il settore della difesa a seguito di un possibile ulteriore incremento della spesa pubblica e del rilancio di un piano comune europeo».
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- Relativamente all'andamento dell'esercizio annuale 2022, Fincantieri prevede che, «al netto degli effetti dovuti all'incertezza macroeconomica e politica derivante dal conflitto russo-ucraino, e dal protrarsi dell'emergenza sanitaria», i ricavi risulteranno in crescita «superando le stime attese prima della pandemia e un consolidamento della marginalità, nonostante l'incremento dei prezzi delle materie prime e dell'energia che il gruppo sta riscontrando. Tali risultati - ha precisato l'azienda - potrebbero consentire il ritorno a una sostenibile politica di distribuzione dei dividendi a partire dal 2022».
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