- Se gli USA hanno rilevato un eccessivo consolidamento nel settore del trasporto marittimo containerizzato che pone seri problemi alla concorrenza e alle aziende che lavorano con questo segmento dello shipping, come mai la Commissione Europea non se ne rende conto? Forse a Bruxelles mancano le risorse o la volontà di portare a termine un'indagine approfondita e attendibile su questo settore? Se lo chiede l'European Shippers' Council (ESC), l'associazione che rappresenta i caricatori europei, che accusa la Commissione UE di inerzia.
-
- All'ESC, evidentemente, non è andata affatto giù la risposta della Commissione Europea ad un'interrogazione presentata il 14 gennaio scorso dall'europarlamentare olandese Vera Tax (Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici) sulle disfunzioni della supply chain. Nell'interpellanza Tax osservava che, «a seguito delle forti oscillazioni fra domanda e offerta, sino a metà 2020 diverse compagnie di linea hanno ritirato capacità di trasporto marittimo, causando colli di bottiglia quando la capacità è nuovamente cresciuta in maniera rapida. Oltre a ciò - ha specificato Tax - un certo numero di parti interessate ha comunicato che i vettori marittimi sono stati estremamente selettivi nel caricare merci dell'UE, trasportando rapidamente container vuoti verso l'Asia per utilizzarli con noli in import più elevati, il che sta ponendo a rischio la reputazione dell'UE quale affidabile partner commerciale. Mentre l'affidabilità della programmazione delle partenze delle navi è diminuita nel corso dello scorso anno, i costi di trasporto sono cresciuti esponenzialmente e nel 2021 i carrier marittimi hanno registrato profitti record». Alla Commissione Europea l'eurodeputata ha chiesto quindi di «spiegare cosa sta facendo per monitorare la concorrenza nel settore del trasporto marittimo dei container, la scelta selettiva delle merci e delle rotte e l'aumento dei noli marittimi», domandando alla Commissione UE se «è consapevole delle implicazioni a lungo termine per le attività economiche europee, in particolare per le piccole e medie imprese, se l'attuale situazione non migliorerà».
-
- Inoltre l'europarlamentare olandese ha chiesto alla Commissione «se sta pensando di seguire l'approccio statunitense di intensificazione delle indagini e degli sforzi, soprattutto contestando le alleanze tra i vettori marittimi nel caso “producano un'irragionevole riduzione del servizio di trasporto o un irragionevole aumento dei costi di trasporto oppure riducano sensibilmente la concorrenza».
-
- L'European Shippers' Council ha ricordato che il riferimento di Vera Tax è alle accuse alle alleanze tra compagnie di navigazione containerizzate mosse recentemente dal governo americano ( del 1° marzo 2022). Una dura presa di posizione della Casa Bianca che è piaciuta all'ESC, mentre all'associazione dei caricatori europei non è piaciuta affatto la risposta dello scorso 22 marzo all'interrogazione della Tax della Commissione Europea, a firma della vice presidente Margrethe Vestager, responsabile per la concorrenza, nella quale la Commissione precisa di «essere ben consapevole che l'attuale situazione pone difficoltà alle attività economiche europee, incluse le piccole e medie imprese. Il monitoraggio del settore - ha affermato Vestager nella risposta scritta - non ha individuato comportamenti anticoncorrenziali da parte delle alleanze volti ad aumentare i noli. Questo punto di vista è stato condiviso anche dalle autorità di vigilanza di Stati Uniti e Cina al Maritime Summit del settembre 2021. In questo contesto - prosegue la risposta della Commissione - non sembra che l'intervento delle autorità di vigilanza possa sostituire i meccanismi di mercato per risolvere gli attuali problemi di congestione delle catene logistiche e gli squilibri fra domanda e offerta nel settore del trasporto marittimo. Tuttavia è necessario rafforzare la resilienza delle catene di approvvigionamento europee ed essere meglio preparati a rispondere a potenziali crisi o future perturbazioni nel settore».
-
- L'European Shippers' Council ha rilevato che se la Commissione Europea afferma di avere la medesima posizione di USA e Cina rispetto al problema, «solamente guardando agli Stati Uniti - ha sottolineato oggi l'associazione - è evidente che il regolatore europeo percepisce la situazione del mercato marittimo in modo differente rispetto alla sua controparte americana». «I caricatori europei - ha denunciato l'ESC - confermano che il problema esiste e si aspettano che la Commissione Europea adempia alla propria funzione di garante di una concorrenza leale». L'ESC ha concluso specificando che «si aspetta che la Commissione Europea rettifichi la distorsione nel mercato marittimo».
|